domenica 30 dicembre 2012

E' nata l'Associazione Culturale Carta di Chivasso

Associazione Culturale Carta di Chivasso
Recapito – via Settimo 12 – 10034 – Chivasso (TO)
Tel. 370/3017529


Nei locali del Centro Otelli a Chivasso
E’ nata l’Associazione Culturale “Carta di Chivasso”
L’obiettivo: mantenere vivi i contenuti della
Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” del 19.12.1943 a sessant’anni dalla sottoscrizione


Si chiama “Associazione Culturale Carta di Chivasso” ed è nata con l’obiettivo di divulgare le idee, i principi e i contenuti della “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, sottoscritta il 19 dicembre del 1943, nel pieno della tragedia della seconda guerra mondiale, a conclusione di un convegno clandestino che si tenne a Chivasso, Emile Chanoux, Ernesto Page, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel, M.A. Rollier, Osvaldo Coisson. Questa dichiarazione è stata poi universalmente conosciuta come “Carta di Chivasso”. E proprio a questo documento, ed all’attualità dei suoi contenuti, si sono richiamati i promotori dell’iniziativa, che ha preso in via il 19 dicembre scorso, al Centro Otelli di via Paleologi. Luogo e data scelti non sono casuali: il 19 dicembre era il cinquantanovesimo anniversario della sottoscrizione della Dichiarazione e il Centro Otelli si trova a poche decine di metri da dove si tenne il primo dei convegni clandestini che portarono poi alla Carta. A promuovere la nascita dell’Associazione, che è assolutamente apartitica, è stato il Movimento Progetto Piemonte (che nel suo Statuto si richiama esplicitamente alla Dichiarazione) ma vi è stata l’adesione anche di cittadini provenienti da diverse località del Piemonte. La riunione ha visto anche l’elezione del presidente nella persona di Massimo Iaretti, consigliere comunale di Parella, e di due consiglieri che dovranno gestire la prima fase di crescita dell’Associazione, Luigi D’Alessandro di Verolengo che si occupera dell’organizzazione e Michelangelo Bocchio di Torrazza che avrà il ruolo di referente culturale. “E’ nostra intenzione avviare una serie di iniziative – dice Massimo Iaretti – rivolte non solo alla cittadinanza di Chivasso ma dell’intero territorio regionale, per fare conoscere, sotto l’aspetto storico e culturale questo documento che è molto attuale quando parla di autonomia politico – amministrative, autonomie culturali e scolastiche, autonomie economiche. Per raggiungere questo obiettivo intendiamo avviare un percorso di incontri, dibattiti, convegni, seminari, ed è nostra intenzione coinvolgere le amministrazioni locali e quelle scolastiche, in modo da arrivare al termine di questo cammino lungo un anno il 19 dicembre del 2013, quando ricorreranno i sessant’anni dalla sottoscrizione di questo storico documento. E’ anche allo studio la realizzazione di un supporto multimediale che possa rimanere come traccia dell’attività che verrà svolta, tutta su base volontaristica.”. L’iniziativa intende avere un valore prettamente culturale ed è finalizzata ad una operazione di recupero della memoria di una parte importante della storia recente piemontese (ma non solo) che altrimenti rischia di rimanere nel dimenticatoio collettivo, mentre i suoi valori democratici sono tuttora attuali.

Casale Monferrato, 29 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Associazione Culturale
Carta di Chivasso
Cell. 370/3017529


venerdì 14 dicembre 2012

Un anno di iniziative per i 60 anni della Carta di Chivasso e la nascita della Consulta dei Popoli del Piemonte

Mercoledì 19 dicembre 2012 alle ore 18.15
Un anno di iniziative per i 60 anni della Carta di Chivasso e la nascita della Consulta dei Popoli del Piemonte

Il 19 dicembre del 1943, nel pieno della tragedia della seconda guerra mondiale, a conclusione di un convegno clandestino che si tenne a Chivasso, Emile Chanoux, Ernesto Page, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel, M.A. Rollier, Osvaldo Coisson, elaborarono una “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine”, che sarebbe poi passata alla storia come “Carta di Chivasso”. L’importante documento, che attestava come le idee di identità dei popoli, autonomia, federalismo, fossero ben presenti sin da allora, nonostante la Patria stesse attraversando una notte, lunga e buia, molto buia. E tali idee e principi appaiono tuttoggi attuali, nonostante siano passati quasi sessant’anni. Poiché proprio nel 2013, saranno trascorsi ben sei decenni dalla sottoscrizione dello storico documento, il Movimento Progetto Piemonte intende proporre il via ad una serie di iniziative per ricordare l’evento.
E il ricordo della” Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” non poteva prescindere dalla città dove la Carta è nata, ovvero Chivasso-
Mercoledì 19 dicembre 2012, alle ore 18.15, verrà illustrata dal presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti l’idea di un percorso celebrativo dei sessant’anni della “Carta di Chivasso” che culminerà il 19 dicembre del 2013 con un convegno di carattere storico sull’argomento.
E anche la sede dell’incontro, che è aperto agli organi di informazione ed alla cittadinanza, ovvero il Centro Paolo Otelli di via Paleologi 2 a Chivasso, che è stato gentilmente messo a disposizione per l’evento, è fortemente simbolica perché si trova a non grande distanza dal luogo dove il Documento venne sottoscritto. E tra le iniziative collegate c’è, in primo luogo, la nascita di un circolo culturale che si chiamerà appunto “Carta di Chivasso” per mantenerne sempre vivi il nome e lo spirito.
Nella stessa occasione, come in un collegamento ideale, sarà presentata anche la Consulta dei Popoli del Piemonte, organo consultivo previsto dallo Statuto dell’MPP, ma aperto al contributo di tutti coloro che si riconoscano nei principi dell’autonomia e della democrazia contenuti nello Statuto stesso, anche appartenendo ad altre realtà politiche od associative. La Consulta sarà finalizzare ad elaborare progetti ed iniziative per il mantenimento dell’identità piemontese, sia sotto l’aspetto culturale che politico.
Casale Monferrato, 14 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


Un interessante articolo di Roberto Gremmo
Le necessità di una identità e di una autonomia piemontese
Iaretti: “Il Movimento Progetto Piemonte ha come obiettivi prioritari lo Statuto Speciale della Regione
e la tutela della montagna, della collina, dell’agricoltura”

Il 27 novembre scorso il quotidiano Il NORDOVEST ha pubblicato un intervento dello storico Roberto Gremmo al titolo “La mancanza di un’identità – Né Catalogna, né Insubria, ma soltanto Piemonte”. Lo riportiamo integralmente accompagnandolo da un commento:
A Torino c’è chi sostiene che il Piemonte “deve fare come la Catalogna” e a Novara qualcuno replica che la Regione deve perdere un pezzo che finirebbe per diventare colonia del Varesotto in una mai esistita “Insubria”. Finché il dibattito politico resta compresso tra queste due ipotesi non solo ha ben poco di federalista ma finisce inevitabilmente sul binario morto.
Noi Catalani ?
Certamente sono molte le affinità tra la Regione che da sempre si oppone al centralismo di Madrid e la nostra “piccola patria” ai piedi del Monviso. Lo abbiamo scritto noi per primi, quando stampammo a Biella nel 1973 il giornale “Informazione Catalana” con cui spiegavamo che le rivendicazioni partite da Barcellona per l’indipendenza trovavano ragioni forti nella realtà imprenditoriale di un Paese che pagava la sudditanza politica e fiscale allo stato centralista. Dicevamo allora, e lo ripeto adesso, che il Piemonte aveva gli stessi motivi di protesta dei catalani perché i suoi guai derivavano dall’enorme salasso di risorse che gli imponeva il regime centralista di Roma.
Ma allora, perché non fare i Catalani ?
L’impresa è difficile, se non impossibile, soprattutto perché a noi manca un’anima. Mentre i Catalani hanno preservato la loro lingua, i costumi, le tradizioni, in una parola la “nazionalità”, il Piemonte non ha saputo “piemontesizzare” le ondate migratorie, non ha minimamente tutelato la propria lingua e, dunque, non ha oggi una identità forte.
E’ una “Fiat land” senza speranza e non sarà nessun referendum indetto a freddo che potrà dagli il fuoco di libertà che anima i Catalani. Senza spirito unitario le spinte “scissioniste” sono inevitabili. Tuttavia negli anni Settanta, una realtà come quella dell’Unione Ossolana per l’Autonomia era positiva, perché richiamava il “torinocentrismo” a più miti consigli, le ipotesi che circolano adesso di tagliare una fetta del Piemonte e farla diventare terreno di caccia del Varesotto non è e non può essere accettata.
E allora ?
Meglio, in qualche modo, il “Limonte”, una naturale sinergia tra Piemonte se non con la superba Genova almeno con in Ponente Ligure, quell’Alpazur che da decenni sogna l’unione della Provincia di Imperia con quella di Cuneo ed il rilancio di Savona come porto naturale delle intere Alpi Occidentali. Altra opportunità: Novara grande capoluogo di una riscoperta “Provincia del riso” che inglobi non solo il Vercellese, ma anche la Lomellina, già piemontese sino all’Unità d’Italia.
E poi una struttura amministrativa a più velocità che preservi le vallate dalla pianurizzazione e dall’egemonia dei grandi centri urbani.
Con buona pace di Saitta, mio vecchio collega alla Provincia quand’era giovane democristiano di grandi speranze, una “Città Metropolitana” ove prevalgano gli interessi della “Grande Torino” delle opere faraoniche, delle banche e degli affari, sarà sempre nemica prima della rinascita economica delle piccole comunità montane e contadine.
L’obiettivo dovrebbe essere il Piemonte davvero federalista al suo interno ed autonomo da Roma, con cui dovrebbe stringere solo un accordo nei termini di reciproco e mutuo appoggio simili a quelli che tengono da secoli uniti i cantoni elvetici, sovrani a casa propria e in buona armonia tra loro, soprattutto perché nessuno di loro vive alle spalle degli altri. C’è un domani per il regionalismo piemontese che non sia in ginocchio davanti a nessuno ?
L’intera classe politica regionale non sembra interessata. Ed è la solita occasione perduta.

Roberto Gremmo

Questo il commento del Presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti, apparso come lettera sul quotiiano Il NORDOVEST del 13 dicembre 2012: “In sintesi il ragionamento di Roberto Gremmo manda, tra i tanti, due messaggi molto chiari. Innanzitutto meglio il Limonte, ovvero un rapporto forte con la Liguria, piuttosto che correre dietro alle farfalle di improbabili (ed antistoriche) Marco Regioni del Nord, che altro non sono che il tentativo di resuscitare una (mai esistita) Padania. In secondo luogo la necessità di avere una realtà regionale che superi il “Torinocentrismo” ed il “Fiatcentrismo” (tra l’altro oggi assolutamente retrò nel momento in cui l’amministratore delegato Marchionne sogna, un giorno si e l’altro si di fare traslocare tutto armi e bagagli Oltre Atlantico) attraverso una struttura amministrativa che preservi la montagna dall’egemonizzazione dei grandi centri urbani. Sono le cose per cui Movimento Progetto Piemonte è nato tre anni fa, sono le cose che Movimento Progetto Piemonte dice e scrive da 3 anni. Con Gremmo non concordiamo in tutto e per tutto, ma il suo articolo contiene spunti di riflessione che la classe politica piemontese, oggi troppo intenta a litigare ed a tappare buchi, dovrebbe fare. La strada da perseguire è quella dello Statuto Speciale, della difesa delle autonomie locali (sia pure in un momento di fortissima spinta centralista), quando questa non è un ventaglio per coprire altri sprechi, dell’introduzione di energie e di idee nuove in un momento politico – quello piemontese come quello italiano – dove l’odore di vecchiume (non solo anagrafico, ma nei comportamenti) è fortissimo. E siccome “A ciascuno il suo”, come MPP . E siccome “A ciascuno il suo”, come MPP presenteremo il 19 dicembre prossimo a Chivasso , nel celebrare i 59 anni della Carta, attiveremo la Consulta dei Popoli del Piemonte, strumento di dialogo tra le varie realtà autonomiste. Per non dimenticare e per non recriminare soltanto, ma per guardare avanti con un obiettivo: il Piemonte.


Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


venerdì 7 dicembre 2012

Elezioni Amministrative di Ivrea, Dichiarazioni di Massimo Iaretti

Elezioni Amministrative di Ivrea:
Dichiarazioni di Massimo Iaretti (MPP – Progetto Ivrea)
su alleanze ed obiettivi comuni con Bruno Tegano

Il 5 settembre scorso, nel quartiere San Giovanni, insieme a Bruno Tegano, il Movimento Progetto Piemonte – MPP ha iniziato un cammino denominato “Un Progetto per Ivrea”. E con Bruno Tegano continueremo questo cammino e questo progetto sino alle elezioni ed oltre. Degli incontri e dei contatti con il Pdl eporediese, Bruno mi aveva correttamente informato, come pure degli sviluppi, e tali incontri come Portavoce della costituenda lista Progetto Ivrea e presidente MPP, ho approvato pienamente. Il nostro obiettivo comune, il nostro “Progetto per Ivrea” è quello di costituire un fronte, che sia il più ampio possibile, a quello che da sempre è espressione del potere politico della Città. Uno schieramento allargato a lista civiche che, come le nostre, siano espressione del cuore della Città e del sentire dei Cittadini e che partano dai quartieri che sono la base di confronto più diretta con i bisogni della gente. Proprio attraverso un confronto con queste realtà, e dalla istituzione di un tavolo comune, dovrà derivare la scelta del candidato Sindaco che dovrà guidare l’alleanza. Da questo principio non ci si dovrà scostare, ma questo non esclude che si guardi con attenzione ad un confronto, con alcune forze politiche, anche differenti tra loro, ma che potrebbero sedere al tavolo di confronto di cui ho appena detto.
Casale Monferrato, 5 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


lunedì 26 novembre 2012

Convegno: Controllo del vicinato: la solidarietà civica per contrastare la criminalità

l 1 dicembre, alle ore 17, nel salone Verdi a Casorzo (AT)
Un convegno di Movimento Progetto Piemonte ed A.D.C.:
Controllo del vicinato: la solidarietà civica
per contrastare la criminalità”

Il progetto di sicurezza residenziale passiva, meglio conosciuto come “Controllo del vicinato” è al centro dell’incontro che si svolge sabato 1 dicembre, a partire dalle ore 17, nel salone Verdi di Casorzo (Provincia di Asti), incentrato su “Controllo del vicinato: la solidarietà civica per contrastare la criminalità”. L’evento è organizzato dal Movimento Progetto Piemonte – MPP e dell’Associazione Difesa Civica Piemonte. I lavori verranno introdotti da Marco Zatti, capogruppo di MPP nel consiglio comunale di Casorzo e vedranno il susseguirsi di due relazioni, quella di Massimo Iaretti, presidente di MPP e coordinatore dell’Associazione Difesa Civica Piemonte e di Gianfrancesco Caccia, di Caronno Pertusella (in Provincia di Varese) ideatore del sistema del “Controllo del vicinato” (ogni informazione utile può essere reperita al sito www.controllodelvicinato.it) . Interverrà il sindaco di Casorzo Ivana Mussa. “Il controllo del vicinato – dice Massimo Iaretti – è nato nei Paesi Anglosassoni negli anni Sessanta e Settanta e si è diffuso poi in Europa dagli anni Ottanta, definito “neighbourhood watching”. In Italia il sistema, che in sostanza si basa sull’osservazione di fatti o presenze anomale sul territorio dove si vive e sulla massima collaborazione con le forze dell’ordine, è stato sviluppato dal dottor Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella. A Casale Monferrato è stato iniziato un discorso in questa direzione, soprattutto nelle frazioni rurali e lo stesso Caccia ha preso parte ad un incontro nella frazione San Germano. E’ nostra intenzione proporre questo modello alla popolazione nelle zone maggiormente colpite da fenomeni di microcriminalità, in particolare i furti, esponendo un modello che alla sua base ha l’educazione e la solidarietà civica”.

Casale Monferrato, 26 novembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


domenica 25 novembre 2012

Proposta la “Consulta dei popoli del Piemonte”

L'Indipendenza - Quotidiano Online

Proposta la “Consulta dei popoli del Piemonte”


 

di MASSIMO IARETTI*

Si è svolta al Centro congressi dell’Interporto di Rivalta di Torino, l’assemblea della Federazione dei Movimenti dei Cittadini delle Alpi, nata l’11 novembre dello scorso anno. Alla Federazione aderiscono i seguenti soci fondatori: Movimento dei Cittadini Ginevra, Movimento dei Cittadini Savoia e il suo Portavoce, Movimento dei Cittadini Vaud, Movimento dei Cittadini Romandia, Movimento della Valle d’Aosta, Movimenti dei Cittadini Piemonte, Movimento dei Cittadini Nizza. L’assemblea ha eletto il consiglio direttivo (nel quale ci sono, per il Movimento Cittadini del  Piemonte, Silvia Garbelli di Novara e Dario Catti, consigliere comunale ad Almese, Valsusa, Provincia di Torino) ed il presidente nella persona di Claude Jeanneret, consigliere del Consiglio dello Stato di Ginevra. La Federazione ha come obiettivo la difesa di un’organizzazione cultura e politica vicina al cittadino, basata su strutture regionali a dimensione umana.
Durante l’incontro si è parlato, in particolare, delle iniziative per dare maggiore risalto alle attività della Federazione e dei Movimenti che la compongono. All’incontro ha anche preso parte una  delegazione del Movimento Progetto Piemonte – MPP, composta dal presidente Massimo Iaretti, dal coordinatore Piermassimo Guarnero e del delegato per la città di Chivasso, Nicola Bruzzese. Nel suo intervento Massimo Iaretti ha evidenziato come MPP “basi il proprio Statuto sulla Costituzione della Repubblica Italiana e sulla Carta di Chivasso. Questo non toglie che, essendo un movimento politico che ha tra le sue priorità la montagna e la conservazione  delle tradizioni del Piemonte, non colga l’importanza di avviare una collaborazione con la Federazione ed, in particolare, con il Movimento dei Cittadini del Piemonte”. Iaretti ha proposto, nel rispetto della reciproca identità e delle differenze statutarie, al Movimento dei Cittadini del Piemonte di aderire alla “Consulta dei Popoli del Piemonte” prevista dallo Statuto dell’MPP, costituendo in questo modo un collegamento permanente tra le due realtà”.
Al termine dell’assemblea, Iaretti e i responsabili del Movimento dei Cittadini del Piemonte, hanno avuto una breve riunione operativa nella quale si sono prospettate alcune ipotesi di collaborazione, ad esempio con una iniziativa storico – culturale da attuarsi in Valsusa ed una incentrata sull’emergenza dell’amianto, con un’eventuale momento che coinvolga anche la Svizzera ed i movimenti svizzeri che aderiscono alla Federazione. Entro il mese di dicembre si terrà tra MPP ed MCP un nuovo incontro nel quale verranno calendarizzati i prossimi impegni
*Presidente  Movimento Progetto Piemonte  

Iaretti propone l’avvio della Consulta dei Popoli del Piemonte

l Centro Congressi di Rivalta di Torino
Una delegazione MPP all’Assemblea della FMCA
la Federazione dei Movimenti dei Cittadini delle Alpi
Iaretti propone l’avvio della Consulta dei Popoli del Piemonte

Si è svolta al Centro congressi dell’Interporto di Rivalta di Torino, l’assemblea della Federazione dei Movimenti dei Cittadini delle Alpi, nata l’11 novembre dello scorso anno. Alla Federazione aderiscono i seguenti soci fondatori: Movimento dei Cittadini Ginevra, Movimento dei Cittadini Savoia e il suo Portavoce, Movimento dei Cittadini Vaud, Movimento dei Cittadini Romandia, Movimento della Valle d’Aosta, Movimenti dei Cittadini Piemonte, Movimento dei Cittadini Nizza. L’assemblea ha eletto il consiglio direttivo (nel quale ci sono, per il Movimento Cittadini del Piemonte, Silvia Garbelli di Novara e Dario Catti, consigliere comunale ad Almese, Valsusa, Provincia di Torino) ed il presidente nella persona di Claude Jeanneret, consigliere del Consiglio dello Stato di Ginevra. La Federazione ha come obiettivo la difesa di un’organizzazione cultura e politica vicina al cittadino, basata su strutture regionali a dimensione umana. Durante l’incontro si è parlato, in particolare, delle iniziative per dare maggiore risalto alle attività della Federazione e dei Movimenti che la compongono. All’incontro ha anche preso parte una delegazione del Movimento Progetto Piemonte – MPP, composta dal presidente Massimo Iaretti, dal coordinatore Piermassimo Guarnero e del delegato per la città di Chivasso, Nicola Bruzzese. Nel suo intervento Massimo Iaretti ha evidenziato come MPP “basi il proprio Statuto sulla Costituzione della Repubblica Italiana e sulla Carta di Chivasso. Questo non toglie che, essendo un movimento politico che ha tra le sue priorità la montagna e la conservazione delle tradizioni del Piemonte, non colga l’importanza di avviare una collaborazione con la Federazione ed, in particolare, con il Movimento dei Cittadini del Piemonte”. Iaretti ha proposto, nel rispetto della reciproca identità e delle differenze statutarie, al Movimento dei Cittadini del Piemonte di aderire alla “Consulta dei Popoli del Piemonte” prevista dallo Statuto dell’MPP, costituendo in questo modo un collegamento permanente tra le due realtà” Al termine dell’assemblea, Iaretti e i responsabili del Movimento dei Cittadini del Piemonte, hanno avuto una breve riunione operativa nella quale si sono prospettate alcune ipotesi di collaborazione, ad esempio con una iniziativa storico – culturale da attuarsi in Valsusa ed una incentrata sull’emergenza dell’amianto, con un’eventuale momento che coinvolga anche la Svizzera ed i movimenti svizzeri che aderiscono alla Federazione. Entro il mese di dicembre si terrà tra MPP ed MCP un nuovo incontro nel quale verranno calendarizzati i prossimi impegni

Casale Monferrato, 24 novembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


sabato 24 novembre 2012

Questa è la strada per il recupero della buona politica

Dopo la decisione di Boni, Viale, Manfredi, Grizzanti
di appoggiare Matteo Renzi alle primarie
Iaretti (MPP): “Critiche ingiustificate, una scelta fatta in piena autonomia e senza condizionamenti.
Questa è la strada per il recupero della buona politica”.

Nei giorni scorsi alcuni esponenti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta – Igor Boni, presidente, Silvio Viale, consigliere comunale a Torino, Giulio Manfredi e Salvatore Grizzanti – hanno preso posizione a favore e sostegno della candidatura di Matteo Renzi, sindaco di Firenze per le primarie del Pd. Tutto questo ha scatenato un vero e proprio putiferio, comprese vere e proprie autorevoli “fatwe” nei loro confronti. Personalmente mi sento di approvare la loro decisione in quanto compiuta in piena autonomia e come scelta di libero arbitrio, nella direzione di un rinnovamento delle politica che sia reale e non soltanto di facciata, con tanto di scheletri imbiancati nel retro. E lo dico da persona che mai ha votato Pd e che mai lo voterà, in quanto lontano dal suo modo di pensare e di agire politico di quel partito e di molti dei suoi dirigenti. Matteo Renzi, al contrario dei vari Bersani o Tabacci, che della politica sono navigatori esperti ma che rappresentano tutto ad eccezione del nuovo che avanza, ha dalla sua la giovinezza ed una capacità di affrontare gli argomenti stando al di sopra dello spirito da barricata che ha contraddistinto la politica italiana negli ultimi anni. Sicuramente sarà importante capire cosa intende proporre, e di conseguenza fare, in un settore delicato e cruciale per l’architettura istituzionale italiana quale è quello delle autonomie. Resta un fatto comunque che è assolutamente positivo ed incontrovertibile: Boni, Viale, Manfredi e Grizzanti, hanno deciso in piena e totale autonomia e coscienza. E questo è il fatto più apprezzabile di tutti ed a prescindere da tutto.
Casale Monferrato, 15 novembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


Turismo e Stati Generali del Monferrato.


Al Direttore
de “La Pulce nell’Orecchio”


OGGETTO: Turismo e Stati Generali del Monferrato.

Egregio direttore,
l’articolo “Monferrato: tutti lo vogliono, nessuno (o quasi) lo piglia” apparso su La Pulce on line, ha il pregio di mettere a nudo quale sia la vera situazione dello sviluppo, non solo turistico, del Monferrato. Una premessa va fatta: non guardiamo ad Expo 2015 come alla soluzione di tutti i problemi, con frotte di turisti e di investimenti che arriveranno da tutto il mondo. Non è così: non è stato così per i vari eventi del passato dai mondiali di calcio di Italia ’90, passando per le Celebrazioni Colombiane del 1992, i Giochi Olimpici Invernali del 2006. Non è stato così con l’attribuzione del riconoscimento Unesco ai Sacri Monti Piemontesi e non lo sarà neanche nel caso dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato. Il tanto decantato brand è solo uno specchietto per le allodole sulla bocca di qualche politico transitato al turismo da chissà quale altro percorso di tuttologo. O è la risultante dell’ennesimo studio di marketing commissionato a qualche luminare di qualche Ateneo (sarebbe interessante che in casi del genere venissero divulgati i costi). Finita la premessa negativa occorre spiegarne le conseguenze e il ragionamento fatto nell’articolo ci trova pienamente d’accordo: manca la premessa fondamentale, ossia una politica di promozione turistica dell’INTERO territorio monferrino. Insomma se Casale, Asti, Alba, Acqui, Nizza, Canelli, Moncalvo e, perché no ?, Trino e Chivasso anche se appartengono ad altre realtà provinciali, non cercano di fare un ragionamento di una proposta comune di area vasta, si avrà sempre uno spezzettamento del territorio, tale da impedire con altre realtà turisticamente più avanzate e più apprezzate.
Qualche giorno fa durante una riunione di lavoro – la politica in questo caso non c’entra – ad Asti è stato fatto notare che quando si parla, all’estero, di Monferrato e di Langa non c’è praticamente paragone: mentre tutti conoscono la seconda, il primo è sovente sconosciuto. Sono parole magari dure da digerire ma reali e se una cosa è vera c’è soltanto una strada da seguire: rimboccarsi le maniche e lavorare concretamente per superare il problema.
Come Movimento Progetto Piemonte è da due anni che proponiamo (lo abbiamo fatto con una serie di lettere inviate sin dall’estate 2010 ai sindaci di Casale Monferrato, Valenza Po, Asti, Alba, Acqui, Nizza, Canelli, Moncalvo ,Trino , Chivasso) di convocare gli Stati Generali del Monferrato. In concreto si tratterebbe di un tavolo di lavoro, allargato alle forze economiche e sociali ed agli organi di informazione, che consentirebbe di capire quali siano le linee da adottare per lo sviluppo di questo territorio nella sua accezione più ampia e che potrebbe trovare concretizzazione in Patti territoriali sulle singole materie. E il turismo sarebbe proprio uno dei settori nei quali ci potrebbe essere una ricaduta.
Purtroppo a parte una forte sovrapposizione al progetto Enolandia di Giorgio Galvagno (che al momento è fermo, dopo l’esito delle Comunali di Asti) e una valutazione positiva da parte dell’Amministrazione Comunale di Casale Monferrato, abbiamo avuto solo un assordante silenzio dagli altri destinatari delle missive. Certamente la strada degli Stati Generali è un passaggio delicato, che va di là del concetto di Provincia, e supera i confini daziari del Comune. Ma come dimostra chiaramente l’evoluzione in atto, occorre precedere i tempi se non li si vuole subire dall’alto. In pratica cercare di fare della programmazione e non un’amministrazione un poco più ampia di quella condominiale. Ovviamente senza attaccarsi a feticci come l’Expo 2015 che, per portare una ricaduta sul territorio, deve anche vederne creare prima i presupposti.
Quanto agli Stati Generali del Monferrato, poiché l’MPP è un Movimento Piemontese ed i Piemontesi sono gente tenace, tornerà a riproporli nelle prossime settimane con una nuova serie di lettere, non solo ai Sindaci, ma anche alle diverse forze politiche e sociali presenti sul territorio.

Cordialmente

Casale Monferrato, 24 novembre 2012

IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti 
Tel. 349/8773769 
www.progettopiemonte.it

lunedì 19 novembre 2012

Anche due olimpionici firmano la petizione per intitolare una via ad Erminio Spalla

Anche due olimpionici firmano la petizione
per intitolare una via ad Erminio Spalla
Presto le firme saranno consegnate
al Sindaco di Borgo San Martino

Ci sono anche le adesioni di due campioni olimpionici del passato nella petizione che sta per essere consegnata al primo cittadino di Borgo San Martino, Mirco Capra, in cui si chiede l’intitolazione di una via, una strada, una piazza ad Erminio Spalla, primo italiano a potersi fregiare del titolo di campione europeo di pugilato il 20 maggio 1923. Hanno, infatti, aderito all’iniziativa promossa in sostegno della richiesta avanzata dal Movimento Progetto Piemonte, Livio Berruti, medaglia d’oro nei duecento piani a Roma nel 1960, e Mario Armano, salito sul più alto gradino nella gara di bob a quattro nel 1968 con il “diavolo rosso” Eugenio Monti e poi ancora campione del mondo nel 1970. Le adesioni all’iniziativa – che la prossima settimana saranno portate in Comune a Borgo San Martino – sono oltre 200 e vedono, tra gli altri, le firme del delegazione regionale dei Veterani dello sport, Andrea Desana, del responsabile della sezione casalese “Caligaris – Frigerio” Michele Pezzana, oltre a quelle di molti abitanti di Borgo San Martino e di diversi sportivi, soprattutto nell’ambito del pugilato, disciplina che vide Spalla campione affermato nei primi decenni del secolo scorso. “Nei prossimi giorni – dice Massimo Iaretti, presidente MPP, che aveva inviato in precedenza 2 lettere di richiesta di intitolazione - verrà preso contatto con il Sindaco di Borgo San Martino, che è uomo di sport e di cultura, per spiegare le motivazioni alla base della richiesta. Questa non vuole essere né strumentale, né politica, ma soltanto intende ricordare un campione monferrino di origine e di nascita, anche se ha trascorso gran parte della sua vita lontano dal Monferrato”.
Casale Monferrato, 15 novembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


sabato 3 novembre 2012

Iaretti (MPP): “Enolandia o gli Stati Generali del Monferrato avrebbero potuto salvare Asti"



Iaretti (MPP): “Enolandia o gli Stati Generali del Monferrato avrebbero potuto salvare Asti"

Fonte: Tuono News, Quotidiano di Alessandria e Provincia  http://www.tuononews.it

02/11/2012
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ALESSANDRIA
Riceviamo e pubblichiamo una lettera del MPP:
"Ha perfettamente ragione Marco Galvagno, presidente del Consiglio Provinciale di Asti nel dire che lo sviluppo di Enolandia, o degli Stati Generali del Monferrato, avrebbero potuto salvare la Provincia di Asti, sia pure annacquata, si scusi il termine in una nuova “Provincia del Vino”. Giorgio Galvagno, da Sindaco di Asti, forse con una premonizione aveva lanciato questa idea e ancora alle ultime elezioni comunali l’ha proposta con forza, come punto qualificante del suo programma. Per questo il Movimento Progetto Piemonte ha stipulato con Giorgio Galvagno un’alleanza elettorale, che non è sicuramente terminata e che va rilanciata, in quanto basata praticamente sull’identica idea degli Stati Generali del Monferrato, ovvero di una aggregazione su area vasta di un territorio.
L’unica differenza è che nella proposta di Enolandia, il denominatore comune erano (e sono) i territori a forte vocazione vitivinicola, per gli Stati Generali, il Monferrato dove la storia fa da aggregazione. Ma le due proposte si sovrappongono quasi a fotocopia. Quando è pervenuto a Casale Monferrato il “Manifesto per la valorizzazione della collina piemontese”, che in sostanza ricalcava tutto quanto finora ho detto, Movimento Progetto Piemonte, in una lettera al Sindaco di Casale Giorgio Demezzi e a tutti i capigruppo, poco prima che l’argomento venisse trattato in seduta consiliare, ha evidenziato, che pur pervenuta quasi fuori tempo massimo (con tutte le connotazioni negative del caso) tuttavia poteva rappresentare una ottima base di partenza per un discorso di aggregazione territoriale diverso da quello oggi esistente, A PRESCINDERE DAL DISCORSO PROVINCIA SI, PROVINCIA NO, PROVINCIA CON ALESSANDRIA, PROVINCIA SENZA ALESSANDRIA. Questa lettera evidentemente qualche traccia l’ha lasciata se il Sindaco di Casale Monferrato ed il consigliere delle lista civica di opposizione Nuove Frontiere, hanno citato gli Stati Generali del Monferrato, come strumento per potenziare i rispettivi territori e, ancora recentemente, durante il Forum che si è svolto all’Hotel Candiani di Casale Monferrato, lo stesso Sindaco di Casale ha parlato di prossima convocazione degli Stati Generali del Monferrato, sia pure partendo dal Monferrato Casalese.
Ora che lo scenario è definito all’interno di un’unica aggregazione, la strada da seguire è quella, da subito e senza indugi, del Patto territoriale su un asse Asti – Casale, da un lato e sull’asse Acqui Terme – Nizza – Canelli, tutti territori che hanno il denominatore comune del vino, con Asti, che ha ed avrà un ruolo di centralità, per creare un vero contraltare al nuovo capoluogo, Alessandria ed all’asse industriale Tortona - Novi Ligure. In quest’ottica il Manifesto per la valorizzazione delle collina piemontese, approvato dalla Giunta Provinciale e dai Capigruppo del Consiglio Provinciale di Asti può davvero essere un momento di partenza. E fa certamente impressione la reiezione che una città, a vocazione vinicola e storicamente monferrina (fu una delle sedi della corte marchionale) come Moncalvo abbia votato contro in modo così netto a tale proposta alla fine di settembre, tra l’altro poco dopo che il Consiglio Provinciale di Asti aveva deliberato all’unanimità un documento nel quale si esprimeva a favore del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, che nella città aleramica è una presenza storica. Un accenno, infine, alle dimissioni anzitempo di Maria Teresa Armosino, già Presidente della Provincia di Asti. Il Movimento Progetto Piemonte valuta in modo assolutamente negativo tale passo indietro.
La retrocessione dell’organo politico prima ancora che inizi la fase di transizione dai vecchi ai nuovi assetti provinciali (quindi in un momento molto delicato per quella che è oggi la comunità provinciale astigiana), lasciandone la gestione nelle mani di un commissario, vuole dire dare ragione a chi si fa bandiera dell’antipolitica. Non ci si deve dimenticare che Politica (la P è volutamente maiuscola) vuol dire “appartenere al Popolo, governare in nome del Popolo, tornare al Popolo” una volta finito il mandato e non tornare a Montecitorio, dove peraltro si è seduti da molte legislature. E’ amaro dirlo ma sembra di risentire un’aria da 8 settembre di una certa politica, magari aiutata dal fatto che in Provincia d’Asti è stato intitolato un Paese ad un certo Maresciallo d’Italia a nome Pietro Badoglio. Ma questa è un’altra storia sulla quale torneremo presto."

giovedì 1 novembre 2012

Gli Stati Generali del Monferrato avrebbero potuto salvare la provincia astigiana

Provincia di Asti – Stemma 
Dopo il decreto legge che cancella la Provincia di Asti
Iaretti (MPP): “Marco Galvagno ha ragione. Enolandia
o gli Stati Generali del Monferrato avrebbero potuto salvare
la provincia astigiana.
Con le dimissioni dell’ex Presidente Armosino
si sente aria di 8 settembre”

Ha perfettamente ragione Marco Galvagno, presidente del Consiglio Provinciale di Asti nel dire che lo sviluppo di Enolandia, o degli Stati Generali del Monferrato, avrebbero potuto salvare la Provincia di Asti, sia pure annacquata, si scusi il termine in una nuova “Provincia del Vino”. Giorgio Galvagno, da Sindaco di Asti, forse con una premonizione aveva lanciato questa idea e ancora alle ultime elezioni comunali l’ha proposta con forza, come punto qualificante del suo programma. Per questo il Movimento Progetto Piemonte ha stipulato con Giorgio Galvagno un’alleanza elettorale, che non è sicuramente terminata e che va rilanciata, in quanto basata praticamente sull’identica idea degli Stati Generali del Monferrato, ovvero di una aggregazione su area vasta di un territorio. L’unica differenza è che nella proposta di Enolandia, il denominatore comune erano (e sono) i territori a forte vocazione vitivinicola, per gli Stati Generali, il Monferrato dove la storia fa da aggregazione. Ma le due proposte si sovrappongono quasi a fotocopia. Quando è pervenuto a Casale Monferrato il “Manifesto per la valorizzazione della collina piemontese”, che in sostanza ricalcava tutto quanto finora ho detto, Movimento Progetto Piemonte, in una lettera al Sindaco di Casale Giorgio Demezzi e a tutti i capigruppo, poco prima che l’argomento venisse trattato in seduta consiliare, ha evidenziato, che pur pervenuta quasi fuori tempo massimo (con tutte le connotazioni negative del caso) tuttavia poteva rappresentare una ottima base di partenza per un discorso di aggregazione territoriale diverso da quello oggi esistente, A PRESCINDERE DAL DISCORSO PROVINCIA SI, PROVINCIA NO, PROVINCIA CON ALESSANDRIA, PROVINCIA SENZA ALESSANDRIA. Questa lettera evidentemente qualche traccia l’ha lasciata se il Sindaco di Casale Monferrato ed il consigliere delle lista civica di opposizione Nuove Frontiere, hanno citato gli Stati Generali del Monferrato, come strumento per potenziare i rispettivi territori e, ancora recentemente, durante il Forum che si è svolto all’Hotel Candiani di Casale Monferrato, lo stesso Sindaco di Casale ha parlato di prossima convocazione degli Stati Generali del Monferrato, sia pure partendo dal Monferrato Casalese. Ora che lo scenario è definito all’interno di un’unica aggregazione, la strada da seguire è quella, da subito e senza indugi, del Patto territoriale su un asse Asti – Casale, da un lato e sull’asse Acqui Terme – Nizza – Canelli, tutti territori che hanno il denominatore comune del vino, con Asti, che ha ed avrà un ruolo di centralità, per creare un vero contraltare al nuovo capoluogo, Alessandria ed all’asse industriale Tortona - Novi Ligure. In quest’ottica il Manifesto per la valorizzazione delle collina piemontese, approvato dalla Giunta Provinciale e dai Capigruppo del Consiglio Provinciale di Asti può davvero essere un momento di partenza. E fa certamente impressione la reiezione che una città, a vocazione vinicola e storicamente monferrina (fu una delle sedi della corte marchionale) come Moncalvo abbia votato contro in modo così netto a tale proposta alla fine di settembre, tra l’altro poco dopo che il Consiglio Provinciale di Asti aveva deliberato all’unanimità un documento nel quale si esprimeva a favore del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, che nella città aleramica è una presenza storica.
Un accenno, infine, alle dimissioni anzitempo di Maria Teresa Armosino, già Presidente della Provincia di Asti. Il Movimento Progetto Piemonte valuta in modo assolutamente negativo tale passo indietro. La retrocessione dell’organo politico prima ancora che inizi la fase di transizione dai vecchi ai nuovi assetti provinciali (quindi in un momento molto delicato per quella che è oggi la comunità provinciale astigiana), lasciandone la gestione nelle mani di un commissario, vuole dire dare ragione a chi si fa bandiera dell’antipolitica. Non ci si deve dimenticare che Politica (la P è volutamente maiuscola) vuol dire “appartenere al Popolo, governare in nome del Popolo, tornare al Popolo” una volta finito il mandato e non tornare a Montecitorio, dove peraltro si è seduti da molte legislature. E’ amaro dirlo ma sembra di risentire un’aria da 8 settembre di una certa politica, magari aiutata dal fatto che in Provincia d’Asti è stato intitolato un Paese ad un certo Maresciallo d’Italia a nome Pietro Badoglio. Ma questa è un’altra storia sulla quale torneremo presto.
Casale Monferrato, 1 novembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


mercoledì 31 ottobre 2012

MPP vicino al popolo del Tibet. Un appello a tutti i movimenti autonomisti per essere vicini ad un popolo oppresso




E’ stato in visita a Torino venerdì 26 ottobre

Dal primo ministro del Tibet Lonsang Sangay un grande esempio di dignita nel rappresentare un Popolo che soffre

Iaretti: “MPP vicino al popolo del Tibet. Un appello a tutti i movimenti autonomisti per essere vicini ad un popolo oppresso”

La visita del primo ministro del Governo in esilio del Tibet, Lobsang Sangay a Torino, realizzata con l’impegno della Regione Piemonte e dell’Associazione peri il Tibet ed il diritti umani è stata l’occasione dell’incontro e della conoscenza con il capo del governo di un Paese che in questo momento si trova dal 1950 occupato sotto il piede di un occupante straniero che ne ha sigillato le frontiere. Particolarmente toccante è stato il momento pubblico, svoltosi venerdì nella sede del Museo di Scienze Naturali in via Giolitti a Torino. Lobsang Sangay ha ricordato di essere stato eletto con il voto di tutti gli appartenenti alle comunità tibetane all’estero e che le schede per le votazioni sono state portate a dorso di yak in luoghi dove la temperatura arriva sino a meno quaranta gradi ed in altri luoghi dell’India dove invece supera i quaranta gradi. Il primo ministro ha poi esposto un episodio che dovrebbe fare riflettere: sul finire della campagna lui e l’altro competitore in corsa per il premierato dovevano tenere due confronti, uno a Delhi e l’altro a Dharamsala. Poiché vi sono 12 ore di auto tra i due posti ed essendo il taxista che li portava letteralmente stremato, si sono fermati in un albergo e, viste le poche stanze disponibili, ne hanno divisa una entrambi. Immaginarsi se in Italia facessero la stessa cosa Bersani e Renzi o Berlusconi e Fini o Grillo ed uno dei precedenti …

Sulla situazione attuale del Tibet, Lobsang Sangay, che è si è laureato ed è docente ad Harvard, ha detto che “è estremamente seria e grave. La bandiera tibetana è proibita, chi l’ha finisce immediatamente in carcere. Essere trovati in possesso di una foto del Dalai Lama può portare delle conseguenze serissime ed il carcere”. Il premier tibetano in esilio ha ricordato il voto del Parlamento italiano dell’8 febbraio di quest’anno a favore dell’indipendenza, della libertà e della democrazia in Tibet. “I Tibetani in Tibet sanno che c’è un forte sostegno in Italia, come in non molti altri Paesi quali gli Stati Uniti, l’Unione Europea il Giappone dove c’è stata una mozione di oltre 100 parlamentari. Lobsang Sangay ha ricordato anche i 59 (nel frattempo sono diventati 60) tibetani che si sono immolati col fuoco per la libertà nel loro Paese, dei quali 43 (ora diventati 44) soltanto quest’anno. Poi ha tracciato un parallelo con i bonzi che si davano fuoco ai tempi della guerra del Vietnam, con Jan Palak a Praga ai tempi dell’invasione sovietica del 1968, con chi si è dato fuoco in Tunisia e la nascita della “Primavera Araba”. Alle due sostanziali richieste, ovvero che il Dalai Lama, guida spirituale di tutti i tibetani, possa tornare in Tibet e che i tibetani possano essere liberi, il Governo cinese ha reagito con una repressione ancora più dura. E ha citato le parole di uno studioso cinese. “Oggi a Lhasa ci sono più cinesi che tibetani, più fucili che lampade, più videocamere di sorveglianza che finestre, più militari che monaci”. Turisti e giornalisti non possono entrarvi, BBC e CNN si sono visti minacciare del ritiro del visto, l’associazione Giornalisti senza frontiere ha detto che la situazione è peggio che in Corea del Nord, dove almeno c’è un giornalista straniero.

Il premier del Tibet ha poi insistito sul fatto che quello che il suo popolo chiede è un’autonomia reale all’interno della Cina, e che nella sua responsabilità di primo ministro vi è il compito di andare ovunque nel mondo per condividere la sofferenza tibetana. “Questa è la realtà, così è come stanno le cose”.

All’incontro pubblico al Museo di Scienze naturali ho preso parte come consigliere comunale di Parella (TO) e dell’Unione delle Terre del Chiusella e fatto presente che Parella ha aderito, con circa altri 200 enti locali piemontesi alla campagna di sensibilizzazione per la libertà e la democrazia del Tibet, suo tempo effettuata, e che nella sala consigliare c’è la bandiera tibetana la quale verrà rimossa soltanto quando il popolo tibetano avrà la sua libertà. Personalmente mi ha colpito la dignità di chi sta viaggiando all’estero perorando la causa di un popolo che è sotto l’ultimo piede coloniale, anche se l’epopea delle decolonizzazioni è ormai consegnata alla storia (non, però, delle dipendenze economiche, ma questa è un’altra storia ancora in fase di scrittura). Il Movimento Progetto Piemonte, proprio perché il Piemonte è una terra che da sempre ha dato nella storia grandi esempi di libertà e di democrazia, basati sull’autodeterminazione, si farà portatore, da solo o con altre forze ed associazioni, in tutte le sedi dove è presente e dove ha degli amici o sostenitori di iniziative a favore del Tibet e del popolo tibetano affinché anche in quella lontana terra la sua bandiera possa sventolare libera. E si appella a tutti i movimenti veramente autonomisti per coordinare le proprie forze a questo obiettivo, nobile, senza secondi o terzi fini, nella vicinanza ad un popolo veramente oppresso.

Casale Monferrato, 28 ottobre 2012

Massimo Iaretti

Presidente Movimento Progetto Piemonte


mercoledì 24 ottobre 2012

Mpp: 'Gli stati generali del Monferrato non siano limitati ai soli sindaci'

POLITICA

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index
 

Il Mpp: 'Gli stati generali del Monferrato non siano limitati ai soli sindaci'

Prosegue la discussione sulla proposta, dopo l'apertura del sindaco Demezzi

A proposito della dichiarata disponibilità del sindaco di Casale Giorgio Demezzi, di convocare gli “Stati Generali del Monferrato”, dietro sollecitazione rivoltagli dal consigliere della lista civica Nuove Frontiere Massimo De Bernardi, il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti afferma: “Le dichiarazioni di Giorgio Demezzi in risposta alle sollecitazioni di De Bernardi sono un fatto assolutamente positivo in quanto è nella direzione della proposta che MPP ha più volte avanzato negli ultimi 2 anni di convocare gli Stati Generali del Monferrato”.
“Nel corso del dibattito in consiglio comunale a Casale Monferrato sui nuovi assetti territoriali, sia il Sindaco, sia il consigliere De Bernardi, avevano nei loro interventi ribadito la bontà di questo nostro metodo, riconoscendone esplicitamente la paternità”.
“Come movimento di territorio faremo la nostra parte per un appuntamento che, auspichiamo, non si debba limitare a coinvolgere solo i Sindaci, ma debba essere esteso, innanzitutto a tutti i consiglieri comunali, alle forze sociali ed economiche, il mondo dell’associazionismo e gli organi di informazione i quali non dovranno, a nostro avviso, avere un ruolo di osservatori, essere coinvolti come “antenne” delle diffusione delle istanze del territorio, in modo che il dibattito sia il più allargato possibile”.

sabato 20 ottobre 2012

Il disco verde agli Stati Generali del Monferrato. Un punto di partenza per i futuri assetti del territorio


Dopo il Forum dell’Associazione Nuove Frontiere
Iaretti: “Il disco verde agli Stati Generali del Monferrato.
Un punto di partenza per i futuri assetti del territorio”
Ma occorrerà non limitarli ai Sindaci e i mezzi di informazione dovranno avere un ruolo non solo da spettatori

A proposito della dichiarata disponibilità del Sindaco di Casale Giorgio Demezzi, di convocare gli “Stati Generali del Monferrato”, dietro sollecitazione rivoltagli dal consigliere della lista civica Nuove Frontiere Massimo De Bernardi, il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti dichiara:
Le dichiarazioni di Giorgio Demezzi in risposta alle sollecitazioni di De Bernardi sono un fatto assolutamente positivo in quanto è nella direzione della proposta che MPP ha più volte avanzato negli ultimi 2 anni di convocare gli Stati Generali del Monferrato. Nel corso del dibattito in consiglio comunale a Casale Monferrato sui nuovi assetti territoriali, sia il Sindaco, sia il consigliere De Bernardi, avevano nei loro interventi ribadito la bontà di questo nostro metodo, riconoscendone esplicitamente la paternità.
Come movimento di territorio faremo la nostra parte per un appuntamento che, auspichiamo, non si debba limitare a coinvolgere solo i Sindaci, ma debba essere esteso, innanzitutto a tutti i consiglieri comunali, alle forze sociali ed economiche, il mondo dell’associazionismo e gli organi di informazione i quali non dovranno, a nostro avviso, avere un ruolo di osservatori, essere coinvolti come “antenne” delle diffusione delle istanze del territorio, in modo che il dibattito sia il più allargato possibile”.
Casale Monferrato, 20 ottobre 2012
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

lunedì 8 ottobre 2012

MPP: Patria Piemontese in pericolo, ci vuole lo statuto speciale

MPP: Patria Piemontese in pericolo, ci vuole lo statuto speciale  

di MASSIMO IARETTI* 

Fonte: Il Fatto Quotidiano  http://www.ilfattoquotidiano.it

L'Indipendenza - Quotidiano Online

 
La Patria Piemontese è in pericolo. Questo non vuole essere 
un inutile allarmismo, ma un dato di fatto. Da un lato c’è la spinta verso la realizzazione di una Macroregione del Nord, fortemente voluta da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dall’altro c’è la mozione sulla Comunità Autonoma del Nord che, come evidenziato su “La Padania” del 25 settembre scorso sta sostenendo la Lega Nord in tutte le Regioni, Piemonte compreso. Dall’altro ancora  c’è una spinta neo – centralista favorita dal “verminaio” politico che si  sta venendo a scoperchiare in questi giorni con le inchieste della Magistratura. In una recente trasmissione Rai del mattino è stato citato un sondaggio (c’è da chiedersi come mai sia stato commissionato e chi l’abbia commissionato così tempestivamente) nel quale una percentuale piuttosto alta di italiani si sarebbe espressa in modo contrario alle Regioni ed una altrettanto alta avrebbe proposto degli accorpamenti in entità ancora maggiori. Sotto quest’ultimo aspetto si starebbero aprendo le danze per un balletto analogo a quello messo in scena per le Province: non potendo abolirle del tutto perché previste dalla Costituzione come enti territoriali, si svuotano con la legge ordinaria dalle loro funzioni di ente di area vasta e le si diminuiscono accorpandole. E qui la regia potrebbe mandare in scena il medesimo spettacolo.  E in questo quadro la Macroregione del Nord o la Comunità Autonoma di Regioni che sia, aprirebbe la strada ad un accorpamento di Regioni nel nome di una inesistente Padania (che non è proprio il caso di dire “si bella e perduta” perché si perde una cosa che esiste, non una che non è mai esistita, se non nella mente di qualcuno).  In un quadro del genere il Piemonte rischierebbe – tra l’altro governato da un presidente di formazione lombarda, di visioni lombarde e di presenza lombarda e romana – di diventare una entità territoriale secondaria al traino della locomotiva lombardo – veneta con la quale non avrebbe alcuna attinenza. La storia e la vocazione europea del Piemonte e del sistema Lombardo – Veneto sono da sempre stati diversi, uno volto alle Alpi ed alla Francia ed alla Svizzera,  l’altro al sistema bavarese e dell’Alpe Adria.
Come Movimento Progetto Piemonte – MPP lo abbiamo detto e scritto moltissime volte nel recente passato ed in tutte le sedi nelle quali siamo presenti, ed in tutte le tribune nelle quali abbiamo diritto e possibilità di parola: la strada da seguire è quella dello Statuto Speciale, o comunque di una profonda revisione dello Statuto che permetta una maggiore autonomia alla comunità regionale piemontese ed alla salvaguardia del suo ambiente, del suo territorio, delle sue tradizioni, e ultimo (ma non per questo meno importante, anzi) del suo tessuto socio – economico, compreso quello agricolo, con la possibilità di trattenere il regione almeno il 90% di imposte e tasse. Per questo il nostro Movimento convocherà nel prossimo mese di novembre una tavola rotonda nella quale verranno invitate tutte le forze interessate ad uno sviluppo del ragionamento sul percorso da intraprendere per lo Statuto Speciale  (con un occhio di particolare riguardo a quelle autonomiste e statutariste)  o, quanto meno, per una profonda revisione dell’attuale carta statutaria piemontese, prevedendo una serie di riforme reali della politica e non soltanto di facciata.
I piemontesi, del resto, sono persone concrete e preferiscono passi fatti con la gamba piuttosto che pericolose fughe in avanti verso concentrazioni che, al di là dello slogan, non si sanno dove possano portare. E soprattutto vogliono essere loro a determinare il proprio futuro e non farlo determinare da chi vive e opera a Roma o a Milano.

*Presidente Movimento Progetto Piemonte

LA PATRIA PIEMONTESE E’ IN PERICOLO



Lettera Aperta ai Cittadini Piemotesi

LA PATRIA PIEMONTESE E’ IN PERICOLO
MPP: Lo Statuto Speciale per salvare il Piemonte
contro il neo – centralismo e la Padania che non c’è

Cittadini del Piemonte,
la Patria Piemontese è in pericolo. Questo non vuole essere un inutile allarmismo, ma un dato di fatto. Da un lato c’è la spinta verso la realizzazione di una Macroregione del Nord, fortemente voluta da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dall’altro c’è la mozione sulla Comunità Autonoma del Nord che, come evidenziato su “La Padania” del 25 settembre scorso sta sostenendo la Lega Nord in tutte le Regioni, Piemonte compreso. Dall’altro ancora c’è una spinta neo – centralista favorita dal “verminaio” politico che si sta venendo a scoperchiare in questi giorni con le inchieste della Magistratura. In una recente trasmissione Rai del mattino è stato citato un sondaggio (c’è da chiedersi come mai sia stato commissionato e chi l’abbia commissionato così tempestivamente) nel quale una percentuale piuttosto alta di italiani si sarebbe espressa in modo contrario alle Regioni ed una altrettanto alta avrebbe proposto degli accorpamenti in entità ancora maggiori. Sotto quest’ultimo aspetto si starebbero aprendo le danze per un balletto analogo a quello messo in scena per le Province: non potendo abolirle del tutto perché previste dalla Costituzione come enti territoriali, si svuotano con la legge ordinaria dalle loro funzioni di ente di area vasta e le si diminuiscono accorpandole. E qui la regia potrebbe mandare in scena il medesimo spettacolo. E in questo quadro la Macroregione del Nord o la Comunità Autonoma di Regioni che sia, aprirebbe la strada ad un accorpamento di Regioni nel nome di una inesistente Padania (che non è proprio il caso di dire “si bella e perduta” perché si perde una cosa che esiste, non una che non è mai esistita, se non nella mente di qualcuno). In un quadro del genere il Piemonte rischierebbe – tra l’altro governato da un presidente di formazione lombarda, di visioni lombarde e di presenza lombarda e romana – di diventare una entità territoriale secondaria al traino della locomotiva lombardo – veneta con la quale non avrebbe alcuna attinenza. La storia e la vocazione europea del Piemonte e del sistema Lombardo – Veneto sono da sempre stati diversi, uno volto alle Alpi ed alla Francia ed alla Svizzera, l’altro al sistema bavarese e dell’Alpe Adria.
Come Movimento Progetto Piemonte – MPP lo abbiamo detto e scritto moltissime volte nel recente passato ed in tutte le sedi nelle quali siamo presenti, ed in tutte le tribune nelle quali abbiamo diritto e possibilità di parola: la strada da seguire è quella dello Statuto Speciale, o comunque di una profonda revisione dello Statuto che permetta una maggiore autonomia alla comunità regionale piemontese ed alla salvaguardia del suo ambiente, del suo territorio, delle sue tradizioni, e ultimo (ma non per questo meno importante, anzi) del suo tessuto socio – economico, compreso quello agricolo, con la possibilità di trattenere il regione almeno il 90% di imposte e tasse. Per questo il nostro Movimento convocherà nel prossimo mese di novembre una tavola rotonda nella quale verranno invitate tutte le forze interessate ad uno sviluppo del ragionamento sul percorso da intraprendere per lo Statuto Speciale (con un occhio di particolare riguardo a quelle autonomiste e statutariste) o, quanto meno, per una profonda revisione dell’attuale carta statutaria piemontese, prevedendo una serie di riforme reali della politica e non soltanto di facciata.
I piemontesi, del resto, sono persone concrete e preferiscono passi fatti con la gamba piuttosto che pericolose fughe in avanti verso concentrazioni che, al di là dello slogan, non si sanno dove possano portare. E soprattutto vogliono essere loro a determinare il proprio futuro e non farlo determinare da chi vive e opera a Roma o a Milano.
Casale di Sant’Evasio (Casale Monferrato), 8 ottobre 2012

IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

venerdì 5 ottobre 2012

No alla centrale a biomasse a Torrazza Piemonte


Decisa presa di posizione del Movimento Progetto Piemonte
No alla centrale a biomasse a Torrazza Piemonte
Iaretti (MPP): “Occorre coinvolgere anche i Comuni confinanti. Si al ricorso al Tar delle Associazioni Ambientaliste”

Il Movimento Progetto Piemonte, come ha già fatto in occasione di alcuni incontri promossi dalle associazioni ambientaliste, ribadisce il suo no deciso alla realizzazione di una centrale a biomasse nel territorio di Torrazza Piemonte. Per fare un’analogia con la Provincia di Vercelli, che in materia di energia ha “già dato” e che è stato alla base del diniego per un impianto analogo a Cigliano, anche il territorio del Chivassese, e di Torrazza in particolare, ha già dato. Pertanto è assolutamente giusta e sacrosanta l’opposizione delle Associazioni Ambientaliste, che troverà concretizzazione in particolare in un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte. Altresì l’auspicio è che l’Amministrazione Comunale di Torrazza, al di là dell’opposizione in Conferenza dei Servizi rompa gli indugi e depositi anch’essa un ricorso al Tar Piemonte. Per quanto MPP sia distante milioni di anni luce dal modo di fare politica del Movimento 5 Stelle, tuttavia non può non condividere la richiesta di una moratoria espressa dal Consigliere regionale Davide Bono sugli impianti a biomasse, in attesa che venga normata una legislazione chiara e trasparente, a tutela degli interessi dei cittadini e dell’ambiente, in quanto proposta che si basa sul buon senso.
MPP – Movimento Progetto Piemonte inoltre evidenzia la necessità di un coinvolgimento attivo dei Comuni confinanti, anche se interessati marginalmente, quali Verolengo, Rondissone e Chivasso, per quanto di sua competenza, essendo fondamentale la consapevolezza che il problema di un Comune non è solo di quel Comune, ma dell’intero territorio.
Casale Monferrato, 3 ottobre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

Luigi D’Alessandro
Fiduciario MPP di Verolengo


martedì 25 settembre 2012

Strage di Torino di 148 anni fa. L'episodio è raccontato nel libro di Roberto Gremmo "La prima strage di Stato".

Casale Monferrato

Anche un casalese nei morti della strage di Torino di 148 anni fa

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it
L'episodio è raccontato nel libro di Roberto Gremmo "La prima strage di Stato". Molti uomini e donne vennero uccisi in scontri di piazza il 21 e 22 settembre 1864. Protestavano contro lo spostamento della Capitale del Regno d'Italia da Torino a Firenze.
Si chiamava Gaudenzio Campora, aveva ventuno anni e faceva il tipografo. Ed era di Casale Monferrato. Il suo nome, però, insieme a quello di molti altri, non compare nelle storie dell'Italia del Risorgimento, prima dell'Unità e neppure dei primi, difficili, anni in cui come fatta l'Italia erano da fare gli italiani. Morì in piazza San Carlo a Torino nelle tragiche giornate del 21 e 22 settembre del 1864 quando la folla che era scesa in piazza per protestare contro l'annunciato spostamento della capitale d'Italia da Torino a Firenze si trovò ad affrontre la reazione dei carabinieri e dell'esercito regio. Intervento che fu durissimo perché morirono in molti sul selciato di piazza Castello e di piazza San Carlo. E tra loro anche Campora. Poi, dopo le inchieste ordinate dal Governo e della municipalità di Torino, via via è calato il velo su questo episodio (come, del resto, su molti altri della nostra storia, ma gli italiani hanno troppo spesso la memoria corta). Ad rievocarlo è un libro di Roberto Gremmo, politico e storico biellese, "La prima strage di Stato - Il massacro di Torino del 1864" edito per i tipi di Storia Ribelle, Biella, per la prima volta nel 1999 e ristampato in seconda edizione, molto arricchito nelle note e nel testo, proprio in questo mese di settembre.

A.Z. - redazione@alessandrianews.it 

lunedì 3 settembre 2012

MPP sollecita il sindaco di Borgo San Martino Mirco Capra ad intitolare una via, una strada, una piazza alla figura di Erminio Spalla ...


Egr.Sig.
Mirco Capra
Sindaco del Comune di
15032 – Borgo S. Martino (AL)
Residenza Municipale


OGGETTO: Richiesta intitolazione via, piazza, strada ad Erminio Spalla

Egregio Signor Sindaco,
sono con questa mia a rinnovare formalmente l’intitolazione di una via, di una strada o di una piazza nel territorio comunale alla persona di Erminio Spalla (nato a Borgo San Martino il 7 luglio 1897 e deceduto a Roma il 14 agosto 1971), figura di primo piano nel secolo scorso del mondo sportivo (campione d’Italia di pugilato fu il primo italiano, il 20 maggio 1923, sconfiggendo il belga Pier van der Veer a fregiarsi del titolo di campione d’Europa) e dello spettacolo, una volta terminata la carriera sportiva .
Tale richiesta era già stata trasmessa esattamente un anno fa alla Sua persona ed è rimasta senza alcun seguito o risposta.
Faccio altresì presente che, durante questo arco di tempo, una palestra di pugilato a Casale Monferrato è stata dedicata alla persona di Erminio Spalla, con la partecipazione alla cerimonia di inaugurazione dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, a dimostrazione del ruolo che ebbe Erminio Spalla nello sport italiano. Manca, dunque, allo stato, il riconoscimento del suo Paese natale.
Confidando in una Sua risposta positiva, porgo distinti saluti
Casale Monferrato, 3 settembre 2012



IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte

Dott. Massimo Iaretti


martedì 28 agosto 2012

Movimento Progetto Piemonte: una proposta contro la crisi idrica 

Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com

 
La prolungata mancanza di piogge ha messo davanti agli occhi di tutti le difficoltà nelle quali viene a trovarsi il settore agricolo, e non solo, anche in Piemonte. Per fare fronte a questa situazione, ovviamente con un occhio al futuro, il Movimento Progetto Piemonte – MPP propone che la Regione Piemonte, d’intesa con la associazioni di irrigazione, i Consorzi di bonifica e le organizzazioni professionali agricole, dia vita ad una rete di micro invasi che consentano la captazione delle acque meteoriche e di quelle derivanti dal disgelo dopo le nevicate al fine di evitare che questo patrimonio vada a disperdersi. “Già negli anni passati – dice il presidente MPP, Massimo Iaretti – una organizzazione agricola aveva avanzato una proposta del genere, che è rimasta, però, lettera morta. Certamente questa non sarebbe la soluzione del problema di una situazione di eccezionale carenza idrica ma consentirebbe un certo margine di azione e di respiro per l’agricoltura piemontese”. MPP poi esprime attraverso il presidente Iaretti “piena condivisione della posizione dei Radicali per una nuova gestione delle risorse idriche, in quanto le otto proposte avanzate da Igor Boni, presidente dell’Associazione Adelaide Aglietta e da Silvio Viale, presidente dei Radicali Italiani, hanno il pregio di entrare nel merito del problema dell’utilizzo consapevole di un bene comune quale è l’acqua, in un settore tanto delicato come l’agricoltura”. Le proposte sono quelle del risparmio idrico, della conversione graduale della coltivazione del riso in sommersione verso il riso in irrigazione turnata, dell’utilizzo delle colture a maggiore impatto idrico come riso e mais solo sui terreni più adatti, del pagamento della acqua da parte degli utilizzatori considerano il reale volume consumato, dell’utilizzo del “Manuale di buona pratica irrigua”, di campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, di incentivazione delle campagne di sensibilizzazione rispetto al consumo idrico nelle case. “Sono tutte soluzioni fattibili in tempi brevi – dice ancora Massimo Iaretti – e che darebbero immediatamente dei frutti, unitamente a quanto da noi proposto, con un impatto ambientale assolutamente limitato e riducendo al minimo gli sprechi. Per questo riteniamo sia assolutamente necessario che il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota convochi in sessione straordinaria, una seduta del Consiglio Regionale, in forma aperta, proprio alla luce dell’importanza del problema e dell’urgenza delle soluzioni da adottare per il futuro prossimo. La difesa delle acque e del suolo del Piemonte sono, insieme alla valorizzazione della montagna, della collina e dell’agricoltura piemontese una priorità che è contenuta nel nostro Statuto e costituiscono la bussola del nostro agire politico”.
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

Macroregione del Nord? Non col Piemonte. Meglio lo statuto speciale 

Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com

di MASSIMO IARETTI*

Egregio Direttore, le “grandi manovre” in corso per la realizzazione di una Macroregione del Nord, proposta dal presidente della Lombardia Formigoni ed accolta con entusiasmo dal presidente del Piemonte Roberto Cota lasciano il tempo che trovano. Innanzitutto la strada della fusione di più regioni in una o la creazione di una nuova Regione non è né breve, né agevole, dovendo passare attraverso una legge costituzionale, sentiti i Consigli Regionali interessati, a richiesta di tanti Consigli Comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate  e sia approvata da un referendum con il voto favorevole della maggioranza della popolazione.
Questo è quello che oggi recita l’articolo 132 della Costituzione. La proposta di “assemblare” Piemonte, Lombardia e Veneto in un’unica entità sembra oggi più uno spot elettorale tendente a resuscitare il progetto, mai decollato, di una inesistente “Padania” che non altro. Nella “Macroregione” di Cota, Formigoni e Zaia, il Piemonte si troverebbe, comunque, a giocare un ruolo secondario rispetto alle altre 2 realtà regionali, alle quali sarebbe subordinato. Che solidarietà, ad esempio, ha avuto il Piemonte delle regioni vicine nel recente taglio dei “Tribunali di Città”? Il presidente Cota, piemontese di frontiera per nascita, ma lombardo per formazione e romano per presenza televisiva, dovrebbe invece sforzarsi a sviluppare il ruolo piemontese nell’Euroregione, nell’implementare quei rapporti storici che esistono con la Valle d’Aosta e la Liguria, come già si era iniziato a fare in passato.
Sarebbe un peccato disperdere l’esperienza degli anni scorsi soltanto perché c’è stato un cambio di amministrazione a Torino. E non si dimentichi che, in particolare tra Piemonte e Liguria, esiste un legame storico che risale al MedioEvo. In questo senso il Marchesato di Monferrato, che si estendeva dall’Alto Piemonte al Mare, anticipò di secoli Macroregioni e quant’altro. Come Movimento Progetto Piemonte riteniamo comunque che la soluzione per la nostra regione debba passare in ogni caso dallo Statuto Speciale. E’ un percorso lungo e faticoso ma senz’altro più aderente alla nostra storia ed al nostro ruolo in Italia ed in Europa. Per questo prossimamente convocheremo una tavola rotonda aperta a tutte le forze autonomiste e statutariste, finalizzandone le conclusioni all’inizio di un percorso che vada in direzione di passi concreti per il popolo del Piemonte e non in spot per la riedizione di modelli già bocciati dalla storia e dall’azione di chi li ha proposti.

*Movimento Progetto Piemonte

lunedì 27 agosto 2012

L'Mpp boccia la macroregione proposta da Formigoni ed appoggiata da Cota

L'Mpp boccia la macroregione proposta da Formigoni ed appoggiata da Cota

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it

Le “grandi manovre” in corso per la realizzazione di una Macroregione del Nord, proposta dal presidente della Lombardia Formigoni ed accolta con entusiasmo dal presidente del Piemonte Roberto Cota lasciano il tempo che trovano. Innanzitutto la strada della fusione di più regioni in una o la creazione di una nuova Regione non è né breve, né agevole, dovendo passare attraverso una legge costituzionale, sentiti i Consigli Regionali interessati, a richiesta di tanti Consigli Comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate e sia approvata da un referendum con il voto favorevole della maggioranza della popolazione. Questo è quello che oggi recita l’articolo 132 della Costituzione. La proposta di “assemblare” Piemonte, Lombardia e Veneto in un’unica entità sembra oggi più uno spot elettorale tendente a resuscitare il progetto, mai decollato, di una inesistente “Padania” che non altro. Nella “Macroregione” di Cota, Formigoni e Zaia, il Piemonte si troverebbe, comunque, a giocare un ruolo secondario rispetto alle altre 2 realtà regionali, alle quali sarebbe subordinato. Che solidarietà, ad esempio, ha avuto il Piemonte delle regioni vicine nel recente taglio dei “Tribunali di Città” ? Il presidente Cota, piemontese di frontiera per nascita, ma lombardo per formazione e romano per presenza televisiva, dovrebbe invece sforzarsi a sviluppare il ruolo piemontese nell’Euroregione, nell’implementare quei rapporti storici che esistono con la Valle d’Aosta e la Liguria, come già si era iniziato a fare in passato. Sarebbe un peccato disperdere l’esperienza degli anni scorsi soltanto perché c’è stato un cambio di amministrazione a Torino. E non si dimentichi che, in particolare tra Piemonte e Liguria, esiste un legame storico che risale al MedioEvo. In questo senso il Marchesato di Monferrato, che si estendeva dall’Alto Piemonte al Mare, anticipò di secoli Macroregioni e quant’altro. Come Movimento Progetto Piemonte riteniamo comunque che la soluzione per la nostra regione debba passare in ogni caso dallo Statuto Speciale. E’ un percorso lungo e faticoso ma senz’altro più aderente alla nostra storia ed al nostro ruolo in Italia ed in Europa. Per questo prossimamente convocheremo una tavola rotonda aperta a tutte le forze autonomiste e statutariste, finalizzandone le conclusioni all’inizio di un percorso che vada in direzione di passi concreti per il popolo del Piemonte e non in spot per la riedizione di modelli già bocciati dalla storia e dall’azione di chi li ha proposti.
20/08/2012
Massimo Iaretti - portavoce@progettopiemonte.it