lunedì 27 febbraio 2012

Giornata del ricordo: Negare sarebbe veramente un oltraggio alla memoria

Giornata del ricordo: Negare sarebbe veramente un oltraggio alla memoria

Fonte: Il Monferrato http://www.ilmonferrato.it/index.php

Casale Monferrato | 23/02/2012 —

Caro Claudio Debetto,

mi permetto, attraverso questa lettera aperta, di inoltrarti alcune considerazioni relative al tuo intervento apparso su “Il Monferrato” del 17 febbraio relativo al “Giorno del Ricordo”.
Premesso che ci conosciamo da alcuni anni e che ti sei un uomo buono, impegnato nel sociale, convinto in quello che fai, da anni, a favore degli ultimo e che ti ho apprezzato come presidente della fu Consulta per la pace.

E mi spiego meglio: è una realtà storica assodata che l’atteggiamento degli Italiani nei confronti degli Slavi nel periodo in cui Istria, Dalmazia e Terre Giuliane facevano parte del Regno d’Italia non fu sempre felice. E’ altrettanto vero che il fascismo di confine non fu certo tenero nei confronti delle minoranza linguistiche e che attuò una politica di italianizzazione forzata nei confronti di altoatesini, sloveni e, anche, occitani in Piemont che definire idiota sarebbe oggi il minimo. Ma il tutto va contestualizzato e non va dimenticato che i confine orientali erano già una “Terra Promessa” per i nazionalisti tipo Corradini, Federzoni o Rocco anteriormente alla Prima Guerra Mondiale.
Come pure è vero che durante la guerra fascista il Regio Esercito, soprattutto in Montenegro commise crimini di guerra che mai furono abbastanza condannati o giudicati. Come pure è vero, secondo lo storico italiano ma di etnia slovena, Pirjevec, che alcuni sloveni negli anni Trenta vennero fucilati dagli italiani a Trieste.
Nessuno questo lo nega o deve negarlo. Ma non si deve neanche negare, perché sarebbe veramente un oltraggio alla memoria, il genocidio attraverso il martirio delle foibe e la diaspora dei moltissimi fratelli Istriani, Giuliani e Dalmati, durante e subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ad opera – soprattutto di quei macellai (non li definisco in altro modo) che furono i titini del IX Corpus di “Liberazione”. Nessuno nega che la Jugoslavia fu l’unico paese europeo in cui la guerra di liberazione fu davvero tale, perché i tedeschi vennero impegnati a livello di divisioni, ma nessuno può, e deve negare, ciò che accadde dopo agli italiani. E dirò di più: in foiba non finirono soltanto I fascisti come qualcuno (non Tu, ovviamente) vorrebbe fare credere, ma gli italiani in quanto tali. A questo proposito chiunque voglia documentarsi vada a vedere che fine ha fatto il CLN di Trieste, dopo l’arrivo degli assassin del IX Corpus. Voglio poi, per amore di verità, sottolineare un altro aspetto: sui profughi Istriani, Giuliani e Dalmati nel secondo dopo guerra calò un velo di silenzio perché la loro sorte, per motivi di “real politic” venne quasi dimenticata dai Governi dell’epoca – tutti a guida democristiana – quasi a fare passare sotto silenzio i nostri crimini di guerra in Jugoslavia, dei quali non mi risulta ci sia stata una “Norimberga” o una comparizione davanti a qualsiasi Corte Internazionale, che avrebbe dovuto e dovrebbe pur esserci perchè quei crimini non possono essere sottaciuti.
Caro Claudio, lo ripeto, la storia va sicuramente letta a 360 gradi e le porcate italiane in quelle terre ci sono state, ma un genocidio – perché tale è stato – non può essere nè passato sotto silenzio, nè tantomeno negato.
Non ti chiederò qui di dichiarare “Il tuo sangue ed il tuo suolo”, quella è una ideologia che non mi appartiene, ma di valutare la possibilità di una memoria condivisa con un gesto che potrebbe veramente essere di ricerca della Verità e non solo di una parte della Verità. Perché non andiamo insieme, Tu ed io, a Basovizza e dove vennero fucilati dai militi fascisti gli irredentisti sloveni negli anni Trenta, ed insieme Tu ed io, e quanti altri lo vorranno, non deponiamo una corona a ricordo di questi e di quei morti. Perché tutti sono morti e come tali vanno rispettati e ricordati.
E chiudo citando una bellissima strofa della canzone di Francesco Guccini dedicata a Silvia Baraldini, allora detenuta negli Stati Uniti, che credo contenga il perchè di questa vicenda ed il perché del Ricordo: “L’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte”.
Aspetto una Tua risposta.
Con immutata stima.

Massimo Iaretti

venerdì 17 febbraio 2012

Verolengo. Una ordine del giorno per chiedere la diminuzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte

Iniziativa del Fiduciario MPP di Verolengo
Una ordine del giorno per chiedere la diminuzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte
Iniziativa in collaborazione con la minoranza di Verolengo

Luigi D’Alessandro, fiduciario del Movimento Progetto Piemonte – MPP di Verolengo (e portavoce della Lista civica Progetto Chivasso - MPP) ha promosso la presentazione di un ordine del giorno a sostegno della petizione “Fuori i soldi dalla politica” che ha depositato 22mila firme in Consiglio regionale, chiedendo una diminuzione delle indennità dei consiglieri regionali. D’Alessandro, insieme al presidente dell’MPP Massimo Iaretti, aveva incontrato il primo firmatario Fabio Martina, all’indomani della audizione in prima commissione del Consiglio regionale. Da qui è nata un’iniziativa che vede coinvolto tutto il movimento che ha presentato in diversi consigli comunali, dove e rappresentato o tramite singoli consiglieri sensibili un ordine del giorno nel quale si invitano i singoli consiglieri comunali a sostenere l’iniziativa ed a trasmettere il documenti alla presidenza del Consiglio regionale.
Comuni come Parella o l’Unione dei comuni Terre del Chiusella hanno già approvato il documento e la relativa proposta presentata da MPP e da Fabio Martina per la ristrutturazione deglle indennità (il tutto è scaricabile dal sito www.movimentoprogettopiemonte.webs.com nella sezione documenti). Luigi D’Alessandro, grazie ad un accordo con il gruppo di minoranza presenta l’ordine del giorno anche a Verolengo, che verrà firmato dal capogruppo Silvia Bevilacqua e dai consiglieri Alex Acide, Roberto Cattozzi e Piermario Matta, che si sono impegnati fimando l’ordine del giorno, sensibili alle problematiche socio – economiche che in questo periodo riguardano le famiglie verolenghesi.
Casale Monferrato, 6 febbraio 2012
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte
Luigi D’Alessandro
Fiduciario di Verolengo MPP

ASTI. MPP interviene sul Piano di Sviluppo proposto dal sindaco di Asti: “Molto bene l’obiettivo del “Piemonte del Vino”

Dopo la presentazione al Politeama di Asti il Movimento Progetto Piemonte sul Piano di sviluppo: “Molto bene l’obiettivo del “Piemonte del Vino”

Lunedì 13 febbraio, ad Asti, il Sindaco Giorgio Galvagno ha presentato alla cittadinanza il progetto “Un fututo per Asti – Piano di sviluppo per la Città”. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti, che nel mese di agosto dell’anno scorso aveva indirizzato una lettera al sindaco di Asti ed agli altri primi cittadini dei Comuni del Monferrato storico (Casale Monferrato, Acqui Terme, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo, Alba, Chivasso e Trino Vercellese) valuta positivamente l’obiettivo, definito prioritario nel documento, di costituire un sistema “Piemonte del Vino” ovvero “quel territorio che comprende Monferrato, Langhe, Roero, le città di Asti, Alba, Acqui, Casale Monferrato”.
“Un simile sistema territoriale – dice Massimo Iaretti – costituirebbe un vero riequilibrio all’interno del sistema Piemonte, oggi sempre più “Torinoentrico” e “Novaracentrico”, e questo a prescindere da quale sarà il future delle Province. E non è incompatibile con gli Stati Generali del Monferrato dei quali avevamo chiesto ai sindaci, tra cui Giorgio Galvagno, la convocazione. Anzi gli Stati Generali del Monferrato, territorio che è esplicitamente richiamato dal documento del Comune di Asti, potrebbero essere momento di confronto, di approfondimento e di riflessione, verso l’obiettivo di più ampia portata del Sistema territoriale delle Terre del Vino. Come Movimento Progetto Piemonte siamo assolutamente interessati a sviluppare un costruttivo confronto di idee in questa direzione”.
Casale Monferrato, 16 febbraio 2012
Piermassimo Guarnero
Coordinatore Movimento Progetto Piemonte

IVREA, la casta in Consiglio Comunale risponde all'OdG del MPP per ridurre i costi della politica

Il gruppo di Ivrea del MoVimento 5 Stelle ha pubblicato il video del Consiglio Comunale di Ivrea del 13/02/2012 durante il quale si affronta l'ordine del giorno dell'MPP - presentato dal consigliere Bruno Tegano, per il sostegno alla petizione popolare in Regione per ridurre i costi della politica.
Per vedere il video cliccate sul link sottostante:

http://www.ivrea5stelle.it/tv/visVideo.php?id=137

giovedì 16 febbraio 2012

Riduzione dei costi della politica, si diffonde anche a Ivrea l'iniziativa sostenuta da MPP

Al presidente del consiglio del Comune di Ivrea

ORDINE DEL GIORNO

VISTA la consegna ai competenti uffici del Consiglio Regionale del Piemonte, della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica”, per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, la quale ha raccolto circa 22mila adesioni e la successiva audizione avanti la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del primo firmatario, Sig. Fabio Martina avvenuta in data 2 dicembre 2011 e sostenuta anche dal Movimento Progetto Piemonte. Considerato che analogo ordine del giorno è già stato presentato in alcuni comuni che hanno già provveduto alla sua approvazione.

EVIDENZIATO che la stessa contiene le proposte di seguito riportate:

Riportare le indennità dei consiglieri alla prima determinazione del 1972, cioè il 55% delle indennità dei parlamentari.

Ridurre le indennità di funzione aggiuntiva, a partire dal Presidente della Giunta e dagli Assessori.

Sopprimere i gettoni di presenza pari a circa 122 euro a seduta.

Sopprimere i rimborsi forfettari.

Ridurre i rimborsi spese chilometrici

Sopprimere il vitalizio per gli ex consiglieri regionali.

SOTTOLINEATA l’esigenza di ridurre i costi della politica alla quale devono concorrere tutti i livelli istituzionali, soprattutto quelli più alti

RILEVATO che la richiamata riduzione dei costi della politica, stante anche il difficile momento economico e sociale che sta vivendo il Paese, deve avvenire in tempi brevi ed attraverso provvedimenti di sostanza che vadano ad incidere realmente nel merito della questione

SOTTOLINEATO che la petizione popolare non ha una corsia preferenziale nei lavori consiliari e che la stessa, pur prevista dallo Statuto della Regione Piemonte come strumento di partecipazione popolare, non assume l’equivalente di una proposta di legge regionale

Tutto questo premesso il Consiglio Comunale di Ivrea
RECEPISCE

i contenuti della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica” per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, attualmente giacente presso la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del Piemonte, in quanto coerenti con una azione di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dei costi della politica, segnatamente di quella regionale e conseguentemente
INVITA

Il Consiglio Regionale del Piemonte ad approvare, entro il più breve tempo possibile, una legge regionale sul contenimento dei costi della politica, che recepisca in tutto o in ampia parte i contenuti della richiamata petizione popolare
INVIA
copia di questo Ordine del Giorno:

Al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte

Al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte

Al Presidente della Commissione Bilancio Consiglio Regionale del Piemonte

Ivrea, 23 gennaio 2012

Bruno Tegano

domenica 12 febbraio 2012

Il MPP di Verolengo, chiede la diminuzione dello stipendio dei Consiglieri Regionali

Fonte: Atnews Quotidiano on line della provincia di Asti http://www.atnews.it

mercoledì 08 febbraio 2012

Un'ordine del giorno per chiedere l'abbassamento delle spettanze delle quali godono i politici di Palazzo Lascaris. Iniziativa in collaborazione con la minoranza di Verolengo. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Luigi D’Alessandro, fiduciario del Movimento Progetto Piemonte – MPP di Verolengo (e portavoce della Lista civica Progetto Chivasso - MPP) ha promosso la presentazione di un ordine del giorno a sostegno della petizione “Fuori i soldi dalla politica” che ha depositato 22mila firme in Consiglio regionale, chiedendo una diminuzione delle indennità dei consiglieri regionali.
D’Alessandro, insieme al presidente dell’MPP Massimo Iaretti, aveva incontrato il primo firmatario Fabio Martina, all’indomani della audizione in prima commissione del Consiglio regionale.
Da qui è nata un’iniziativa che vede coinvolto tutto il movimento che ha presentato in diversi consigli comunali, dove e rappresentato o tramite singoli consiglieri sensibili un ordine del giorno nel quale si invitano i singoli consiglieri comunali a sostenere l’iniziativa ed a trasmettere il documenti alla presidenza del Consiglio regionale.
Comuni come Parella o l’Unione dei comuni Terre del Chiusella hanno già approvato il documento e la relativa proposta presentata da MPP e da Fabio Martina per la ristrutturazione deglle indennità (il tutto è scaricabile dal sito www.movimentoprogettopiemonte.webs.com nella sezione documenti).
Luigi D’Alessandro, grazie ad un accordo con il gruppo di minoranza presenta l’ordine del giorno anche a Verolengo, che verrà firmato dal capogruppo Silvia Bevilacqua e dai consiglieri Alex Acide, Roberto Cattozzi e Piermario Matta, che si sono impegnati fimando l’ordine del giorno, sensibili alle problematiche socio – economiche che in questo periodo riguardano le famiglie verolenghesi.
Massimo Iaretti Presidente Movimento Progetto Piemonte
Luigi D’Alessandro Fiduciario di Verolengo MPP
Casale Monferrato, 6 febbraio 2012

Moncalvo, il MPP prepara iniziative per "salvare" il Giudice di Pace

Fonte: Atnews Quotidiano on line della provincia di Asti http://www.atnews.it

mercoledì 08 febbraio 2012

Dopo l’appello inviato nei giorni scorsi, il Movimento invia un ordine del giorno a tutti i sindaci interessati. Risponderanno?

Il Movimento Progetto Piemonte - MPP ha lanciato nei giorni scorsi un appello a 19 sindaci di comuni della Provincia di Alessandria (la maggior parte) e di Asti per salvare l'ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo.
Si tratta di un ufficio giudiziario che "serve" un territorio a cavallo tra le province di Alessandria e di Asti e che rischia di venire soppresso, contribuendo così a desertificare ulteriormente una zona dell'estrema periferia alessandrina qual è la Valcerrina.
La tabella allegata allo schema attuativo del decreto legislativo che dovrà riordinare la presenza di questi magistrati in tutta Italia, infatti, ha previsto che l'ufficio di Moncalvo sparisca e venga accorpato a Casale - con un aumento dei disagi e dei costi per la popolazione residente nella zona - e anche quelli di Valenza, Novi Ligure, Ovada e Serravalle Scrivia dovranno chiudere i battenti.
Non si tratta di una decisione immediata e senza ritorno: le procedure inizieranno con la pubblicazione dell'elenco in Gazzetta Ufficiale, e ci sarà una scappatoia perché i Comuni che appartengono territorialmente alla competenza di quel Giudice di Pace (in questo caso la capofila sarebbe l'astigiana Moncalvo), potranno mantenere l'ufficio dichiarandosi disposti ad accollarsi tutte le spese - anche in forma consorziata - ad eccezione di quelle per il magistrato onorario che rimarrebbero a carico del ministero della Giustizia.
L'MPP, con una lettera ai sindaci li aveva invitati, già sulla fine dello scorso anno, a convocare consigli comunali aperti - analogamente a quanto fatto dall'Unione collinare del Monferrato per la vicenda piccoli comuni, ma non erano giunti segnali.
Adesso il sindaco di Alfiano Natta, Gabriella Paletti, al quale MPP - come agli altri colleghi - ha sottoposto una bozza di ordine del giorno in cui chiede alle amministrazioni comunali una forte presa di posizione politica in materia, si è mosso e ha fatto inserire il documento nella prima riunione utile di consiglio comunale che si terrà il 13 febbraio.
"E' un passaggo importante - dice il presidente di MPP, Massimo Iaretti - perché almeno le acque si iniziano a muovere. La soppressione dei giudici di pace, a Moncalvo, come a Novi Ligure, come a Ovada o a Valenza, non comporterà dei grossi risparmi, perché quella tabella è stata basata su un criterio ragionieristico, non tenendo conto dei contesti territoriali.
Questo discorso vale per Moncalvo ma vale anche per le altre aree. Se, ad esempio, un abitante di Carrega Ligure o di Cabella avesse delle questioni di giustizia, nel prossimo futuro dovrà recarsi ad Alessandria. Il che vorrà dire maggiori costi ed un incremento di cause per il giudice di pace del capoluogo".
"Stupisce che sinora questa situazione, che sarebbe una vera disgrazia per i cittadini, e non solo per gli operatori del mondo giudiziario, sia rimasta sotto silenzio da parte del mondo politico, con qualche, rarissima, eccezione, ad esempio quella del deputato del Pd Luigi Bobba, con il quale – a prescindere dalla diversa posizione politica – sarà interessante avere uno scambio di vedute".
"Su questo argomento, da adesso in avanti attiveremo tutte le iniziative possibili perché il Piemonte e nello specifico i territori dell'Alessandrino e dell’Astigiano, non vadano a disperdere un loro patrimonio così importante. La perdita di un presidio della Giustizia è sempre, a nostro avviso una disgrazia per l’intera comunità".

Giudice di Pace, Alfiano Natta risponde all'appello del Movimento Progetto Piemonte, MPP

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it

In Consiglio Comunale il 13 febbraio l'ordine del giorno del Movimento Progetto Piemonte. Si chiederà un coinvolgimento dei sindaci per mantenere in vita l'ufficio che "serve" 19 comuni a cavallo delle province di Alessandria e di Asti

Il Movimento Progetto Piemonte - MPP ha lanciato nei giorni scorsi un appello a 19 sindaci di comuni della Provincia di Alessandria (la maggior parte) e di Asti per salvare l'ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo. Si tratta di un ufficio giudiziario che "serve" un territorio a cavallo tra le province di Alessandria e di Asti e che rischia di venire soppresso, contribuendo così a desertificare ulteriormente una zona dell'estrema periferia alessandrina qual è la Valcerrina. La tabella allegata allo schema attuativo del decreto legislativo che dovrà riordinare la presenza di questi magistrati in tutta Italia, infatti, ha previsto che l'ufficio di Moncalvo sparisca e venga accorpato a Casale - con un aumento dei disagi e dei costi per la popolazione residente nella zona - e anche quelli di Valenza, Novi Ligure, Ovada e Serravalle Scrivia dovranno chiudere i battenti. Non si tratta di una decisione immediata e senza ritorno: le procedure inizieranno con la pubblicazione dell'elenco in Gazzetta Ufficiale, e ci sarà una scappatoia perché i Comuni che appartengono territorialmente alla competenza di quel Giudice di Pace (in questo caso la capofila sarebbe l'astigiana Moncalvo) potranno mantenere l'ufficio dichiarandosi disposti ad accollarsi tutte le spese - anche in forma consorziata - ad eccezione di quelle per il magistrato onorario che rimarrebbero a carico del ministero della Giustizia. L'Mpp, con una lettera ai sindaci li aveva invitati, già sulla fine dello scorso anno, a convocare consigli comunali aperti - analogamente a quanto fatto dall'Unione collinare del Monferrato per la vicenda piccoli comuni, ma non erano giunti segnali. Adesso il sindaco di Alfiano Natta, Gabriella Paletti, al quale MPP - come agli altri colleghi - ha sottoposto una bozza di ordine del giorno in cui chiede alle amministrazioni comunali una forte presa di posizione politica in materia, si è mosso e ha fatto inserire il documento nella prima riunione utile di consiglio comunale che si terrà il 13 febbraio. "E' un passaggo importante - dice il presidente di Mpp, Massimo Iaretti - perché almeno le acque si iniziano a muovere. La soppressione dei giudici di pace, a Moncalvo, come a Novi Ligure, come a Ovada o a Valenza, non comporterà dei grossi risparmi, perché quella tabella è stata basata su un criterio ragionieristico, non tenendo conto dei contesti territoriali. Questo discorso vale per Moncalvo ma vale anche per le altre aree. Se, ad esempio, un abitante di Carrega Ligure o di Cabella avesse delle questioni di giustizia, nel prossimo futuro dovrà recarsi ad Alessandria. Il che vorrà dire maggiori costi ed un incremento di cause per il giudice di pace del capoluogo. Stupisce che sinora questa situazione, che sarebbe una vera disgrazia per i cittadini, e non solo per gli operatori del mondo giudiziario, sia rimasta sotto silenzio da parte del mondo politico, con qualche, rarissima, eccezione, ad esempio quella del deputato del Pd Luigi Bobba. Su questo argomento, da adesso in avanti attiveremo tutte le iniziative possibili perché il Piemonte e nello specifico i territori dell'Alessandrino, non vadano a disperdere un loro patrimonio così importante".
7/02/2012 E.B. - redazione@alessandrianews.it

A Moncalvo l'MPP avanza una proposta di Ordine del giorno contro la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo

Egr.Sig.
Aldo Fara
Sindaco del Comune di
14036- Moncalvo
Residenza Municipale

OGGETTO: proposta di Ordine del giorno contro la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo

Signor Sindaco,

faccio seguito alla mia precedente del 21.11.2011.

purtroppo “dum Romae consulitur Saguntum expugnantur” e la allora paventata soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo si sta concretizzando con l’inserimento nella apposita tabella pubblicata sul sito internet del Ministero della Giustizia.

Come presidente di un Movimento politico che ha a cuore, innanzitutto, le sorti del Piemonte, ritenendo una diminuzione della presenza della magistratura sul territorio come una disgrazia, per molteplici motive, oltre tutto quando a rischio di chiusura è un ufficio efficiente come quello in questione, sono a sottoporLe la richiesta di voler presentare alla discussione ed, eventuale, approvazione, da parte del Consiglio Comunale, dell’Ordine del Giorno, allegato.

Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento e/o delucidazione, porgo I miei più cordiali saluti.

Casale Monferrato, 5 febbraio 2012


Lettera di analogo contenuto viene inviata

ai sindaci di Calliano, Penango, Tonco, Alfiano Natta, Castelletto Merli, Cereseto, Cerrina Monferrato, Grazzano Badoglio, Mombello Monferrato, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ottiglio, Ponzano Monferrato, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Villadeati.

Al Presidente della Provincia di Alessandria ed al Presidente del Consiglio Provinciale di Alessandria.

Al Presidente della Provincia di Asti ed al Presidente del Consiglio Provinciale di Asti

Al Sindaco di Casale Monferrato


IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

MPP propone ai sindaci la costituzione del Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea

Egr.Sig.
Sindaco del Comune di Quagliuzzo
 
Il Movimento Progetto Piemonte – MPP, nella persona del Presidente Dott. Massimo Iaretti chiede alla S.V. di voler sottoporre alla discussione ed eventuale approvazione del Consiglio Comunale di Quagliuzzo, la seguente proposta di

ORDINE DEL GIORNO
 
VISTO percorso avviato dai Comuni di Colleretto Giacosa, Loranzè, Parella, Quagliuzzo, Strambinello, e formalizzato attraverso delibere recepite dai singoli consigli comunali
 
RILEVATO che le cinque municipalità in periodo antecedente della loro storia hanno fatto parte di una unica identità comunale chiamata Pedanea
 
EVIDENZIATO il valore primario che assumono la partecipazione e la consultazione della popolazione nel governo della cosa pubblica, nelle forme e nei modi regolamentati dallo Statuto Comunale, dallo Statuto della Regione Piemonte e della Costituzione della Repubblica Italiana
 
DATO il grande valore che assumono i giovani ed i giovanissimi nell’ambito di una comunità locale, come futuri elettori ed amministratori del domani
 
VALUTATA POSITIVAMENTE l’esperienza dei “Consigli Comunali dei Bambini e delle Bambine” e dei “Consigli Comunali dei Ragazzi e delle Ragazze” avviata sul territorio nazionale ed in specifico con diverse articolazioni in Piemonte
 
ESSENDO gli stessi laboratori costituiti per favorire la crescita civica dei piccoli cittadini come occasione di incontro per esprimere bisogni, desideri, sogni, cercando di realizzare dal punto di vista amministrativo i loro progetti condivisi
 
VISTA la storica occasione di creare un unico progetto condiviso rivolto ai piccoli cittadini delle Municipalità della Pedanea
 
SOTTOLINEATO ANCORA che lo Statuto Comunale valorizza la consultazione e la partecipazione come strumenti di appartenenza ad una Comunità civica
  
Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Quagliuzzo
 
DA MANDATO AL SINDACO
 
-         Affinchè d’intesa con gli altri Sindaci dei Comuni della Pedanea costituisce il “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea” prevedendo che nell’apposito Regolamento, che dovrà venire ratificato d’intesa dai rispettivi Consigli Comunali, entro 60 giorni dall’approvazione di questo ordine del giorno, siano contenute le seguenti indicazioni di indirizzo:
a)     Il “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea” favorisca e promuova il senso di appartenenza alla comunità ed al territorio, la partecipazione attiva alla vita del Comune di appartenenza e degli altri Comuni della Pedanea, l’educazione civica, lo spirito critico, la capacità di progettare, cooperare e verificare, la capacità di prendere decisioni autonome e responsabili, una migliore conoscenza delle istituzioni, dei servizi pubblici e del loro funzionamento, la conoscenze del proprio ruolo e quello degli altri, proponendo iniziative ed imparando a rispettare le regole.
b)    Sia aperto a tutti i bambini e bambine frequentanti le classi 4° e 5° primaria, nelle scuole presenti sul territorio di Pedanea e comunque residenti nelle 5 municipalità
c)     Abbia sede, a turno, presso ognuno dei 5 palazzi municipali dei comuni della Pedanea
d)    Abbia la durata di un anno scolastico
e)     Alle sedute venga data la massima pubblicità, siano pubbliche e svolte con l’assistenza di un segretario comunale
f)      Si svolgano almeno due volte all’anno
g)     Nella prima riunione il Consiglio nomini al proprio interno un Presidente del “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea”
h)    Le decisioni siano adottate con i voti della maggioranza assoluta dei consiglieri presenti
i)       Le decisioni del “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea” sotto forma di pareri e proposte saranno verbalizzate e sottoposte alle Amministrazioni Comunali, singolarmente o collettivamente, le quali dovranno prenderle in considerazione e dare motivata risposta
j)       Il “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea”  potrà richiedere ai Sindaci dei Comuni, singolarmente o collettivamente, di porre all’ordine del giorno dei Consigli Comunali un argomento per la relativa discussione.
k)    Il Presidente del “Consiglio Comunale dei Bambini e della Bambine delle Municipalità della Pedanea” prima di assumere le proprie funzioni farà promessa formale di fronte ai Sindaci delle 5 Municipalità e una volta in carica rappresenterà a tutti gli effetti il Consiglio.
 
Quagliuzzo ….

Rischio soppressione uffici giudiziari in Chivasso.

Al Direttore de “Voce del Canavese” (successivamente pubblicata)

OGGETTO: soppressione uffici giudiziari in Chivasso.

Egregio direttore,

il non costruttivo clima di rapporto tra maggioranza ed opposizione instauratosi a Chivasso sin dal momento della nascita dell’attuale giunta guidata da Gianni De Mori ha fatto passare in secondo piano un evento che – se confermato – non avrà per i cittadini chivassesi e dei comuni vicini una ricaduta decisamente negativa.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo schema di decreto attuativo per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie degli Uffici dei Giudici di Pace.

Niente di definitivo, certamente, ma l’allegato allo schema, prevede la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Chivasso ed il suo accorpamento a Torino.

Il che, con la prossima – e a quanto pare inevitabile – soppressione della Sezione Staccata di Chivasso del Tribunale di Torino, porterebbe (uso il condizionale perchè in situazioni del genere la speranza DEVE essere l’ultima a morire,accompagnata da fatti concreti) ad una totale desertificazione di Chivasso da parte della giustizia.

A prescindere da quale sarà il futuro dell’amministrazione De Mori/Castello e dalla difficoltà che può avere avuto in questi mesi, su questa problematica la stessa è stata assolutamente assente.

E non poteva essere altrimenti, vista la risposta che, nel dibattito pre – elettorale tra i candidati sindaco l’allora candidato De Mori diede alla sua domanda riguardo al destino della Sezione Staccata: l’impressione che ne ebbi, seduto tra il pubblico senza diritto di parola perché non candidato sindaco, fu al di là di una debole affermazione che si sarebbe fatto il possibile, di una rinuncia a combattere a priori, perché tutto sembrava già scritto.
Sinceramente mi pare poco, perchè anche una semplice diminuzione degli uffici giudiziari di una Città come Chivasso non può essere vista che come una disgrazia, caduta sul capo di tutti i cittadini e non soltanto delle categorie professionali direttamente coinvolte, come avvocati e dottori commercialisti. E questo il sindaco, che è un avvocato, non poteva non saperlo.

Passo ora ad argomentare nel dettaglio quanto ho detto:

Innanzitutto la Sezione Staccata del Tribunale e l’Ufficio del Giudice di Pace di Chivasso non riguardano soltanto la città di Chivasso ma diversi altri centri che sono in relazione territoriale con Chivasso. Il venir meno degli uffici giudiziari sarebbe un impoverimento nel rapporto tra Città e territorio e il ruolo della Città ne uscirebbe sicuramente ridimensionato, essendoseli fatta scappare di mano senza lottare.

L’accorpamento degli uffici a Torino comporterebbe inevitabilmente maggiori costi e ricadute negative, innanzitutto per cittadini che vedrebbero dilatarsi ulteriormente i tempi di giustizia, sia per il contenzioso attualmente (ed in futuro) riguardante la competenza della Sezione Staccata che quello del Giudice di Pace. Non va dimenticato, poi, che il carico dei procedimenti, andrebbe ad aggiungersi a quello di uffici giudiziari di una Città metropolitana, che è infinitamente maggiore di quelli di dimensioni medio – piccole, quali sono i centri interessati dalla competenza territoriale di Chivasso.

Riguardo ai disagi ed all’allungamento dei termini, faccio solo due piccoli esempi pratici: per depositare un ricorso contro una sanzione amministrativa (divieto di sosta, autovelox, guida senza cincture) o per controllare la data dell’udienza, al cittadino chivassese (o degli altri Comuni) non sarà più sufficiente recarsi nella cancelleria civile in Città, ma dovrà sobbarcarsi una trasferta a Torino, con la perdita di mezza giornata. E poi ancora, se gli atti oggi vengono notificati alle controparti dagli ufficiali giudiziari di stanza a Chivasso, domani lo saranno da quelli di stanza in Torino. Con tutto ciò che, in termini di appesantimento ciò comporterà.

Senza contare che una volta soppresso l’ufficio molto, molto, molto difficilmente con i chiari di luna che ci sono, verrà ripristinato. Magari ciò avverrà in un romanzo di fantascienza. Pertanto fino a che esiste un ufficio è dovere di una città lottare per mantenerlo, se esso serve davvero ai cittadini.

E l’amministrazione della giustizia è un qualcosa che serve e tocca direttamente TUTTI i cittadini.

Movimento Progetto Piemonte – MPP a Chivasso, presente con lista Progetto Chivasso – MPP che ha candidato Nicola Bruzzese, alle ultime elezioni cominali non ha avuto la possibilità di essere rappresentato in Consiglio Comunale. Poco male, crediamo nella democrazia diretta e il responso dei cittadini è sacro. Ma è altrettanto doveroso essere presenti sui problemi e nella vita di una comunità anche se si è fuori dalla macchina comunale.

Pertanto, perché si ritiene il problema serio e trasversale, anticipo sin d’ora che MPP sta valutando una azione di democrazia diretta per cercare di sensibilizzare l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale a muoversi nella giusta direzione per non perdere un treno rappresentato, per gli uffici del Giudice di Pace, da quanto previsto dallo schema di decreto che,all’articolo 3 prevede che entro sessanta giorni dalla pubblicazione dell’elenco degli uffici per i quali è prevista la soppressione, sul bollettino ufficiale e sul sito internet del Ministero della Giustizia, “gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, con competenza sui rispettivi territori, di cui è proposta la soppressione, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi”. Si tratta di un onere, indubbiamente, ma almeno da valutare nell’interesse delle comunità interessate dalla competenza territoriale del Magistrato.

Per questo ci appelliamo, agli ordini professionali, alle associazioni di categoria, alle organizzazioni sindacali, al mondo dell’associazionismo, ai singoli cittadini per trovare un tavolo di confronto e concertare a breve azioni coordinate di democrazia diretta (come petizioni, interpelli, la proposta di una delibera di iniziativa popolare come previsto dallo Statuto del Comune di Chivasso) per evitare che la Città ed il territorio di impoveriscano ulteriormente.

Questa sarebbe, come ho detto, una disgrazia.

Come Movimento Progetto Piemonte noi ci crediamo e su questo iniziativa siamo pronto, da subito, a misurarci ed a lavorare insieme a tutti coloro che lo vorranno portare avanti.

Cordialmente

Casale Monferrato/Chivasso, 22 gennaio 2012

IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Massimo Iaretti
Tel. 349/8773769

martedì 7 febbraio 2012

Presentato a Verolengo un ordine del giorno per chiedere la diminuzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte

Iniziativa del Fiduciario MPP di Verolengo
Un ordine del giorno per chiedere la diminuzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte
Iniziativa in collaborazione con la minoranza di Verolengo

Luigi D’Alessandro, fiduciario del Movimento Progetto Piemonte – MPP di Verolengo (e portavoce della Lista civica Progetto Chivasso - MPP) ha promosso la presentazione di un ordine del giorno a sostegno della petizione “Fuori i soldi dalla politica” che ha depositato 22mila firme in Consiglio regionale, chiedendo una diminuzione delle indennità dei consiglieri regionali. D’Alessandro, insieme al presidente dell’MPP Massimo Iaretti, aveva incontrato il primo firmatario Fabio Martina, all’indomani della audizione in prima commissione del Consiglio regionale. Da qui è nata un’iniziativa che vede coinvolto tutto il movimento che ha presentato in diversi consigli comunali, dove e rappresentato o tramite singoli consiglieri sensibili un ordine del giorno nel quale si invitano i singoli consiglieri comunali a sostenere l’iniziativa ed a trasmettere il documenti alla presidenza del Consiglio regionale.
Comuni come Parella o l’Unione dei comuni Terre del Chiusella hanno già approvato il documento e la relativa proposta presentata da MPP e da Fabio Martina per la ristrutturazione deglle indennità (il tutto è scaricabile dal sito www.movimentoprogettopiemonte.webs.com nella sezione documenti). Luigi D’Alessandro, grazie ad un accordo con il gruppo di minoranza presenta l’ordine del giorno anche a Verolengo, che verrà firmato dal capogruppo Silvia Bevilacqua e dai consiglieri Alex Acide, Roberto Cattozzi e Piermario Matta, che si sono impegnati fimando l’ordine del giorno, sensibili alle problematiche socio – economiche che in questo periodo riguardano le famiglie verolenghesi.
Casale Monferrato, 6 febbraio 2012
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte
Luigi D’Alessandro
Fiduciario di Verolengo MPP