venerdì 28 ottobre 2011

Ancora polemiche sul caso Cavallero: 'Così non si recupera una memoria condivisa'

Il Mpp risponde al consigliere Lavagno: 'Come mai non si chiede la rimozione della lapide di Pomaro dedicata al maresciallo d'Italia?'

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/notizia/politica/2011/10/28/ancora-polemiche-sul-caso-cavallero-cosi-non-si-recupera-una-memoria-condivisa/ugo%20cavallero-fabio%20lavagno-movimento%20progetto%20piemonte-massimo%20iaretti/d254da507e93656e6985c9a4672457d8&ok_video=0

La prossima intitolazione di uno spazio avanti l’ospedale Santo Spirito a Casale Monferrato al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero (l’inaugurazione è prevista per sabato 29 alle ore 11) han provocato la dura reazione del Consigliere Comunale di Sinistra Casalese Fabio Lavagno che ha chiesto al sindaco Giorgio Demezzi il ritiro di questa intitolazione. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti a questo proposito dichiara: “Non entro nel merito della polemica con il sindaco di Casale sulla data o sulle sue presenze a questa o quella manifestazione. Le stesse rientrano nel merito della dialettica politica tra chi governa e chi sta all’opposizione. Facendo parte da diversi anni della commissione toponomastica del Comune di Casale a proposito dell’intitolazione devo però precisare che:

1) La richiesta, avanzata sin dal 1997 dalla Sezione dell’Associazione Artiglieri, quindi una associazione d’arma e non un partito, venne accolta sin dai tempi della amministrazione Paolo Mascarino. Tutti in quella occasione votarono unanimi la decisione di intitolare una via ad Ugo Cavallero. Poi la giunta di allora, lavandosi le mani dell’indicazione della Commissione Toponomastica, la mise in un cassetto, come tante cose all’italiana.

2) L’unanimità dei presenti si è avuta anche in occasione della seconda decisione – avvenuta quest’anno – di intitolare l’area prospiciente l’ospedale ad Ugo Cavallero.

3) Il Consigliere Lavagno si sofferma sull’aspetto negativo dei contatti che ebbe con Hitler e della vicinanza con Mussolini e con il fascismo Ugo Cavallero. Nessuno lo nega è la storia. Ma non bisogna dimenticare neanche che fu proprio Ugo Cavallero a preparare i piani di Vittorio Veneto che portarono alla vittoria italiana sull’impero austro – ungarico nella prima guerra mondiale. Sono tempi ormai lontani ma la storia non è un qualcosa che si prende o si molla a proprio piacere solo per ciò che fa comodo. La storia è storia. Punto e basta.

4) Fatta la premessa di cui al punto precedente, viene da chiedersi se non sia iniquo il trattamento riservato all’altro maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Non ebbe anch’egli prebende ed incarichi dal fascismo nel periodo del suo più pieno fulgore? E non incarichi di livello secondario, ma di grande visibilità. Ed ebbe anch’egli contatti con Hitler ed in nazisti, A lui è dedicato addirittura il suo paese natale, che si chiama appunto Grazzano Badoglio.

5) A questo punto occorre, per completezza, ricordare che ad Ugo Cavallero il Comune di Ponzano Monferrato dedicò una targa soltanto pochi anni orsono. Per coerenza, visto che Cavallero è un personaggio tanto disdicevole da non intitolargli una via, Fabio Lavagno chieda al sindaco di Ponzano Monferrato la rimozione di quella targa.

6) Se proprio parliamo di intitolazioni inopportune, perché nessuno – neanche del centro destra che governa Alessandria – ha mai pensato di fare revocare l’intitolazione toponomastica che la Città di Alessandria ha fatto a Walter Audisio. Forse nessuno si ricorda di Claretta Petacci?

In conclusione la storia è storia e come tale resta. Quello che occorre, oggi, è una lettura oggettiva dei fatti accaduti molti anni orsono avendo chiaro un principio: che la Verità non è mai assoluta e la storia l’hanno scritta, la scrivono e la scriveranno i vincitori. Senza per questo dover per forza di cose santificare i vinti, quando santi non sono”.

Redazione On Line

giovedì 27 ottobre 2011

Iaretti (MPP) interviene sull’intitolazione di un’area casalese ad Ugo Cavallero

Dopo le dichiarazioni del Consigliere Comunale Fabio Lavagno sull’intitolazione di un’area aasalese ad Ugo Cavallero
Iaretti (MPP): “Di questo passo non sarà mai possibile recuperare una memoria condivisa. E Lavagno sia coerente chieda anche la rimozione della lapide
che ricorda il Maresciallo d’Italia a Ponzano Monferrato”

La prossima intitolazione di uno spazio avanti l’ospedale Santo Spirito a Casale Monferrato al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero (l’inaugurazione è prevista per sabato 29 alle ore 11) han provocato la dura reazione del Consigliere Comunale di Sinistra Casalese Fabio Lavagno che ha chiesto al sindaco Giorgio Demezzi il ritiro di questa intitolazione. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti a questo proposito dichiara:
“Non entro nel merito della polemica con il Sindaco di Casale sulla data o sulle sue presenze a questa o quella manifestazione. Le stesse rientrano nel merito della dialettica politica tra chi governa e chi sta all’opposizione. Facendo parte da diversi anni della commissione toponomastica del Comune di Casale a proposito dell’intitolazione devo però precisare che:
1)La richiesta, avanzata sin dal 1997 dalla Sezione dell’Associazione Artiglieri, quindi una associazione d’arma e non un partito, venne accolta sin dai tempi della amministrazione Paolo Mascarino. Tutti in quella occasione votarono unanimi la decisione di intitolare una via ad Ugo Cavallero. Poi la giunta di allora, lavandosi le mani dell’indicazione della Commissione Toponomastica, la mise in un cassetto, come tante cose all’italiana.
2)L’unanimità dei presenti si è avuta anche in occasione della seconda decisione – avvenuta quest’anno – di intitolare l’area prospiciente l’ospedale ad Ugo Cavallero.
3)Il Consigliere Lavagno si sofferma sull’aspetto negativo dei contatti che ebbe con Hitler e della vicinanza con Mussolini e con il fascismo Ugo Cavallero. Nessuno lo nega è la storia. Ma non bisogna dimenticare neanche che fu proprio Ugo Cavallero a preparare i piani di Vittorio Veneto che portarono alla vittoria italiana sull’impero austro – ungarico nella prima guerra mondiale. Sono tempi ormai lontani ma la storia non è un qualcosa che si prende o si molla a proprio piacere solo per ciò che fa comodo. La storia è storia. Punto e basta.
4)Fatta la premessa di cui al punto precedente, viene da chiedersi se non sia iniquo il trattamento riservato all’altro maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Non ebbe anch’egli prebende ed incarichi dal fascimo nel periodo del suo più pieno fulgore? E non incarichi di livello secondario, ma di grande visibilità. Ed ebbe anch’egli contatti con Hitler ed in nazisti, A lui è dedicato addirittura il suo paese natale, che si chiama appunto Grazzano Badoglio.
5)A questo punto occorre, per completezza, ricordare che ad Ugo Cavallero il Comune di Ponzano Monferrato dedicò una targa soltanto pochi anni orsono. Per coerenza, visto che Cavallero è un personaggio tanto disdicevole da non intitolargli una via, Fabio Lavagno chieda al Sindaco di Ponzano Monferrato la rimozione di quella targa.
6)Se proprio parliamo di intitolazioni inopportune, perché nessuno – neanche del centro destra che governa Alessandria – ha mai pensato di fare revocare l’intitolazione toponomastica che la Città di Alessandria ha fatto a Walter Audisio. Forse nessuno si ricorda di Claretta Petacci ?
In conclusione la storia è storia e come tale resta. Quello che occorre, oggi, è una lettura oggettiva dei fatti accaduti molti anni orsono avendo chiaro un principio: che la Verità non è mai assoluta e la storia l’hanno scritta, la scrivono e la scriveranno i vincitori. Senza per questo dover per forza di cose santificare i vinti, quando santi non sono
Casale Monferrato, 27 ottobre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

In una interpellanza al Sindaco di Casorzo Progetto Casorzo – MPP chiede un consiglio comunale aperto sulla situazione dei piccolo comuni

In una interpellanza al Sindaco di Casorzo Progetto Casorzo – MPP chiede un consiglio comunale aperto sulla situazione dei piccolo comuni
E insiste nella richiesta di convocare la Conferenza dei Capigruppo sinora disattesa dall’Amministrazione

Che cosa intende fare l’Amministrazione Comunale di Casorzo riguardo all’articolo 16 della manovra aggiuntiva del Governo che, di fatto, rende la vita molto, molto difficile a comuni piccolo e piccolissimi. Lo chiedono i consiglieri del gruppo di minoranza di Progetto Casorzo – MPP (che aderisce al Movimento Progetto Piemonte) in una articolata interpellanza rivolta al sindaco Ivana Mussa. Nel documento il capogruppo Marco Zatti, Fabrizio Iaretti ed Aris Solini evidenziano che un simile argomento debba avere la massima discussione e debba venire spiegato alla popolazione del mutamenti che verrà a portare. E, dopo avere ricordato l’iniziativa intrapresa dall’Associazione dei Comuni del Monferrato (alla quale appartengono anche Moncalvo, Calliano e Montiglio Monferrato) e, più precisamente, da otto comuni del Casalese che hanno convocato inq questi giorni i consigli comunali in forma aperta, chiedono a sindaco e giunta perché non è “mai stata convocata la conferenza dei capigruppo consiliari per concordare iniziative unitarie del Consiglio Comunale, e questo nonostante sia un organo prevista dallo Statuto Comunale, e l’amministrazione si sia sempre detta, a parole, pronta a dialogare anche con la minoranza consiliare”. Zatti, Iaretti e Solini chiedono poi la convocazione di un consiglio comunale aperto sull’argomento e se l’amministrazione intenda farsi portavoce di questa istanze e voglia promuovere iniziative a difesa del ruolo dei piccoli e piccolissimi comuni nell’ambito dell’Unione Collinare Colli Divini.
Casorzo, 27 ottobre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

martedì 25 ottobre 2011

Curti: 'La seconda Corte d'Appello fallì solo per l'opposizione di Alessandria'. L'ex presidente del comitato replica alla lettera dell'MPP


Fonte: Casale News
http://www.casalenews.it/notizia/attualita/2011/10/25/curti-la-seconda-corte-dappello-falli-solo-per-lopposizione-di-alessandria/giancarlo%20curti-corte%20d%27appello-movimento%20progetto%20piemonte/b1bafac7a01cd3214a893d39ec79aa8e

Curti: 'La seconda Corte d'Appello fallì solo per l'opposizione di Alessandria'
L'ex presidente del comitato replica alla lettera del Movimento Progetto Piemonte

Gian Carlo Curti, ex presidente del Comitato per la Corte d’Appello con sede in Casale Monferrato, (e presidente onorario di Nuove Frontiere) risponde alla lettera di Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte, in particolare facendo riferimento alla parte che più lo riguarda ovvero la seconda Corte d’Appello e il rischio di soppressione del tribunale. “Il MPP – scrive Curti – espone prospettazioni brillanti: speriamo che vengano realizzate. A proposito della nota vicenda Corte d’Appello, si vuol ricordare al MPP che la città di Casale Monferrato alla unanimità dei suoi politici, per alcuni anni (a cominciare dal 2001 in avanti) si è battuta con decisione per avere appunto la seconda Corte d’Appello del Piemonte Orientale (comprendente tutte le Province piemontesi al di fuori di Torino). La città di Alessandria disse “No” alla Corte a Casale e tutto si insabbiò e resta ancora insabbiato. Se i politici casalesi furono unanimi (ma non solo i politici) e per diversi anni di battaglia, sarà pur stato per qualche motivo serio!”

“A proposito del tribunale, da anni sostengo e scrivo che se e quando dovesse venire il momento delle decisioni (domani o fra 20 anni ), il Tribunale di Casale non si salverà: se dunque prossimamente, vista la reazione delle diverse comunità interessate, ancora una volta si riuscirà a bloccare ogni ipotesi di revisioni e soppressioni, il Tribunale di Casale si salverà”.

“Cioè, in sintesi, il problema dei piccoli tribunali riguarda appunto i piccoli tribunali in generale. Se poi dovessi azzardare una previsione, potrei dire che il Tribunale di Casale stretto fra i tre Tribunali maggiori e di Provincia (Asti, Alessandria e Vercelli), nel caso delle decisioni di cui ho detto, purtroppo salterà”.

Redazione On Line

lunedì 24 ottobre 2011

'Dall'agenzia per lo sviluppo l'impulso per la Provincia del Monferrato'

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index

Il Mpp interviene anche nel dibattito sulla soppressione del tribunale: 'Sbagliato puntare tutto sulla Corte d'Appello'
Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti interviene su due questioni sul tavolo del dibattito politico quali la cosiddetta provincia del Monferrato e la probabile soppressione del tribunale di Casale. “I recenti, qualificati, interventi in materia di nuovi assetti del territorio monferrino – scrive Iaretti – mi danno spunto per alcune riflessioni e per puntualizzare la posizione del Movimento Progetto Piemonte. Innanzitutto sulla questione della Provincia del Monferrato o di Casale che dir si voglia, questa per MPP non è la soluzione, bensì una delle possibili soluzioni, sempre che il Governo ed il Parlamento non facciano retromarcia sulla avventata decisione di sopprimere le Province, senza prima avere riordionato l’assetto degli enti locali”.
“Come Movimento, sin da agosto, abbiamo proposto una strada: la convocazione degli Stati Generali del Monferrato, ovvero delle realtà che lo costituivano storicamente (a questo proposito una lettera è stata inviata ai sindaci sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Alba, Asti, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo,Valenza Po, Trino Vercellese e una serie verrà inviata per sensibilizzare quelle degli altri centri territorialmente coinvolti), quindi enti locali, realtà socio – economiche, culturali, associative ed organi di informazione”.
“E, a tal proposito, sottolineo proprio l’importanza del ruolo che possono avere i mass media come termometro dei desiderata dalla popolazione, lungi comunque da me l’idea che si venga a creare un Partito dei Giornalisti. E dico questo a scanso di facili fraintendimenti o strumentalizzazioni. Gli Stati Generali dovrebbero poi valutare, tramite il confronto delle varie realtà, quali potrebbero essere gli elementi di unione o di disunione di questo territorio per arrivare alla stesura di uno o più patti territoriali su tematiche di area vasta”.
“A titolo di esemplificazione questi potrebbero riguardare il turismo (per una promozione unitaria del territorio), la cultura (perché non pensare ad una “Università del Monferrato), l’agricoltura, il commercio, l’industria attraverso i distretti, i trasporti (la tanto discussa rivitalizzazione dell’Asti – Casale, con il suo prolungamento verso Nord potrebbe passare di qui). E non posso che registrare con soddisfazione il passo dei sindaci di Casale e di Asti ed i contatti avviati quest’estate con il momento della presenza del primo cittadino di Casale al Palio di Asti ed il suo incontro con i sindaci dell’Astigiano al Teatro Alfieri”.
“Tale processo, infatti, deve partire dai comuni di maggiori dimensioni, come Asti e Casale e, a questo proposito, Casale deve avere metodi e strumenti per farsi valere ed apprezzare come Capitale del Monferrato, al di là del loghi o delle richieste di co – capoluogo di Provincia a seconda del girar del vento, richieste che rischiano di essere ormai soltanto un abbaiare alla luna”.
“Lo strumento, come contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Casale ed all’assessore competente, potrebbe essere quell’Agenzia di Sviluppo di cui il Comune di Casale si sta dotando, tavolo tecnico e politico di confronto tra le varie realtà. Non ci sarebbe nessuna sovrastruttura nuova da edificare, si tratterebbe soltanto di dotarlo della funzione specifica di tavolo tecnico e politico di coordinamento degli Stati Generali”.
“Per quanto riguarda il metodo, sia in questo caso, come nel caso della recente riunione dei tribunali a rischio di chiusura che si è svolta a Casale, l’MPP ritiene altamente positivo l’impegno del sindaco Demezzi di cercare di coordinare e di governare – in accordo con gli altri comuni coinvolti e con gli Ordini degli Avvocati – un processo ed un confronto non facile. La strada da seguire era, è e rimarrà questa”.
“Vorrei fare però alcune ulteriori riflessioni. Per Casale la perdita del Tribunale (sotto forma di soppressione sic et simpliciter o di aggregazione ad altra entità) sarebbe non soltanto un ulteriore passo verso la desertificazione degli uffici pubblici, in nome di una lotta agli sprechi che non sempre e tale e che spesso è specchietto per le allodole , ma anche un sonoro ceffone in faccia alla città ed al territorio”
“Questo perché non solo perderebbe il Tribunale ma sarebbe l’unica a perdere una Corte d’Assise, tuttora esistente anche se negli ultimi anni non attiva (questa, però, è un buon segno, vuole dire che non si sono verificati reati cruenti da motivarne l’avvio di un giudizio)”.
“La perdita o un drastico ridimensionamento del Tribunale devono generare, ad avviso dell’MPP, una mobilitazione di tutta la città, non soltanto la presa di posizione del consiglio comunale o degli ordini professionali che ne sono più direttamente coinvolti perché tale venir meno sarebbe una disgrazia per tutti i cittadini e per le varie categorie sociali ed economiche”.
“E’ auspicabile che questo messaggio arrivi alla popolazione e porti ad una “Santa Alleanza” tra i casalesi ed i monferrini di tutte le parti politiche e sociali, come è avvenuto in altri territori e per altre situazioni, anche nel recente passato, dalla sanità ai problemi del dopo alluvione”.
“Se questo si otterrà vorrà dire che il territorio avrà dato una risposta in termini di cui il Ministero della Giustizia non potrà non tenerne conto nel tirare le somme. Vorrei, infine, per completezza su questo argomento fare una ulteriore considerazione che a qualcuno potrà anche non piacere: che il Tribunale di Casale fosse a potenziale rischio lo si diceva già negli anni Novanta. Nell’ormai lontanissimo inverno 1997/1998 prima della riforma che soppresse le Preture, in Consiglio comunale il consigliere Giorgio Barbano presentò una proposta di ordine del giorno – all’epoca ideate e sostenuta da una serie di movimenti che oggi non ci sono più – che ipotizzava la revisione della circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Casale mediante l’accorpamento con gli Uffici giudiziari di Chivasso (territorio con il quale la continuità geografica è assicurata mediante la Valcerrina). Quest’idea, peraltro, ricalcava una vecchia ipotesi formulata dall’Ordine degli Avvocati di Casale”.
“Il Consiglio Comunale di allora lo approvò nel senso di cercare, da allora, soluzioni alternative. Poi questa impostazione venne abbandonata perché si preferì la ricerca con il retino da farfalle della seconda Corte d’Appello del Piemonte (il progetto era bello ed intelligente e sicuramente l’attribuzione della seconda Corte d’Appello piemontese avrebbe dato giustizia alla città delle perdite di uffici pubblici registrate in tutti questi anni, ma la vera competizione non era tra Casale ed Alessandria, bensì tra Novara e Busto Arsizio/Legnano) tralasciando di valutare le indicazioni contenute in quel documenti approvato pochi anni prima”.
“Forse, se si fosse seguita questa strada alternativa, difficile ed impegnativa certamente, oggi il rischio soppressione non ci sarebbe”.
Redazione On Line

Stati Generali del Monferrato e Tribunali minori

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it/lettere-al-direttore/stati-generali-monferrato-tribunali-minori-3915.html

Egregio direttore,
i recenti, qualificati, interventi in materia di nuovi assetti del territorio monferrino, mi danno spunto per alcune riflessioni e per puntualizzare la posizione del Movimento Progetto Piemonte.

Innanzitutto sulla questione della Provincia del Monferrato o di Casale che dir si voglia, questa per MPP non è LA soluzione, bensì UNA delle possibili soluzioni, sempre che il Governo ed il Parlamento non facciano retromarcia sulla avventata decisione di sopprimere le Province, senza prima avere riordionato l’assetto degli enti locali. Come Movimento, sin da agosto, abbiamo proposto una strada: la convocazione degli Stati Generali del Monferrato, ovvero delle realtà che lo costituivano storicamente (a questo proposito una lettera è stata inviata ai sindaci sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Alba, Asti, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo,Valenza Po, Trino Vercellese e una serie verrà inviata per sensibilizzare quelle degli altri centri territorialmente coinvolti), quindi enti locali, realtà socio – economiche, culturali, associative ed organi di informazione. E, a tal proposito, sottolineo proprio l’importanza del ruolo che possono avere i mass media come termometro dei desiderata dalla popolazione, lungi comunque da me l’idea che si venga a creare un Partito dei Giornalisti. E dico questo a scanso di facili fraintendimenti o strumentalizzazioni. Gli Stati Generali dovrebbero poi valutare, tramite il confronto delle varie realtà, quali potrebbero essere gli elementi di unione o di disunione di questo territorio per arrivare alla stesura di uno o più patti territoriali su tematiche di area vasta.
A titolo di esemplificazione questi potrebbero riguardare il turismo (per una promozione unitaria del territorio), la cultura (perché non pensare ad una “Università del Monferrato), l’agricoltura, il commercio, l’industria attraverso i distretti, i trasporti (la tanto discussa rivitalizzazione dell’Asti – Casale, con il suo prolungamento verso Nord potrebbe passare di qui). E non posso che registrare con soddisfazione il passo dei sindaci di Casale e di Asti ed i contatti avviati quest’estate con il momento della presenza del primo cittadino di Casale al Palio di Asti ed il suo incontro con i sindaci dell’Astigiano al Teatro Alfieri.

Tale processo, infatti, deve partire dai Comuni di maggiori dimensioni, come Asti e Casale e, a questo proposito, Casale deve avere metodi e strumenti per farsi valere ed apprezzare come Capitale del Monferrato, al di là del loghi o delle richieste di co – capoluogo di Provincia a seconda del girar del vento, richieste che rischiano di essere ormai soltanto un abbaiare alla luna.
Lo strumento, come contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Casale ed all’assessore competente, potrebbe essere quell’Agenzia di Sviluppo di cui il Comune di Casale si sta dotando, tavolo tecnico e politico di confronto tra le varie realtà. Non ci sarebbe nessuna sovrastruttura nuova da edificare, si tratterebbe soltanto di dotarlo della funzione specifica di tavolo tecnico e politico di coordinamento degli Stati Generali.

Per quanto riguarda il metodo, sia in questo caso, come nel caso della recente riunione dei tribunali a rischio di chiusura che si è svolta a Casale, l’MPP ritiene altamente positivo l’impegno del Sindaco Demezzi di cercare di coordinare e di governare – in accordo con gli altri Comuni coinvolti e con gli Ordini degli Avvocati – un processo ed un confronto non facile. La strada da seguire era, è e rimarrà questa.
Vorrei fare però alcune ulteriori riflessioni:
Per Casale la perdita del Tribunale (sotto forma di soppressione sic et simpliciter o di aggregazione ad altra entità) sarebbe non soltanto un ulteriore passo verso la desertificazione degli uffici pubblici, in nome di una lotta agli sprechi che non sempre e tale e che spesso è specchietto per le allodole , ma anche un sonoro ceffone in faccia alla Città ed al territorio. Questo perché non solo perderebbe il Tribunale ma sarebbe l’unica a perdere una Corte d’Assise, tuttora esistente anche se negli ultimi anni non attiva (questa, però, è un buon segno, vuole dire che non si sono verificati reati cruenti da motivarne l’avvio di un giudizio).
La perdita o un drastico ridimensionamento del Tribunale devono generare, ad avviso dell’MPP, una mobilitazione di TUTTA la città, non soltanto la presa di posizione del Consiglio Comunale o degli Ordini professionali che ne sono più direttamente coinvolti perché tale venir meno sarebbe una disgrazia per tutti i cittadini e per le varie categorie sociali ed economiche.
E’ auspicabile che questo messaggio arrivi alla popolazione e porti ad una “Santa Alleanza” tra i Casalesi ed il Monferrini di tutte le parti politiche e sociali, come è avvenuto in altri territori e per altre situazioni, anche nel recente passato, dalla sanità ai problemi del dopo alluvione.
Se questo si otterrà vorrà dire che il territorio avrà dato una risposta in termini di cui il Ministero della Giustizia non potrà non tenerne conto nel tirare le somme.
Vorrei, infine, per completezza su questo argomento fare una ulteriore considerazione che a qualcuno potrà anche non piacere: che il Tribunale di Casale fosse a potenziale rischio lo si diceva già negli anni Novanta. Nell’ormai lontanissimo inverno 1997/1998 prima della riforma che soppresse le Preture, in Consiglio comunale il consigliere Giorgio Barbano presentò una proposta di ordine del giorno – all’epoca ideate e sostenuta da una serie di movimenti che oggi non ci sono più – che ipotizzava la revisione della circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Casale mediante l’accorpamento con gli Uffici giudiziari di Chivasso (territorio con il quale la continuità geografica è assicurata mediante la Valcerrina). Quest’idea, peraltro, ricalcava una vecchia ipotesi formulata dall’Ordine degli Avvocati di Casale.
Il Consiglio Comunale di allora lo approvò nel senso di cercare, da allora, soluzioni alternative. Poi questa impostazione venne abbandonata perché si preferì la ricerca con il retino da farfalle della seconda Corte d’Appello del Piemonte (il progetto era bello ed intelligente e sicuramente l’attribuzione della seconda Corte d’Appello piemontese avrebbe dato giustizia alla Città delle perdite di uffici pubblici registrate in tutti questi anni, ma la vera competizione non era tra Casale ed Alessandria, bensì tra Novara e Busto Arsizio/Legnano) tralasciando di valutare le indicazioni contenute in quel documenti approvato pochi anni prima. Forse, se si fosse seguita questa strada alternativa, difficile ed impegnativa certamente, oggi il rischio soppressione non ci sarebbe.
Cordialmente
24/10/2011
Massimo Iaretti - Presidente Movimento Progetto Piemonte

lunedì 3 ottobre 2011

Parella (TO) all’Unione Terre del Chiusella. La dichiarazione del Movimento Progetto Piemonte

Il Consiglio Comunale di Parella, su proposta del Sindaco Roberto Comitini, ha approvato all’unanimità lo Statuto e l’atto di adesione all’Unione di comuni “Terre del Chiusella”; come già hanno fatto le municipalità di Colleretto Giacosa e Quagliuzzo, mentre Strambinello lo farà il 30 settembre. Il gruppo di minoranza, Progetto Parella – che aderisce al Movimento Progetto Piemonte, MPP, composto dai consiglieri Piermassimo Guarnero, Massimo Iaretti e Grazina Perin, ha rilasciato questa dichiarazione, che è stata allegata alla delibera di adesione:
“L’approvazione delle delibere di Consiglio Comunale relative allo Statuto ed alla immediatamente successiva adesione dell’Unione dei comuni “Terre del Chiusella”; trovano il Gruppo Consigliare Progetto Parella ed il movimento politico MPP – Movimento Progetto Piemonte al quale tale gruppo consigliare aderisce e ne è parte integrante, assolutamente favorevoli. Per le amministrazioni e la popolazione della municipalità della Pedanea questo costituisce un importante traguardo e momento di partenza verso una ulteriore meta. Già nel passato le municipalità di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo, Strambinello e quella di Loranzè che oggi non ha aderito, ma di cui si auspica nel futuro una adesione convinta e non forzata, facevano parte di una entità, il Comune di Pedanea. Ma allora, a differenza di oggi, tale unione venne forzata dalla legge. Oggi, invece, a differenza di ieri e a differenza di quello che avrebbe potuto essere domani, questi 4 municipi hanno scelto di adottare SPONTANEAMENTE e DEMOCRATICAMENTE un cammino che li ha portati ad una Unione di Comuni, pur mantenendo ognuno la propria individualità. Come Movimento Progetto Piemonte, sin dall’inizio della presenza del nostro gruppo consigliare a Parella, ci siamo espressi a netto favore di un’azione che portasse, preservando le singole municipalità, ad una gestione associata dei servizi, perché questa è l’unica strada che i piccolissimi ed i piccoli Comuni oggi hanno per fare fronte al mutato scenario degli enti locali, un quadro dove il taglio dei trasferimenti di risorse dallo Stato è sempre più accentuato, dove, parandosi dietro lo scudo di una “lotta agli sprechi” si va ad affermare una tendenza “neocentralista” che va nella direzione opposta dei principi di autonomia e di decentramento che sono alla base della nostra Carta Costituzionale, senza peraltro mettere le mani ad una riforma che modifichi le regole e diminuisca i costi della politica e della burocrazia.
Il cammino iniziato dalle municipalità di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo, Strambinello è coerente con questi principi in quanto è espressione della reale volontà delle singole comunità locali e non si ferma ai 4 municipi ma guarda oltre, alla possibilità di aggregazioni più ampie e su fasce territoriali più estese, con un principio di unificazione nel rispetto delle singole identità che parte dal basso.
Come gruppo consigliare, e come MPP, abbiamo sempre non soltanto appoggiato ma anche caldeggiato la soluzione che è stata perseguita e raggiunta con tenacia ed intelligenza dal Sindaco Comitini, dal Vice Sindaco Bollettino, dall’Amministrazione e dal Gruppo di Maggioranza. Questa, si tiene a sottolinearlo, è stata la dimostrazione che anche i Gruppi di Minoranza, se rivestono correttamente il loro ruolo all’interno di un consesso elettivo, possono avere un ruolo propositivo e vedere crescere e realizzarsi le loro proposte. Anche nell’Unione Terre del Chiusella daremo il nostro contributo, in modo concreto e positivo, come abbiamo fatto finora, e come continueremo a fare, nel Consiglio Comunale di Parella”.
Piermassimo Guarnero
Massimo Iaretti
Graziana Perin