mercoledì 14 luglio 2010

Comunicato stampa emesso dall'Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Casale Monferrato, Ing. Giorgio Demezzi, in risposta alla lettera di MPP

Provincia federata: Demezzi replica alla lettera aperta

A seguito di una lettera aperta inviatagli dal “Movimento Progetto Piemonte” e ad altri articoli apparsi recentemente, Il Sindaco Giorgio Demezzi ha voluto rilasciare la dichiarazione seguente:

“Vengo chiamato in causa pubblicamente dal presidente del “Movimento Progetto Piemonte” sulla questione della provincia federata Casale-Vercelli e mi vedo costretto a ritornare su questo argomento per il quale ho già più volte espresso il mio punto di vista che potrei sintetizzare con due parole: Prudenza e Concertazione.

Dal momento però che gli organi d'informazione locali sia sulla carta stampata come pure sul web hanno attribuito a questo tema attenzioni particolari raccogliendo commenti assai accorati, proverò ad aggiungere qualche riflessione.

Se per ipotesi ponessimo intorno a un tavolo sul quale è dispiegata una carta geografica del Piemonte tutte le persone che in questo momento pronunciano sentenze su questo argomento, potremmo assistere ad un grande gioco di società – un misto tra Risiko e Monopoli – dove uno annette Chivasso, l'altro la Valsesia, un altro ancora compra il Tribunale, mentre il vicino rilancia sull'Ufficio delle Entrate, il tutto con un grande sventolio di vessilli dell'antico Marchesato e delle città ducali e marchionali!

Come si può affermare a sostegno delle proprie idee che si tratta di una proposta “assolutamente rivoluzionaria, comunque vada a finire, e speriamo finisca bene”! Oppure “con la provincia federata si sale su un'altra orbita, non si passa più da Alessandria e si diventa titolari dell'esercizio di funzioni proprie. Per questo non dovrebbero esserci opposizioni da parte di nessuno”! Ma stiamo giocando al “gratta e vinci” tentando la fortuna oppure – come dicevo poc'anzi – al Risiko pensando di annetterci un territorio senza che vi sia resistenza di sorta!

Polemiche e battute a parte torno a ribadire che ci troviamo di fronte ad un progetto che richiede un ampio confronto sul territorio dal quale possa scaturire una condivisione di intenti e solo in presenza di quest'ultimi individuare le tappe di un percorso aggregativo.

Se si dovesse ottemperare agli “aut-aut” del tipo “O si va con Vercelli o si fallisce” si rischierebbe di circoscrivere la partita tra due comuni viciniori; ma anche l'ipotesi di considerare un territorio che comprenda Moncalvo, Trino, Chivasso, la Valsesia e perché no mettiamoci anche Alba ed Acqui Terme, più che sponsorizzare Casale sarebbe un passo concreto verso il raggiungimento dell'obiettivo prioritario sancito dall'art.2 dello Statuto del Movimento Progetto Piemonte: “rafforzamento e ampliamento dello Statuto della Regione Piemonte e la concessione alla stessa dello status di Regione a Statuto Speciale, riconoscendosi nella tradizione autonomista piemontese....”!

Il buon senso suggerisce di procedere su questo percorso escludendo voli pindarici e scelte impulsive ed avventate tenendo invece bene in mente due concetti: Prudenza e Concertazione”.

Casale Monferrato, 14 luglio 2010

domenica 11 luglio 2010

Lettera aperta per la convocazione degli Stati Generali del Monferrato

Egr.Sig.
Dott. Ing. Giorgio Demezzi
Sindaco del Comune di
Casale Monferrato
Residenza Municipale

OGGETTO: Lettera aperta per la convocazione degli Stati Generali del Monferrato

Signor Sindaco,
il recente dibattito su una nuova collocazione territoriale di Casale Monferrato e del Monferrato Casalese in un ambito che potrebbe essere diverso da quello attuale della Provincia di Alessandria rinnova anche interrogativi ed ipotesi su quello che potrebbe essere il ruolo della Città di Casale Monferrato.
La Sua Amministrazione, in discontinuità con quelle precedenti e con una visione di prospettiva ha assegnato una delega a "Casale Capitale del Monferrato".
Tale delega, a sommesso avviso, postula la necessità di fare scelte politiche in direzione della riaffermazione del ruolo della Città rispetto ad un territorio che non è soltanto quello del Monferrato Casalese (che peraltro, soprattutto in Valcerrina risente, per alcuni comuni della fascia collinare, di un’attrazione verso la provincia astigiana) ma deve venire visto in una accezione più ampia che coinvolga gli antichi centri ducali e marchionali come Moncalvo, Trino, Chivasso e - perché no anche se non vi è soluzione di continuità territoriale con il Monferrato Casalese - Alba ed Acqui Terme.
Di qui, sempre a sommesso avviso, la necessità di esaltare un ruolo della Municipalità di Casale Monferrato su un’area territoriale più vasta, al di fuori dei confine della Provincia di Alessandria e di quelli del Monferrato Casalese la cui integrità nelle scelte non deve essere scudo per mantenere lo stato di "motore immobile dell’Universo" (mi scuso per aver disturbato Aristotele) in cui versa Casale da anni e che è stato causa dei passi indietro compiuti dalla Città.
Signor Sindaco,
come presidente di Movimento Progetto Piemonte, movimento politico che nel suo Statuto ha posto tra le priorità la valorizzazione e l’esaltazione del ruolo del Piemonte e delle sue componenti territoriali, Le chiedo formalmente di iniziare un percorso che abbia come punto di arrivo le convocazione degli Stati Generali del Monferrato, da svolgersi nella nostra Città, allargandone la partecipazione non soltanto alle Amministrazioni ed ai Sindaci, ma soprattutto alle forze economiche e sociali che su questo ambito territoriale esistono.
Esso sarebbe, sempre a sommesso avviso, un chiaro atto di volontà politica del ruolo di "Casale Capitale del Monferrato" che consentirebbe – di concerto con le altre Amministrazioni - di delineare il ruolo socio – economico della Città di Casale Monferrato e del territorio all’interno del "Sistema Piemonte" in generale e potrebbe fare anche valere il peso del territorio stesso all’interno di ogni nuova, possibile, realtà provinciale venisse a crearsi.
Sicuramente molto di più dell’organizzazione di singoli eventi.
A disposizione per ogni chiarimento, rimanendo in attesa di conoscere le Sue determinazioni, porgo i miei più cordiali saluti.
Casale Monferrato, 11 luglio 2010
IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

sabato 10 luglio 2010

Rassegna Stampa, articolo tratto da Casale News. 'Se non si va con Vercelli, il declino di Casale e del casalese sarà irreversibile'

'Se non si va con Vercelli, il declino sarà irreversibile'
Il grido d'allarme di Nuove Frontiere nel forum sulla provincia federata. Caire: 'C'è il rischio che Casale diventi una frazione di Alessandria'

Fonte: Casalenews http://www.casalenews.it/index

9 Luglio 2010 – CASALE – “O si va con Vercelli o si fallisce”. È il messaggio che lancia Carlo Caire, consigliere comunale di Nuove Frontiere, al termine del forum indetto dalla lista civica per discutere con i simpatizzanti sull’ipotesi di provincia federata. La proposta è stata lanciata un mese fa, nella stessa sala del Candiani (in cui intervenne, anche se brevemente, il vicepresidente della Regione Roberto Rosso, sostenitore del progetto) in cui ora Nuove Frontiere stila un primo bilancio, dopo che si è chiuso il ‘primo giro’ di interventi: il sasso è stato lanciato, qualcosa si è mosso (i sindaci di Casale e Vercelli si sono incontrati e, il 19 luglio, Demezzi incontrerà i sindaci dei paesi), qualcuno, soprattutto a sinistra, si è opposto. Cosa emerge? Una diffusa sfiducia nella propria classe dirigente (“Ho visto nei politici casalesi incredibili episodi di soggezione nei confronti degli alessandrini” osserva Giancarlo Curti), la consapevolezza che, se non si raggiungono e coinvolgono le popolazioni, difficilmente il progetto andrà avanti. C’è pure qualche cautela. “Andiamoci piano con Vercelli” avverte Mario Oddone, pur essendo complessivamente favorevole. “I vercellesi ci vedono come una preda da mettere nel carniere, per superare il trauma della perdita del Biellese”, aggiunge il consigliere comunale Giampiero Farotto (Pdl). Ma su tutto la paura di un declino irreversibile: “Ma davvero vogliamo diventare una frazione di ventimila abitanti di Alessandria?” si chiede, retoricamente e sperando che la risposta della società civile monferrina sia negativa, Caire.

CURTI: “UNA PROPOSTA RIVOLUZIONARIA, SALIREMMO SU UN'ALTRA ORBITA”

Per il battagliero Giancarlo Curti, la proposta “è assolutamente rivoluzionaria, comunque vada a finire, e speriamo finisca bene. Nella provincia di Alessandria Casale è sempre decaduta, e questa è opinione di tutti, anche di chi non ci appoggia. Ne parliamo ogni giorno con avvocati, architetti, liberi professionisti, che ripetono la stessa cosa: le altre città – Alessandria, Acqui, Tortona e Novi – parlano e si mettono d’accordo, mentre noi casalesi siamo all’oscuro di tutto”.
“Con la provincia federata – puntualizza Curti – si sale su un’altra orbita, non si passa più da Alessandria e si diventa titolari dell’esercizio di funzioni proprie. Per questo non dovrebbero esserci opposizioni da parte di nessuno, ma sono preoccupato delle nostra classe politica: in passato ho assistito ad episodi di soggezione incredibile dei politici casalesi nei confronti degli alessandrini”.

Intervento di Claudio Martinotti Doria, storiografo del Monferrato, ha rivelato al pubblico alcuni esempi importanti dei secolari legami storici, culturali, devozionali ed economici con il Vercellese.

MARTINOTTI DORIA: “I NOSTRI POLITICI STUDINO LA STORIA”

L’intervento di Claudio Martinotti Doria, esperto di storia, consigliere di Alexala e vicino alle posizioni di Nuove Frontiere, è tutto per confutare quanti hanno detto (soprattutto nel Partito Democratico) che Casale e Vercelli non hanno legami storici. Affermazioni che non gli sono andate giù: “Chi ha sostenuto che il Monferrato è nato ad Acqui e non ha legami con Vercelli forse crede davvero alla leggenda che il Monferrato sia nato perché Aleramo ha cavalcato per tre giorni. Non è cosi: chi ha responsabilità istituzionali e parecchio tempo libero a disposizione dovrebbe fare lo sforzo di leggere un libro di storia”. Martinotti Doria ha poi concluso l'intervento citando una serie di esempi dei profondi e secolari legami storici, economici e culturali con il Vercellese.

IARETTI: “CASALE CONVOCHI GLI STATI GENERALI DELL’ANTICO MARCHESATO”

Per Massimo Iaretti, esponente del Movimento Progetto Piemonte: “Ci saranno perdite, perché la Valcerrina e la Valsesia non ci seguiranno e si rischi di creare un ibrido senza capo né coda. Casale convochi allora gli Stati Generali dell’Antico Marchesato, che porterebbero al confronto amministrazioni come quella di Trino, di Moncalvo e, perché no, di Chivasso (che non farà parte dell’area metropolitana di Torino e con Casale ha legami attraverso la Valcerrina ed l’antico collegio senatoriale), iniziando così a gettare le basi per una proposta di provincia unitaria che si confronti con il Vercellese e la Valsesia e proceda in tempi brevi verso la nuova realtà provinciale”.

CAIRE: “SE NON CI MUOVIAMO IN FRETTA CI TOLGONO PURE IL TRIBUNALE”

Le conclusione della serata le tira Carlo Caire: “Dobbiamo approfittare dell’occasione, senza troppe divisioni interne. E fare in fretta, altrimenti continuiamo a perdere. Pensiamo al tribunale: prima o poi ce lo toglieranno, a meno che diventiamo capoluogo di Provincia: credete che osino togliere il tribunale a un capoluogo di provincia? Occorre pungolare dal basso e non delegare nulla alla classe politica. Dobbiamo convincere gli amministratori a prendere quella decisione che, se è appoggiata dalla città, non potranno ignorare. Altrimenti il declino è certo, ci attende il fallimento. Ma vogliamo davvero che Casale diventi una piccola frazione di ventimila abitanti di Alessandria?”

Redazione On Line

mercoledì 7 luglio 2010

Sulla ipotesi di Provincia Federata. Massimo Iaretti (MPP): “Un nuovo inizio non una minestra riscaldata della vecchia cucina politica”.

Sulla ipotesi di Provincia Federata. Massimo Iaretti (MPP): “Un nuovo inizio non una minestra riscaldata della vecchia cucina politica”. Proposta di convocare gli Stati Generali dell’Antico Marchesato di Monferrato
Egregio direttore,
mi permetto di chiederle un poco dello spazio sulla sua testate per l’argomento che oggi è tornato di moda, ovvero la Provincia Federata Casale – Vercelli o Vercelli – Casale.
Poiché ne scrivo e sostengo quest’idea da vent’anni circa (e all’epoca a Casale, la mia città natale, qualcuno mi prese per folle perché “se si va con Vercelli dobbiamo cambiare la targa dell’auto”) ritengo di dover mettere qualche puntino sulle “I”, anche alla luce dei tanti che saltano sul carro dell’ultima moda.
Riguardo ai fatti concreti e non alle parole le prime proposte, non di mera provocazione politica, ma che entrano nella sostanza, i primi passi vennero compiuti da esponenti dell’allora area socialista e socialdemocratica.
Ne ricordo alcuni: nel 1991 si svolse a Vercelli un incontro tra la sezione Psdi di Casale ed i gruppi consigliari alla Provincia ed al Comune di Vercelli da cui scaturì un ordine del giorno che venne presentato dal consigliere Emanuele Caradonna, all’epoca capogruppo socialdemocratico in Comune a Vercelli e, in conseguenza di questo, fu istituita una commissione per esplorare la possibilità dell’integrazione dei due territori. Qualcosa di simile è avvenuto quasi vent’anni dopo nella Provincia di Vercelli con la seconda amministrazione Masoero.
Nei primissimi anni Novanta, l’avvocato Roberto Scheda, nella veste di presidente della Cassa di Risparmio di Vercelli elaborò un progetto turistico delle terre del riso e del vino che, tradotto in cartografia, poteva delimitare i confine di una nuova provincia da Gattinara a Moncalvo. Le idée, all’epoca molto avanti di Scheda, vennero rispedite al mittente da tutta la classe politica casalese in un convegno nell’appena inaugurato Teatro Municipale. L’unica voce che si levò a favore fu quella di Gianni Cardillo, capogruppo Psdi a Palazzo San Giorgio.
Poi c’è stata la mozione di Mario Oddone – Uniti per Casale – che chiedeva all’amministrazione casalese di pronunciarsi per un rapporto con Vercelli, che venne però cassata dal centrosinistra al governo della città a larga maggioranza.
Tra le voci che si espressero a favore della co – provincia, vorrei ricordare anche quelle di Cristiano Bussola (chissà se lo ricorda) , dell’ex deputato Alda Grassi e, anche, sommessamente, la mia.
Oggi le cose sono cambiate ma il metodo pare lo stesso. A determinare l’accelerazione è stata la ventilate ipotesi di sopprimere la Provincia di Vercelli a fare muovere Roberto Rosso, vice presidente della Regione e deputato che è riuscito a mettere in piedi una campagna davvero molto efficace sul piano mediatico (e su questo Roberto è davvero bravo).
Ma il rischio è quello di seguire la logica della politica di sempre, ovvero di rincorrere una emergenza soltanto quando i buoi sono scappati o stanno per scappare.
A giudizio mio, e del Movimento Progetto Piemonte che rappresento, la nuova provincia se nasce come semplice aggregazione territoriale di Vercelli e di Casale, senza tenere conto della Valsesia, rischia di essere semplicemente il frutto di una somma algebrica, ovvero Vercelli + Casale – Valsesia = tutto come prima.
La provincia federata, ammesso che nasca davvero, se dovesse seguire questo ragionamento sarebbe soltanto un tentativo di mantenere in vita un ente provincia, non, al contrario, di dare vita ad una nuova aggregazione territoriale che potrebbe avere un ruolo nel Piemonte del terzo millennio, in particolare con un ruolo di cerniera nel Piemonte Orientale, sia sotto l’aspetto agricolo, che turistico, che produttivo, che culturale. Se, invece, la Valsesia assecondasse l’idea di chi la vuole con Novara, o seguisse i sogni minoritari di una cantonalizzazione o ci fossero altre fughe in avanti – come quella recentemente proposta di un passaggio di Borgo d’Ale, Santhià ed Alice Castello alla Provincia di Biella – il territorio sarebbe mutilato in partenza. E per fare un ibrido senza nè capo nè coda è meglio lasciare le cose come stanno.
Casale in questo ambito un ruolo lo può e deve avere. Se è vero che è Capitale del Monferrato perché il Sindaco Giorgio Demezzi non convoca gli Stati Generali dell’Antico Marchesato, che porterebbero al confronto amministrazioni come quella di Trino, di Moncalvo e, perché no, di Chivasso (che non farà parte dell’area metropolitana di Torino e con Casale ha legami attraverso la Valcerrina ed l’antico collegio senatoriale), e non si inizia così a gettare le basi per una proposta di provincia unitaria che si confronti con il Vercellese e la Valsesia e proceda in tempi brevi verso la nuova realtà provinciale. In questo modo si potrà iniziare a gettare le davvero le basi di un processo serio che guarda al concreto. Altrimenti ci saranno sempre e solo speranze.
E, come recita un proverbio, chi vive sperando muore …..
E siccome, personalmente e come MPP, riteniamo che “tempus regit actum”, saremo presenti con una nostra lista e nostro candidato presidente alle prossime elezioni provinciali di Vercelli (ovviamente se e quando si faranno) mettendo al primo punto la provincia federata della Valsesia, delle Terre d’Acqua e del Monferrato Casalese.
Cordialmente
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte