giovedì 29 dicembre 2011

Due ordini del giorno del MPP per ridurre i costi della politica regionale

In consiglio comunale a Parella e nell’Unione Terre del Chiusella

Due ordini del giorno per ridurre i costi della politica regionale

Iaretti (MPP): “Un sostegno concreto alla petizione petizione popolare che è stata recentemente depositata a Palazzo Lascaris perché tutto non rimanga nel cassetto ma la Regione si pronunci in fretta sulla materia”

Parella – Il consiglio comunale di Parella ed il consiglio della neonata Unione dei Comuni Terre del Chiusella (che comprende le municipalità di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello nell’Eporediese) hanno votato, mercoledì e venerdì, nelle loro ultime sedute prenatalizie due ordini del giorno – pressoché identici – nei quali si invita il Consiglio regionale del Piemontead approvare, entro il più breve tempo possibile, una legge regionale sul contenimento dei costi della politica. Questo testo legislativo, secondo i documenti approvati, dovrebbe recepire “in tutto o in ampia parte” i contenuti della recente petizione popolare “Fuori i soldi dalla politica” che, forte di oltre 22mila firme raccolte in tutto il Piemonte, fa alcune precise richieste. Gli ordini del giorno approvati dal Comune di Parella e dall’Unione dei Comuni Terre del Chiusella erano stati presentati da Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte e consigliere in entrambe le assemblee. “Una delegazione dell’MPP aveva incontrato ad Asti il primo firmatari della petizione, Fabio Martina. Pur non concordando nel merito su tutti i punti, ma valutandone positivamente lo spirit – dice Iaretti – abbiamo preso l’impegno che, dove presenti con un nostro gruppo consigliare o con dei punti di riferimento avremmo presentato degli ordini del giorno a sostegno dell’iniziativa, affinchè non rischi di rimanere in qualche cassette del Consiglio regionale, nonostante sia già stata effettuata l’audizione del primo firmatario”. In entrambi i casi gli ordini del giorno, dopo un ampio dibattito, che ha consentito l’approfondimento dell’argomento ed un confronto costruttivo, sono stati approvati all’unanimità. “Ringrazio Roberto Comitini, sindaco di Parella e presidente dell’Unione dei Comuni
Terre del Chiusella per la sensibilità che ha dimostrato nel metterli a stretto giro di posta nella scaletta dei lavori consigliari – dice Iaretti, molto soddisfatto dell’esito – come pure ringrazio tutti i colleghi per il contributo maturo che hanno dato alla discussione. Con questo voto si è voluto dare un duplice segnale: innanzitutto che in tempi di “magra” come questi, tutti, e a tutti livelli amministrativi, devono fare dei sacrifici significativi e non solo di facciata, e che anche i piccoli ed i piccolissimi comuni sono in grado di assumere delle posizioni concrete e di valenza politica, al di là dell’eventuale appartenenza partititica che vanno oltre l’ordinaria amministrazione”. Iaretti infine sottolinea come gli ordini del giorno non siano entrati nel merito della quantificazione della riduzione dei costi relative ai consiglieri regionali, “essendo quella materia di competenza del parlamento subalpino” e come MPP creda con forza nelle petizioni, come in tutti gli strumenti di partecipazione, essendo questi la vera forza della democrazia di base. I testi votati verranno inviati al presidente della giunta regionale Roberto Cota, al presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo ed al presidente della prima commissione di Palazzo Lascaris.
Casale Monferrato, 26 dicembre 2011

Massimo Iaretti
Presidente e portavoceMovimento Progetto Piemonte
Portavoce Lista Civica Progetto Casorzo MPP
349/8773769

Proposta dell'MPP all'Unione dei Comuni Terre del Chiusella di riduzione dei costi della politica

Egregio signor
Ing. Roberto Comitini

Presidente dell’Unione dei Comuni Terre del Chiusella
c/o Municipio di Parella

Il sottoscritto Massimo Iaretti, consigliere del Consiglio dell’Unione di Comuni Terre del Chiusella presenta la seguente proposta di

ORDINE DEL GIORNO

VISTA la consegna ai competenti uffici del Consiglio Regionale del Piemonte, della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica”, per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, la quale ha raccolto circa 22mila adesioni e la successiva audizione avanti la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del primo firmatario, Sig. Fabio Martina avvenuta in data 2 dicembre 2011

EVIDENZIATO che la stessa contiene le proposte di seguito riportate:
1)Riportare le indennità dei consiglieri alla prima determinazione del 1972, cioè il 55% delle indennità dei parlamentari.
2)Ridurre le indennità di funzione aggiuntiva, a partire dal Presidente della Giunta e dagli Assessori.
3)Sopprimere i gettoni di presenza pari a circa 122 euro a seduta.
4)Sopprimere i rimborsi forfettari.
5)Ridurre i rimborsi spese chilometrici
6)Sopprimere il vitalizio per gli ex consiglieri regionali.

SOTTOLINEATA l’esigenza di ridurre i costi della politica alla quale devono concorrere tutti i livelli istituzionali, soprattutto quelli più alti, esigenza ribadita anche dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

RILEVATO che la richiamata riduzione dei costi della politica, stante anche il difficile momento economico e sociale che sta vivendo il Paese, deve avvenire in tempi brevi ed attraverso provvedimenti di sostanza che vadano ad incidere realmente nel merito della questione


SOTTOLINEATO che la petizione popolare non ha una corsia preferenziale nei lavori consigliari e che la stessa, pur prevista dallo Statuto della Regione Piemonte come strumento di partecipazione popolare, non assume l’equivalente di una proposta di legge regionale

Tutto questo premesso il Consiglio dell’Unione dei Comuni Terre del Chiusella

RECEPISCE

i contenuti della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica” per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, attualmente giacente presso la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del Piemonte, in quanto coerenti con una azione di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dei costi della politica, segnatamente di quella regionale e conseguentemente

INVITA

Il Consiglio Regionale del Piemonte ad approvare, entro il più breve tempo possibile, una legge regionale sul contenimento dei costi della politica, che recepisca in tutto o in ampia parte i contenuti della richiamata petizione popolare

INVIA

Copia di questo Ordine del Giorno:
1)Al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte
2)Al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte
3)Al Presidente della Commissione Bilancio Consiglio Regionale del Piemonte

Parella,

MASSIMO IARETTI

Ordine del Giorno del GRUPPO CONSIGLIARE PROGETTO PARELLA – MPP per ridurre i costi della politica

GRUPPO CONSIGLIARE PROGETTO PARELLA – MPP

Egregio signor
Sindaco del Comune di Parella

Il sottoscritto Massimo Iaretti, consigliere del gruppo consigliare “ Lista Civica – Progetto Parella – MPP “ presenta la seguente proposta di

ORDINE DEL GIORNO

VISTA la consegna ai competenti uffici del Consiglio Regionale del Piemonte, della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica”, per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, la quale ha raccolto circa 22mila adesioni e la successiva audizione avanti la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del primo firmatario, Sig. Fabio Martina avvenuta in data 2 dicembre 2011

EVIDENZIATO che la stessa contiene le proposte di seguito riportate:
1)Riportare le indennità dei consiglieri alla prima determinazione del 1972, cioè il 55% delle indennità dei parlamentari.
2)Ridurre le indennità di funzione aggiuntiva, a partire dal Presidente della Giunta e dagli Assessori.
3)Sopprimere i gettoni di presenza pari a circa 122 euro a seduta.
4)Sopprimere i rimborsi forfettari.
5)Ridurre i rimborsi spese chilometrici
6)Sopprimere il vitalizio per gli ex consiglieri regionali.

SOTTOLINEATA l’esigenza di ridurre i costi della politica alla quale devono concorrere tutti i livelli istituzionali, soprattutto quelli più alti.

RILEVATO che la richiamata riduzione dei costi della politica, stante anche il difficile momento economico e sociale che sta vivendo il Paese, deve avvenire in tempi brevi ed attraverso provvedimenti di sostanza che vadano ad incidere realmente nel merito della questione

SOTTOLINEATO che la petizione popolare non ha una corsia preferenziale nei lavori consigliari e che la stessa, pur prevista dallo Statuto della Regione Piemonte come strumento di partecipazione popolare, non assume l’equivalente di una proposta di legge regionale

Tutto questo premesso il Consiglio Comunale di Parella

RECEPISCE

i contenuti della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica” per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, attualmente giacente presso la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del Piemonte, in quanto coerenti con una azione di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dei costi della politica, segnatamente di quella regionale e conseguentemente

INVITA

Il Consiglio Regionale del Piemonte ad approvare, entro il più breve tempo possibile, una legge regionale sul contenimento dei costi della politica, che recepisca in tutto o in ampia parte i contenuti della richiamata petizione popolare

INVIA

Copia di questo Ordine del Giorno:
1)Al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte
2)Al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte
3)Al Presidente della Commissione Bilancio Consiglio Regionale del Piemonte

Parella,

Massimo Iaretti

martedì 6 dicembre 2011

L’MPP sosterrà la petizione popolare per ridurre gli stipendi dei consiglieri regionali

Il presente comunicato è stato ripreso e pubblicato su numerose agenzie stampa e testale locali, tra cui Casale News, Agenfax, AltaItalia TV, ecc..

Sono state raccolte ventiduemila firme in tutto il Piemonte
Iaretti: “Non deve cadere nell’obblio a Torino”
Presto saranno sottoposti ordini del giorno di appoggio nei consigli comunali piemontesi

Martina, primo firmatario della petizione popolare e Iaretti, presidente del MPP

Il Movimento Progetto Piemonte – MPP valuta positivamente la petizione popolare depositata in Consiglio regionale per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali. Una delegazione dell’MPP, composta dal presidente Massimo Iaretti e da Luigi D’Alessandro, fiduciario del movimento a Verolengo, ha incontrato ad Asti Fabio Martina primo firmatario della petizione popolare “Fuori i soldi dalla politica”, che ha raccolto 22mila firme in tutta la regione, all’indomani della sua audizione davanti alla prima commissione del Consiglio regionale del Piemonte. “Abbiamo chiesto a Fabio Martina alcuni chiarimenti nel merito dell’iniziativa – dice Massimo Iaretti – e il colloquio che ne è scaturito è stato ampiamente costruttivo. Innanzitutto per MPP l’iniziativa è fortemennte positiva, perché si pone nello spirito di partecipazione che è contenuto nello Statuto del Piemonte e ne utilizza uno strumento come la petizione. Nel merito siamo concordi che una riduzione dei costi della politica debba essere reale, e non di facciata, e che questa raccolta di firme non deve finire nel dimenticatoio”. Pertanto l’MPP presenterà nei prossimi giorni, o direttamente dove è rappresentato, o attraverso singoli consiglieri comunali e liste civiche sensibili a questo problema un ordine del giorno nel quale si inviteranno i singoli consigli comunali a sostenere l’iniziativa ed a trasmettere il documento alla presidenza del Consiglio regionale. “Ovviamente questo deve essere soltanto il primo passo – conclude Iaretti – in quanto si dovrà mettere mano anche ai vari organismi elettivi di secondo grado che, peraltro, non godono di una legittimazione diretta dei cittadini”.
Casale Monferrato, 5 dicembre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

lunedì 21 novembre 2011

Con una lettera ai Sindaci monferrini. L’impegno dell’MPP a sostegno dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo passa attraverso i consigli comunali

Con una lettera a 19 Sindaci monferrini. L’impegno dell’MPP a sostegno dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo passa attraverso i consigli comunali aperti

Iaretti: “Contatterò i presidenti dei Consigli Provinciali di Alessandria ed Asti perché l’argomento venga messo all’ordine del giorno delle rispettive assemblee”

Il Movimento Progetto Piemonte scende in campo a sostegno per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace a Moncalvo. Alla base dell’intervento c’è la recednte legge 148 del settembre 2011 che prevede che il ministero della Giustizia provveda ad individuare gli uffici del giudice di pace da sopprimere o da accorpare. E quello di Moncalvo potrebbe trovarsi in questo elenco, come è stato ricordato in un recente appello. Così il presidente di MPP, Massimo Iaretti ha scritto a tutti i sindaci dei comuni interessati, 14 in Provincia di Alessandria (Alfiano Natta, Castelletto Merli, Cereseto, Cerrina Monferrato, Mombello Monferrato, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ottiglio, Ponzano, Serralunga di Crea, Solongello, Villadeati) e 5 in Provincia di Asti (appunto Moncalvo, Calliano, Penango, Tonco e Grazzano Badoglio), chiedendo mettere in atto azioni che coinvolgano al massimo la popolazione perché tale soppressione “sarebbe una sciagura per i disagi ed il nocumento che porterebbe a private e attività economiche del territorio”. Per questo l’MPP chiede che il primo passo sia una convocazione dei consigli comunali in foma aperta agli interventi del pubblico, proprio per spiegare la situazione. “L’ufficio del giudice di Pace di Moncalvo – è scritto nella lettera ai sindaci – funge anche da filtro per la composizione di numerose vertenze, visto l’elevato numero di verbali di conciliazione che si raggiungono in sede non contenziosa”. La missiva è stata anche inviata al presidente della Provincia di Alessandria, al presidente del Consiglio provinciale di Alessandria, al presidente della Provincia di Asti ed al presidente del Consiglio provinciale di Asti. “E nostra intenzione – dice Massimo Iaretti – contattare soprattutto i due presidenti dei consigli provinciali affinché mettano anch’essi un documento a sostegno della presenza di ufficio giudiziario importante per il territorio, nella scaletta dei lavori consigliari”. L’MPP dichiara poi assolutamente positivO il lavoro svolto, sul fronte del sostegno al Tribunale di Casale, dal sindaco Giorgio Demezzi (anch’egli destinatario della lettera sull’ufficio giudiziario moncalvese) che sta portando alla nascita di un “Comitato per i Tribunali di Città”, che cercherà di raccogliere le firme di tutti i sindaci dei comuni interessati nella varie circoscrizioni. “E’ un atto importante e concreto, al quale vanno aggiunte iniziative che impediscano che si possano perdere strutture ed uffici che, al di là di un calcolo puramente fatto con il pallottoliere, sono dei veri e proprio avamposti della giustizia e svolgono un servizio importantissimo per i cittadini”,conclude il presidente dell’MPP.
Casale Monferrato, 21 novembre 2011

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

Richiesta di convocazione di consiglio comunale aperto a sostegno del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo

Egr.Sig.
Aldo Fara
Sindaco del Comune di
14036- Moncalvo
Residenza Municipale

A mezzo PEC: moncalvo.ragioneria@pec.it

OGGETTO: richiesta di convocazione di consiglio comunale aperto a sostegno del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo

Signor Sindaco,
la recente L. 14 settembre 2011 n. 148 di conversione in legge con modificazioni del D.L. 13 agosto 2011 n. 138 ha riportato prepotentemente alla ribalta la questione della riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
A tal proposito la recente presa di posizione delle Amministrazioni Comunali e dei Consigli degli Ordini degli Avvocati che, convocati su iniziativa del Sindaco di Casale Giorgio Demezzi, che mi legge in copia, stanno dando vita ad un Comitato per i “Tribunali di Città”, tendente alla loro permanenza in attività in quanto fondamentali per un esercizio della Giustizia che sia a favore e nell’interesse dei cittadini, è assolutamente condivisibile da parte del Movimento Progetto Piemonte.
Va, però, evidenziato come lo stesso provvedimento legislativo prevede all’art. 1 lettera o) la previsione della “Pubblicazione sul bollettino ufficiale e nel sito internet del Ministero della Giustizia degli uffici del Giudice di Pace da sopprimere o accorpare”. Lo stesso articolato, alla lettera successiva evidenzia la previsione di come, “entro 60 giorni da tale pubblicazione, gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere ed ottenere il mantenimento degli Uffici del Giudice di Pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi …”.
Il Comune che Lei amministra appartiene al territorio di competenza dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo per il quale potrebbe esistere, effettivamente, un rischio di soppressione/accorpamento, come recentemente paventato dallo stesso Giudice di Pace coordinatore in dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa.
Va evidenziato che, qualora, detto Ufficio venisse ricompreso nell’elenco previsto dal richiamato art. 1 lett. o) della L. 14 settembre 2011 n. 14, sarebbe posto in atto un vero e proprio, ulteriore, impoverimento del territorio ed un nocumento per i cittadini residenti nello stesso. La competenza territoriale dell’Ufficio del Giudice di Pace, infatti, riguarda 19 comuni dei quali 5 appartenenti alla Provincia di Asti e 14 alla Provincia di Alessandria, distribuiti in un territorio collinare con difficoltà di collegamento non coperto da rete autostradale e con una rete ferroviaria a rischio soppressione (e comunque parte dei centri non ne sarebbe in ogni caso servita) e posto a distanza non ridotta dai due centri capoluoghi di provincia, Alessandria ed Asti, e dal centro zona, Casale Monferrato.
Va altresì sottolineato come l’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo, continuatore ideale, anche se non funzionale, della storica presenza di strutture giudiziarie nella città aleramica costituita sino all’anno 1999 dalla Pretura di Moncalvo, abbia un ruolo di “prima linea” nell’amministrazione della Giustizia, fungendo anche da filtro per la risoluzione di numerose vertenze, come dimostra il significativo numero di conciliazioni non contenziose ex art. 322 CPC, andate a buon fine.
Senza dimenticare che una sua soppressione, o accorpamento ad altre strutture, sarebbe un ulteriore impoverimento del territorio monferrino al quale appartiene, senza contare che i risparmi che ne deriverebbero sarebbero realmente modesti a fronte dei disagi che si creerebbero per il territorio.
Nell’ottica di progettualità e di proposta che ha sempre contraddistinto il Movimento Progetto Piemonte sin dalla sua fondazione e dall’inizio della sua azione amministrativa, si richiede la convocazione di un Consiglio Comunale aperto avente ad oggetto le azioni da intraprendere per una presa di posizione comune di tutti i Comuni territorialmente interessati a favore del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo. La forma aperta dovrebbe essere utile ad avere il massimo coinvolgimento dei cittadini per una problematiche che, qualora si concretizzasse, sarebbe una vera e propria disgrazia per i disagi ed il nocumento che porterebbe per private ed attività economiche.
Tanto Le trasmetto e richiedo in qualità di presidente di Movimento Progetto Piemonte, movimento politico, nato il 24 giugno del 2009 a Casale Monferrato, che nel suo Statuto ha posto tra le priorità la valorizzazione e l’esaltazione del ruolo del Piemonte e delle sue componenti territoriali.
Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento e/o delucidazione, porgo I miei più cordiali saluti.
Casale Monferrato, 21 novembre 2011

Lettera di analogo contenuto viene inviata
ai sindaci di Calliano, Grazzano Badoglio, Penango, Tonco, Alfiano Natta, Castelletto Merli, Cereseto, Cerrina Monferrato, Mombello Monferrato, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ottiglio, Ponzano Monferrato, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Villadeati.

E per conoscenza:
Al Presidente della Provincia di Alessandria ed al Presidente del Consiglio Provinciale di Alessandria.
Al Presidente della Provincia di Asti ed al Presidente del Consiglio Provinciale di Asti
Al Sindaco di Casale Monferrato

IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

venerdì 28 ottobre 2011

Ancora polemiche sul caso Cavallero: 'Così non si recupera una memoria condivisa'

Il Mpp risponde al consigliere Lavagno: 'Come mai non si chiede la rimozione della lapide di Pomaro dedicata al maresciallo d'Italia?'

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/notizia/politica/2011/10/28/ancora-polemiche-sul-caso-cavallero-cosi-non-si-recupera-una-memoria-condivisa/ugo%20cavallero-fabio%20lavagno-movimento%20progetto%20piemonte-massimo%20iaretti/d254da507e93656e6985c9a4672457d8&ok_video=0

La prossima intitolazione di uno spazio avanti l’ospedale Santo Spirito a Casale Monferrato al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero (l’inaugurazione è prevista per sabato 29 alle ore 11) han provocato la dura reazione del Consigliere Comunale di Sinistra Casalese Fabio Lavagno che ha chiesto al sindaco Giorgio Demezzi il ritiro di questa intitolazione. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti a questo proposito dichiara: “Non entro nel merito della polemica con il sindaco di Casale sulla data o sulle sue presenze a questa o quella manifestazione. Le stesse rientrano nel merito della dialettica politica tra chi governa e chi sta all’opposizione. Facendo parte da diversi anni della commissione toponomastica del Comune di Casale a proposito dell’intitolazione devo però precisare che:

1) La richiesta, avanzata sin dal 1997 dalla Sezione dell’Associazione Artiglieri, quindi una associazione d’arma e non un partito, venne accolta sin dai tempi della amministrazione Paolo Mascarino. Tutti in quella occasione votarono unanimi la decisione di intitolare una via ad Ugo Cavallero. Poi la giunta di allora, lavandosi le mani dell’indicazione della Commissione Toponomastica, la mise in un cassetto, come tante cose all’italiana.

2) L’unanimità dei presenti si è avuta anche in occasione della seconda decisione – avvenuta quest’anno – di intitolare l’area prospiciente l’ospedale ad Ugo Cavallero.

3) Il Consigliere Lavagno si sofferma sull’aspetto negativo dei contatti che ebbe con Hitler e della vicinanza con Mussolini e con il fascismo Ugo Cavallero. Nessuno lo nega è la storia. Ma non bisogna dimenticare neanche che fu proprio Ugo Cavallero a preparare i piani di Vittorio Veneto che portarono alla vittoria italiana sull’impero austro – ungarico nella prima guerra mondiale. Sono tempi ormai lontani ma la storia non è un qualcosa che si prende o si molla a proprio piacere solo per ciò che fa comodo. La storia è storia. Punto e basta.

4) Fatta la premessa di cui al punto precedente, viene da chiedersi se non sia iniquo il trattamento riservato all’altro maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Non ebbe anch’egli prebende ed incarichi dal fascismo nel periodo del suo più pieno fulgore? E non incarichi di livello secondario, ma di grande visibilità. Ed ebbe anch’egli contatti con Hitler ed in nazisti, A lui è dedicato addirittura il suo paese natale, che si chiama appunto Grazzano Badoglio.

5) A questo punto occorre, per completezza, ricordare che ad Ugo Cavallero il Comune di Ponzano Monferrato dedicò una targa soltanto pochi anni orsono. Per coerenza, visto che Cavallero è un personaggio tanto disdicevole da non intitolargli una via, Fabio Lavagno chieda al sindaco di Ponzano Monferrato la rimozione di quella targa.

6) Se proprio parliamo di intitolazioni inopportune, perché nessuno – neanche del centro destra che governa Alessandria – ha mai pensato di fare revocare l’intitolazione toponomastica che la Città di Alessandria ha fatto a Walter Audisio. Forse nessuno si ricorda di Claretta Petacci?

In conclusione la storia è storia e come tale resta. Quello che occorre, oggi, è una lettura oggettiva dei fatti accaduti molti anni orsono avendo chiaro un principio: che la Verità non è mai assoluta e la storia l’hanno scritta, la scrivono e la scriveranno i vincitori. Senza per questo dover per forza di cose santificare i vinti, quando santi non sono”.

Redazione On Line

giovedì 27 ottobre 2011

Iaretti (MPP) interviene sull’intitolazione di un’area casalese ad Ugo Cavallero

Dopo le dichiarazioni del Consigliere Comunale Fabio Lavagno sull’intitolazione di un’area aasalese ad Ugo Cavallero
Iaretti (MPP): “Di questo passo non sarà mai possibile recuperare una memoria condivisa. E Lavagno sia coerente chieda anche la rimozione della lapide
che ricorda il Maresciallo d’Italia a Ponzano Monferrato”

La prossima intitolazione di uno spazio avanti l’ospedale Santo Spirito a Casale Monferrato al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero (l’inaugurazione è prevista per sabato 29 alle ore 11) han provocato la dura reazione del Consigliere Comunale di Sinistra Casalese Fabio Lavagno che ha chiesto al sindaco Giorgio Demezzi il ritiro di questa intitolazione. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti a questo proposito dichiara:
“Non entro nel merito della polemica con il Sindaco di Casale sulla data o sulle sue presenze a questa o quella manifestazione. Le stesse rientrano nel merito della dialettica politica tra chi governa e chi sta all’opposizione. Facendo parte da diversi anni della commissione toponomastica del Comune di Casale a proposito dell’intitolazione devo però precisare che:
1)La richiesta, avanzata sin dal 1997 dalla Sezione dell’Associazione Artiglieri, quindi una associazione d’arma e non un partito, venne accolta sin dai tempi della amministrazione Paolo Mascarino. Tutti in quella occasione votarono unanimi la decisione di intitolare una via ad Ugo Cavallero. Poi la giunta di allora, lavandosi le mani dell’indicazione della Commissione Toponomastica, la mise in un cassetto, come tante cose all’italiana.
2)L’unanimità dei presenti si è avuta anche in occasione della seconda decisione – avvenuta quest’anno – di intitolare l’area prospiciente l’ospedale ad Ugo Cavallero.
3)Il Consigliere Lavagno si sofferma sull’aspetto negativo dei contatti che ebbe con Hitler e della vicinanza con Mussolini e con il fascismo Ugo Cavallero. Nessuno lo nega è la storia. Ma non bisogna dimenticare neanche che fu proprio Ugo Cavallero a preparare i piani di Vittorio Veneto che portarono alla vittoria italiana sull’impero austro – ungarico nella prima guerra mondiale. Sono tempi ormai lontani ma la storia non è un qualcosa che si prende o si molla a proprio piacere solo per ciò che fa comodo. La storia è storia. Punto e basta.
4)Fatta la premessa di cui al punto precedente, viene da chiedersi se non sia iniquo il trattamento riservato all’altro maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio. Non ebbe anch’egli prebende ed incarichi dal fascimo nel periodo del suo più pieno fulgore? E non incarichi di livello secondario, ma di grande visibilità. Ed ebbe anch’egli contatti con Hitler ed in nazisti, A lui è dedicato addirittura il suo paese natale, che si chiama appunto Grazzano Badoglio.
5)A questo punto occorre, per completezza, ricordare che ad Ugo Cavallero il Comune di Ponzano Monferrato dedicò una targa soltanto pochi anni orsono. Per coerenza, visto che Cavallero è un personaggio tanto disdicevole da non intitolargli una via, Fabio Lavagno chieda al Sindaco di Ponzano Monferrato la rimozione di quella targa.
6)Se proprio parliamo di intitolazioni inopportune, perché nessuno – neanche del centro destra che governa Alessandria – ha mai pensato di fare revocare l’intitolazione toponomastica che la Città di Alessandria ha fatto a Walter Audisio. Forse nessuno si ricorda di Claretta Petacci ?
In conclusione la storia è storia e come tale resta. Quello che occorre, oggi, è una lettura oggettiva dei fatti accaduti molti anni orsono avendo chiaro un principio: che la Verità non è mai assoluta e la storia l’hanno scritta, la scrivono e la scriveranno i vincitori. Senza per questo dover per forza di cose santificare i vinti, quando santi non sono
Casale Monferrato, 27 ottobre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

In una interpellanza al Sindaco di Casorzo Progetto Casorzo – MPP chiede un consiglio comunale aperto sulla situazione dei piccolo comuni

In una interpellanza al Sindaco di Casorzo Progetto Casorzo – MPP chiede un consiglio comunale aperto sulla situazione dei piccolo comuni
E insiste nella richiesta di convocare la Conferenza dei Capigruppo sinora disattesa dall’Amministrazione

Che cosa intende fare l’Amministrazione Comunale di Casorzo riguardo all’articolo 16 della manovra aggiuntiva del Governo che, di fatto, rende la vita molto, molto difficile a comuni piccolo e piccolissimi. Lo chiedono i consiglieri del gruppo di minoranza di Progetto Casorzo – MPP (che aderisce al Movimento Progetto Piemonte) in una articolata interpellanza rivolta al sindaco Ivana Mussa. Nel documento il capogruppo Marco Zatti, Fabrizio Iaretti ed Aris Solini evidenziano che un simile argomento debba avere la massima discussione e debba venire spiegato alla popolazione del mutamenti che verrà a portare. E, dopo avere ricordato l’iniziativa intrapresa dall’Associazione dei Comuni del Monferrato (alla quale appartengono anche Moncalvo, Calliano e Montiglio Monferrato) e, più precisamente, da otto comuni del Casalese che hanno convocato inq questi giorni i consigli comunali in forma aperta, chiedono a sindaco e giunta perché non è “mai stata convocata la conferenza dei capigruppo consiliari per concordare iniziative unitarie del Consiglio Comunale, e questo nonostante sia un organo prevista dallo Statuto Comunale, e l’amministrazione si sia sempre detta, a parole, pronta a dialogare anche con la minoranza consiliare”. Zatti, Iaretti e Solini chiedono poi la convocazione di un consiglio comunale aperto sull’argomento e se l’amministrazione intenda farsi portavoce di questa istanze e voglia promuovere iniziative a difesa del ruolo dei piccoli e piccolissimi comuni nell’ambito dell’Unione Collinare Colli Divini.
Casorzo, 27 ottobre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

martedì 25 ottobre 2011

Curti: 'La seconda Corte d'Appello fallì solo per l'opposizione di Alessandria'. L'ex presidente del comitato replica alla lettera dell'MPP


Fonte: Casale News
http://www.casalenews.it/notizia/attualita/2011/10/25/curti-la-seconda-corte-dappello-falli-solo-per-lopposizione-di-alessandria/giancarlo%20curti-corte%20d%27appello-movimento%20progetto%20piemonte/b1bafac7a01cd3214a893d39ec79aa8e

Curti: 'La seconda Corte d'Appello fallì solo per l'opposizione di Alessandria'
L'ex presidente del comitato replica alla lettera del Movimento Progetto Piemonte

Gian Carlo Curti, ex presidente del Comitato per la Corte d’Appello con sede in Casale Monferrato, (e presidente onorario di Nuove Frontiere) risponde alla lettera di Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte, in particolare facendo riferimento alla parte che più lo riguarda ovvero la seconda Corte d’Appello e il rischio di soppressione del tribunale. “Il MPP – scrive Curti – espone prospettazioni brillanti: speriamo che vengano realizzate. A proposito della nota vicenda Corte d’Appello, si vuol ricordare al MPP che la città di Casale Monferrato alla unanimità dei suoi politici, per alcuni anni (a cominciare dal 2001 in avanti) si è battuta con decisione per avere appunto la seconda Corte d’Appello del Piemonte Orientale (comprendente tutte le Province piemontesi al di fuori di Torino). La città di Alessandria disse “No” alla Corte a Casale e tutto si insabbiò e resta ancora insabbiato. Se i politici casalesi furono unanimi (ma non solo i politici) e per diversi anni di battaglia, sarà pur stato per qualche motivo serio!”

“A proposito del tribunale, da anni sostengo e scrivo che se e quando dovesse venire il momento delle decisioni (domani o fra 20 anni ), il Tribunale di Casale non si salverà: se dunque prossimamente, vista la reazione delle diverse comunità interessate, ancora una volta si riuscirà a bloccare ogni ipotesi di revisioni e soppressioni, il Tribunale di Casale si salverà”.

“Cioè, in sintesi, il problema dei piccoli tribunali riguarda appunto i piccoli tribunali in generale. Se poi dovessi azzardare una previsione, potrei dire che il Tribunale di Casale stretto fra i tre Tribunali maggiori e di Provincia (Asti, Alessandria e Vercelli), nel caso delle decisioni di cui ho detto, purtroppo salterà”.

Redazione On Line

lunedì 24 ottobre 2011

'Dall'agenzia per lo sviluppo l'impulso per la Provincia del Monferrato'

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index

Il Mpp interviene anche nel dibattito sulla soppressione del tribunale: 'Sbagliato puntare tutto sulla Corte d'Appello'
Il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti interviene su due questioni sul tavolo del dibattito politico quali la cosiddetta provincia del Monferrato e la probabile soppressione del tribunale di Casale. “I recenti, qualificati, interventi in materia di nuovi assetti del territorio monferrino – scrive Iaretti – mi danno spunto per alcune riflessioni e per puntualizzare la posizione del Movimento Progetto Piemonte. Innanzitutto sulla questione della Provincia del Monferrato o di Casale che dir si voglia, questa per MPP non è la soluzione, bensì una delle possibili soluzioni, sempre che il Governo ed il Parlamento non facciano retromarcia sulla avventata decisione di sopprimere le Province, senza prima avere riordionato l’assetto degli enti locali”.
“Come Movimento, sin da agosto, abbiamo proposto una strada: la convocazione degli Stati Generali del Monferrato, ovvero delle realtà che lo costituivano storicamente (a questo proposito una lettera è stata inviata ai sindaci sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Alba, Asti, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo,Valenza Po, Trino Vercellese e una serie verrà inviata per sensibilizzare quelle degli altri centri territorialmente coinvolti), quindi enti locali, realtà socio – economiche, culturali, associative ed organi di informazione”.
“E, a tal proposito, sottolineo proprio l’importanza del ruolo che possono avere i mass media come termometro dei desiderata dalla popolazione, lungi comunque da me l’idea che si venga a creare un Partito dei Giornalisti. E dico questo a scanso di facili fraintendimenti o strumentalizzazioni. Gli Stati Generali dovrebbero poi valutare, tramite il confronto delle varie realtà, quali potrebbero essere gli elementi di unione o di disunione di questo territorio per arrivare alla stesura di uno o più patti territoriali su tematiche di area vasta”.
“A titolo di esemplificazione questi potrebbero riguardare il turismo (per una promozione unitaria del territorio), la cultura (perché non pensare ad una “Università del Monferrato), l’agricoltura, il commercio, l’industria attraverso i distretti, i trasporti (la tanto discussa rivitalizzazione dell’Asti – Casale, con il suo prolungamento verso Nord potrebbe passare di qui). E non posso che registrare con soddisfazione il passo dei sindaci di Casale e di Asti ed i contatti avviati quest’estate con il momento della presenza del primo cittadino di Casale al Palio di Asti ed il suo incontro con i sindaci dell’Astigiano al Teatro Alfieri”.
“Tale processo, infatti, deve partire dai comuni di maggiori dimensioni, come Asti e Casale e, a questo proposito, Casale deve avere metodi e strumenti per farsi valere ed apprezzare come Capitale del Monferrato, al di là del loghi o delle richieste di co – capoluogo di Provincia a seconda del girar del vento, richieste che rischiano di essere ormai soltanto un abbaiare alla luna”.
“Lo strumento, come contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Casale ed all’assessore competente, potrebbe essere quell’Agenzia di Sviluppo di cui il Comune di Casale si sta dotando, tavolo tecnico e politico di confronto tra le varie realtà. Non ci sarebbe nessuna sovrastruttura nuova da edificare, si tratterebbe soltanto di dotarlo della funzione specifica di tavolo tecnico e politico di coordinamento degli Stati Generali”.
“Per quanto riguarda il metodo, sia in questo caso, come nel caso della recente riunione dei tribunali a rischio di chiusura che si è svolta a Casale, l’MPP ritiene altamente positivo l’impegno del sindaco Demezzi di cercare di coordinare e di governare – in accordo con gli altri comuni coinvolti e con gli Ordini degli Avvocati – un processo ed un confronto non facile. La strada da seguire era, è e rimarrà questa”.
“Vorrei fare però alcune ulteriori riflessioni. Per Casale la perdita del Tribunale (sotto forma di soppressione sic et simpliciter o di aggregazione ad altra entità) sarebbe non soltanto un ulteriore passo verso la desertificazione degli uffici pubblici, in nome di una lotta agli sprechi che non sempre e tale e che spesso è specchietto per le allodole , ma anche un sonoro ceffone in faccia alla città ed al territorio”
“Questo perché non solo perderebbe il Tribunale ma sarebbe l’unica a perdere una Corte d’Assise, tuttora esistente anche se negli ultimi anni non attiva (questa, però, è un buon segno, vuole dire che non si sono verificati reati cruenti da motivarne l’avvio di un giudizio)”.
“La perdita o un drastico ridimensionamento del Tribunale devono generare, ad avviso dell’MPP, una mobilitazione di tutta la città, non soltanto la presa di posizione del consiglio comunale o degli ordini professionali che ne sono più direttamente coinvolti perché tale venir meno sarebbe una disgrazia per tutti i cittadini e per le varie categorie sociali ed economiche”.
“E’ auspicabile che questo messaggio arrivi alla popolazione e porti ad una “Santa Alleanza” tra i casalesi ed i monferrini di tutte le parti politiche e sociali, come è avvenuto in altri territori e per altre situazioni, anche nel recente passato, dalla sanità ai problemi del dopo alluvione”.
“Se questo si otterrà vorrà dire che il territorio avrà dato una risposta in termini di cui il Ministero della Giustizia non potrà non tenerne conto nel tirare le somme. Vorrei, infine, per completezza su questo argomento fare una ulteriore considerazione che a qualcuno potrà anche non piacere: che il Tribunale di Casale fosse a potenziale rischio lo si diceva già negli anni Novanta. Nell’ormai lontanissimo inverno 1997/1998 prima della riforma che soppresse le Preture, in Consiglio comunale il consigliere Giorgio Barbano presentò una proposta di ordine del giorno – all’epoca ideate e sostenuta da una serie di movimenti che oggi non ci sono più – che ipotizzava la revisione della circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Casale mediante l’accorpamento con gli Uffici giudiziari di Chivasso (territorio con il quale la continuità geografica è assicurata mediante la Valcerrina). Quest’idea, peraltro, ricalcava una vecchia ipotesi formulata dall’Ordine degli Avvocati di Casale”.
“Il Consiglio Comunale di allora lo approvò nel senso di cercare, da allora, soluzioni alternative. Poi questa impostazione venne abbandonata perché si preferì la ricerca con il retino da farfalle della seconda Corte d’Appello del Piemonte (il progetto era bello ed intelligente e sicuramente l’attribuzione della seconda Corte d’Appello piemontese avrebbe dato giustizia alla città delle perdite di uffici pubblici registrate in tutti questi anni, ma la vera competizione non era tra Casale ed Alessandria, bensì tra Novara e Busto Arsizio/Legnano) tralasciando di valutare le indicazioni contenute in quel documenti approvato pochi anni prima”.
“Forse, se si fosse seguita questa strada alternativa, difficile ed impegnativa certamente, oggi il rischio soppressione non ci sarebbe”.
Redazione On Line

Stati Generali del Monferrato e Tribunali minori

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it/lettere-al-direttore/stati-generali-monferrato-tribunali-minori-3915.html

Egregio direttore,
i recenti, qualificati, interventi in materia di nuovi assetti del territorio monferrino, mi danno spunto per alcune riflessioni e per puntualizzare la posizione del Movimento Progetto Piemonte.

Innanzitutto sulla questione della Provincia del Monferrato o di Casale che dir si voglia, questa per MPP non è LA soluzione, bensì UNA delle possibili soluzioni, sempre che il Governo ed il Parlamento non facciano retromarcia sulla avventata decisione di sopprimere le Province, senza prima avere riordionato l’assetto degli enti locali. Come Movimento, sin da agosto, abbiamo proposto una strada: la convocazione degli Stati Generali del Monferrato, ovvero delle realtà che lo costituivano storicamente (a questo proposito una lettera è stata inviata ai sindaci sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Alba, Asti, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo,Valenza Po, Trino Vercellese e una serie verrà inviata per sensibilizzare quelle degli altri centri territorialmente coinvolti), quindi enti locali, realtà socio – economiche, culturali, associative ed organi di informazione. E, a tal proposito, sottolineo proprio l’importanza del ruolo che possono avere i mass media come termometro dei desiderata dalla popolazione, lungi comunque da me l’idea che si venga a creare un Partito dei Giornalisti. E dico questo a scanso di facili fraintendimenti o strumentalizzazioni. Gli Stati Generali dovrebbero poi valutare, tramite il confronto delle varie realtà, quali potrebbero essere gli elementi di unione o di disunione di questo territorio per arrivare alla stesura di uno o più patti territoriali su tematiche di area vasta.
A titolo di esemplificazione questi potrebbero riguardare il turismo (per una promozione unitaria del territorio), la cultura (perché non pensare ad una “Università del Monferrato), l’agricoltura, il commercio, l’industria attraverso i distretti, i trasporti (la tanto discussa rivitalizzazione dell’Asti – Casale, con il suo prolungamento verso Nord potrebbe passare di qui). E non posso che registrare con soddisfazione il passo dei sindaci di Casale e di Asti ed i contatti avviati quest’estate con il momento della presenza del primo cittadino di Casale al Palio di Asti ed il suo incontro con i sindaci dell’Astigiano al Teatro Alfieri.

Tale processo, infatti, deve partire dai Comuni di maggiori dimensioni, come Asti e Casale e, a questo proposito, Casale deve avere metodi e strumenti per farsi valere ed apprezzare come Capitale del Monferrato, al di là del loghi o delle richieste di co – capoluogo di Provincia a seconda del girar del vento, richieste che rischiano di essere ormai soltanto un abbaiare alla luna.
Lo strumento, come contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Casale ed all’assessore competente, potrebbe essere quell’Agenzia di Sviluppo di cui il Comune di Casale si sta dotando, tavolo tecnico e politico di confronto tra le varie realtà. Non ci sarebbe nessuna sovrastruttura nuova da edificare, si tratterebbe soltanto di dotarlo della funzione specifica di tavolo tecnico e politico di coordinamento degli Stati Generali.

Per quanto riguarda il metodo, sia in questo caso, come nel caso della recente riunione dei tribunali a rischio di chiusura che si è svolta a Casale, l’MPP ritiene altamente positivo l’impegno del Sindaco Demezzi di cercare di coordinare e di governare – in accordo con gli altri Comuni coinvolti e con gli Ordini degli Avvocati – un processo ed un confronto non facile. La strada da seguire era, è e rimarrà questa.
Vorrei fare però alcune ulteriori riflessioni:
Per Casale la perdita del Tribunale (sotto forma di soppressione sic et simpliciter o di aggregazione ad altra entità) sarebbe non soltanto un ulteriore passo verso la desertificazione degli uffici pubblici, in nome di una lotta agli sprechi che non sempre e tale e che spesso è specchietto per le allodole , ma anche un sonoro ceffone in faccia alla Città ed al territorio. Questo perché non solo perderebbe il Tribunale ma sarebbe l’unica a perdere una Corte d’Assise, tuttora esistente anche se negli ultimi anni non attiva (questa, però, è un buon segno, vuole dire che non si sono verificati reati cruenti da motivarne l’avvio di un giudizio).
La perdita o un drastico ridimensionamento del Tribunale devono generare, ad avviso dell’MPP, una mobilitazione di TUTTA la città, non soltanto la presa di posizione del Consiglio Comunale o degli Ordini professionali che ne sono più direttamente coinvolti perché tale venir meno sarebbe una disgrazia per tutti i cittadini e per le varie categorie sociali ed economiche.
E’ auspicabile che questo messaggio arrivi alla popolazione e porti ad una “Santa Alleanza” tra i Casalesi ed il Monferrini di tutte le parti politiche e sociali, come è avvenuto in altri territori e per altre situazioni, anche nel recente passato, dalla sanità ai problemi del dopo alluvione.
Se questo si otterrà vorrà dire che il territorio avrà dato una risposta in termini di cui il Ministero della Giustizia non potrà non tenerne conto nel tirare le somme.
Vorrei, infine, per completezza su questo argomento fare una ulteriore considerazione che a qualcuno potrà anche non piacere: che il Tribunale di Casale fosse a potenziale rischio lo si diceva già negli anni Novanta. Nell’ormai lontanissimo inverno 1997/1998 prima della riforma che soppresse le Preture, in Consiglio comunale il consigliere Giorgio Barbano presentò una proposta di ordine del giorno – all’epoca ideate e sostenuta da una serie di movimenti che oggi non ci sono più – che ipotizzava la revisione della circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Casale mediante l’accorpamento con gli Uffici giudiziari di Chivasso (territorio con il quale la continuità geografica è assicurata mediante la Valcerrina). Quest’idea, peraltro, ricalcava una vecchia ipotesi formulata dall’Ordine degli Avvocati di Casale.
Il Consiglio Comunale di allora lo approvò nel senso di cercare, da allora, soluzioni alternative. Poi questa impostazione venne abbandonata perché si preferì la ricerca con il retino da farfalle della seconda Corte d’Appello del Piemonte (il progetto era bello ed intelligente e sicuramente l’attribuzione della seconda Corte d’Appello piemontese avrebbe dato giustizia alla Città delle perdite di uffici pubblici registrate in tutti questi anni, ma la vera competizione non era tra Casale ed Alessandria, bensì tra Novara e Busto Arsizio/Legnano) tralasciando di valutare le indicazioni contenute in quel documenti approvato pochi anni prima. Forse, se si fosse seguita questa strada alternativa, difficile ed impegnativa certamente, oggi il rischio soppressione non ci sarebbe.
Cordialmente
24/10/2011
Massimo Iaretti - Presidente Movimento Progetto Piemonte

lunedì 3 ottobre 2011

Parella (TO) all’Unione Terre del Chiusella. La dichiarazione del Movimento Progetto Piemonte

Il Consiglio Comunale di Parella, su proposta del Sindaco Roberto Comitini, ha approvato all’unanimità lo Statuto e l’atto di adesione all’Unione di comuni “Terre del Chiusella”; come già hanno fatto le municipalità di Colleretto Giacosa e Quagliuzzo, mentre Strambinello lo farà il 30 settembre. Il gruppo di minoranza, Progetto Parella – che aderisce al Movimento Progetto Piemonte, MPP, composto dai consiglieri Piermassimo Guarnero, Massimo Iaretti e Grazina Perin, ha rilasciato questa dichiarazione, che è stata allegata alla delibera di adesione:
“L’approvazione delle delibere di Consiglio Comunale relative allo Statuto ed alla immediatamente successiva adesione dell’Unione dei comuni “Terre del Chiusella”; trovano il Gruppo Consigliare Progetto Parella ed il movimento politico MPP – Movimento Progetto Piemonte al quale tale gruppo consigliare aderisce e ne è parte integrante, assolutamente favorevoli. Per le amministrazioni e la popolazione della municipalità della Pedanea questo costituisce un importante traguardo e momento di partenza verso una ulteriore meta. Già nel passato le municipalità di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo, Strambinello e quella di Loranzè che oggi non ha aderito, ma di cui si auspica nel futuro una adesione convinta e non forzata, facevano parte di una entità, il Comune di Pedanea. Ma allora, a differenza di oggi, tale unione venne forzata dalla legge. Oggi, invece, a differenza di ieri e a differenza di quello che avrebbe potuto essere domani, questi 4 municipi hanno scelto di adottare SPONTANEAMENTE e DEMOCRATICAMENTE un cammino che li ha portati ad una Unione di Comuni, pur mantenendo ognuno la propria individualità. Come Movimento Progetto Piemonte, sin dall’inizio della presenza del nostro gruppo consigliare a Parella, ci siamo espressi a netto favore di un’azione che portasse, preservando le singole municipalità, ad una gestione associata dei servizi, perché questa è l’unica strada che i piccolissimi ed i piccoli Comuni oggi hanno per fare fronte al mutato scenario degli enti locali, un quadro dove il taglio dei trasferimenti di risorse dallo Stato è sempre più accentuato, dove, parandosi dietro lo scudo di una “lotta agli sprechi” si va ad affermare una tendenza “neocentralista” che va nella direzione opposta dei principi di autonomia e di decentramento che sono alla base della nostra Carta Costituzionale, senza peraltro mettere le mani ad una riforma che modifichi le regole e diminuisca i costi della politica e della burocrazia.
Il cammino iniziato dalle municipalità di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo, Strambinello è coerente con questi principi in quanto è espressione della reale volontà delle singole comunità locali e non si ferma ai 4 municipi ma guarda oltre, alla possibilità di aggregazioni più ampie e su fasce territoriali più estese, con un principio di unificazione nel rispetto delle singole identità che parte dal basso.
Come gruppo consigliare, e come MPP, abbiamo sempre non soltanto appoggiato ma anche caldeggiato la soluzione che è stata perseguita e raggiunta con tenacia ed intelligenza dal Sindaco Comitini, dal Vice Sindaco Bollettino, dall’Amministrazione e dal Gruppo di Maggioranza. Questa, si tiene a sottolinearlo, è stata la dimostrazione che anche i Gruppi di Minoranza, se rivestono correttamente il loro ruolo all’interno di un consesso elettivo, possono avere un ruolo propositivo e vedere crescere e realizzarsi le loro proposte. Anche nell’Unione Terre del Chiusella daremo il nostro contributo, in modo concreto e positivo, come abbiamo fatto finora, e come continueremo a fare, nel Consiglio Comunale di Parella”.
Piermassimo Guarnero
Massimo Iaretti
Graziana Perin

venerdì 23 settembre 2011

Perché non fare una promozione congiunta del Palio di Asti e della Festa del Vino e del Monferrato? Un modo concreto per avvicinare i due territori

Una proposta del Movimento Progetto Piemonte

Perché non fare una promozione congiunta del Palio di Asti e della Festa del Vino e del Monferrato? Un modo concreto per avvicinare i due territori

Il Movimento Progetto Piemonte valuta positivamente il recente incontro, avvenuto in occasione del Palio di Asti, che ha visto protagonisti il sindaco di Asti, Giorgio Galvagno, ed il sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi. “Sicuramente è stata l’occasione per avviare un dialogo tra due realtà che hanno molto in comune a partire da quel denominatore che è costituito dalla cultura della vite e che potrebbe trovare una concretizzazione attraverso le Strade del vino” commenta il presidente del Movimento Progetto Piemonte Massimo Iaretti, ricordando che proprio nel mese di agosto aveva inviato una serie di lettere ai primi cittadini dei comuni che ebbero un ruolo nel Monferrato storico per arrivare alla convocazione degli Stati Generali del Monferrato. “Gli Stati Generali – precisa Iaretti – non volevano essere, però, la proposta di una Provincia di Monferrato, come qualcuno ha volute ostinatamente vedere, non leggendo fino in fondo le nostre dichiarazioni, bensì il presupposto per un patto di territorio tra realtà che hanno avuto per secoli una storia comune. L’incontro tra i sindaci di Asti e di Casale Monferrato va in questa direzione e come MPP non si può non essere fortemente soddisfatti”. Il presidente del Movimento Progetto Piemonte avanza anche una proposta,legata nello specific al rapporto tra Casale ed Asti: “Si parla con sempre maggiore intensità di marketing territoriale, di sviluppo del territorio in un’ottica di programmazione. Perché allora non partire, da subito con un’iniziativa altamente concreta, ovvero la promozione contestuale, in un’unica ottica, di due eventi che ad Asti e a Casale Monferrato si ripetono tutti gli anni la terza domenica di settembre, ossia il Palio ad Asti e la Festa del Vino e del Monferrato a Casale. Poiché sono due eventi contemporanei e non sono in competizione l’uno dall’altro, la promozione congiunta degli stessi potrebbe avere certamente una ricaduta positiva in termini in termini sia in incoming che di outgoing turistico”. E potrebbe essere l’inizio di una seria politica di comunicazione del territorio monferrino per affermarne il suo ruolo all’interno del Sistema Piemonte.
Casale Monferrato, 23 settembre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

giovedì 8 settembre 2011

MPP chiede al sindaco di Borgo San Martino la titolazione di una via a Erminio Spalla, campione sportivo ed attore

Egr.Sig.
Mirco Capra
Sindaco del Comune di
15032 – Borgo S. Martino (AL)
Residenza Municipale

OGGETTO: Richiesta intitolazione via, piazza, strada ad Erminio Spalla

Egregio Signor Sindaco,
sono con questa mia a richiederLe formalmente l’intitolazione di una via, di una strada o di una piazza nel territorio comunale alla persona di Erminio Spalla (nato a Borgo San Martino il 7 luglio 1897 e deceduto a Roma il 14 agosto 1971), figura di primo piano nel secolo scorso del mondo sportivo (campione d’Italia di pugilato fu il primo italiano, il 20 maggio 1923, sconfiggendo il belga Pier van der Veer a fregiarsi del titolo di campione d’Europa) e dello spettacolo una volta terminata la carriera sportive (a partire dal 1939 recitò in vari film, tra cui Miracolo a Milano diretto da Vittorio De Sica e Un uomo facile di Paolo Heusch).
Ricordarlo attraverso la toponomastica sarebbe un modo per esaltare una figura di monferrino e di piemontese per quanto di positiva ha fatto nel campo dello sport e dello spettacolo.
Tanto Le trasmetto e richiedo in qualità di presidente di Movimento Progetto Piemonte, movimento politico, nato il 24 giugno del 2009 a Casale Monferrato, che nel suo Statuto ha posto tra le priorità la valorizzazione e l’esaltazione del ruolo del Piemonte e delle sue componenti territoriali, anche attraverso la valorizzazione delle figure che nei vari campi sono emerse..
Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento e/o delucidazione, fiducioso nell’accoglimento di questa richiesta, porgo i miei più cordiali saluti.
Casale Monferrato, 3 settembre 2011
IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

Iniziativa nel campo della toponomastica, una proposta di MPP per ricordare i piemontesi che hanno contribuito a fare la storia ...

Iniziativa nel campo della toponomastica, una proposta di MPP per ricordare i piemontesi che hanno contribuito a fare la storia ...
“Ricordiamo i Piemontesi”
L’MPP chiede ai cittadini di segnalare fatti o personaggi del Piemonte che sono stati “dimenticati” nella attribuzione di vie, strade o piazza. Inoltrerà alle amministrazioni competenti delle richieste formali di intitolazione perché non vengano dimenticati
E’ una vera e propria rivoluzione toponomastica quella che propone il Movimento Progetto Piemonte. L’MPP propone a tutti i cittadini del Piemonte l’iniziativa “Ricordiamo i Piemontesi”. “Invitiamo tutti i cittadini piemontesi e non a segnalarci, nelle rispettive realtà comunali, i nominativi di persone che hanno contribuito alla storia del Piemonte o che hanno origine in Piemonte e di fatti che sono avvenuti nella storia piemontese, recente e passata e che magari sono caduti nel dimenticatoio o rischiano l’obblio – dice il presidente dell’MPP, Massimo Iaretti – poiché nel nostro statuto sono previste appositamente delle iniziative per valorizzare il patrimonio culturale del Piemonte, una volta ricevute le segnalazioni, e vagliatane la fondatezza storica, le gireremo con richieste formali ai sindaci ed alle amministrazioni ed alle commissioni toponomastiche, ove siano costituite”. In questo modo verrà effettuato almeno un passo concreto, ferma restando la discrezionalità delle singole amministrazioni di accogliere tali richieste o meno. “E’ chiaro – dice ancora Iaretti – che domandare è sempre lecito, ed è altrettanto lecito aspettarsi delle risposte negative. In questo modo, però, è nostra intenzione almeno suscitare un dibattito o un ricordo su persone ed episodi che altrimenti rischierebbero di finire in soffitta per sempre”. Fondamentale sarà in questo senso la collaborazione con i cittadini o le associazioni culturali che vorranno collaborare all’iniziativa, inoltrando le loro segnalazioni, eventualmente corredate da una breve biografia della figura per la quale si renderebbe necessario richiedere l’intitolazione di una via, una strada, una piazza o del fatto storico degno di nota che ha contraddistinto questo o quel luogo, all’indirizzo di posta elettronica portavoce@progettopiemonte.it
Qualche richiesta l’MPP l’ha già inoltrata: quella ai sindaci di Torino, Ivrea, Santhià di intitolare una via alla “Massa Cristiana”, movimento spontaneo che scacciò, sia pure temporaneamente, i francesi occupanti da Torino nel 1799 e al sindaco di Borgo San Martino, per ricordare la nascita nel comune monferrino di Erminio Spalla, primo italiano campione europeo negli anni Venti, poi attore con registi come Dino Risi e Vittorio De Sica. “Ovviamente – conclude Iaretti – questo sarà un modo per cercare di riscoprire aspetti meno noti, ma non meno importanti, della storia di una regione che, non dimentichiamolo, ha dato un contributo importante nella creazione dell’attuale Stato nazionale”
Casale Monferrato, 6 settembre 2011
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

domenica 4 settembre 2011

Dopo la manovra aggiuntiva che tocca Province e Comuni. Le “Terre del Chiusella verso l’Unione”

Iaretti (MPP) “Il passo è positivo ma attenti alla riforma delle circoscrizioni dei Tribunali, perché se passa così come è stata concepita sarebbe una disgrazia”

E’ stato il consiglio comunale di Parella il primo dei 4 comuni della Pedanea (gli altri sono Colleretto Giacosa, Quagliuzzo e Strambinello) ad approvare all’unanimità lo Statuto dell’Unione di comuni “Terre del Chiusella”. Venerdì sera il sindaco di Parella Roberto Comitini, nel sottolineare come sia stato compiuto un passaggio “storico” – gli altri 2 comuni dovranno approvare anch’essi lo statuto dell’Unione a stretto giro di posta – ha anche informato che mercoledì sarà a Torino, insieme ai colleghi sindaci di Colleretto Giacosa (Paola Gamba), Quagliuzzo (Domenico Ferraro) e Strambinello (Ersalda Caserio), per illustrare all’assessore regionale agli enti locali Elena Maccanti le ragioni del passaggio che è stato compiuto e per avere certezze in merito al futuro dell’Unione. I 4 comuni, infatti, dopo avere approvato gli statuti formalizzeranno, nei rispettivi consigli comunali, l’adesione alle “Terre del Chiusella”; una volta che sarà superata la fase di grande incertezza determinata dalla recente presentazione della manovra aggiuntiva che, con in provvedimento scritto dalla sera alla mattina come l’articolo 16 (quello che stabilisce la nascita delle unioni municipali e l’abolizione dei consigli comunali e delle giunte sotto i mille abitanti ma per il quale non è stata ancora scritta la parola fine sulla versione definitiva), aveva rischiato di avere una battuta d’arresto. In una riunione informale, svoltasi il 23 agosto, però i rappresentanti delle 4 municipalità, avevano deciso – anche dietro proposta del vice sindaco di Colleretto Giacosa, Alberto Dini e e del consigliere di minoranza di Parella, Massimo Iaretti (Progetto Parella aderente a Movimento Progetto Piemonte – MPP di cui è presidente)

A volte i provvedimenti scritti dalla sera alla mattina, come l’articolo 16 rischiano di fare compiere il classico “passo del gambero” a processi che sono giunti ormai alla fine e che stanno per dare degli esiti positivi. Quattro comuni canavesani, Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello, con una popolazione complessiva di circa 1800 persone, stavano infatti per portare a termine la costituzione di una Unione di comuni chiamata “Terre del Chiusella” con già definita la bozza dello Statuto. Questa avrebbe dovuto venire esaminata in una riunione convocata al municipio di Parella (comune che sarà la sede legale dell’Unione quando partirà) martedì 23 agosto. E il testo era, ed è, il prodotto di un lavoro svolto dai sindaci e dal loro consulente nell’arco dei mesi e maturato dopo un confronto costruttivo tra tutti i Comuni, anche all’interno dei singoli consigli comunali. E per non perdere quanto era stato, dietro sollecitazione del vice sindaco di Colleretto Giacosa Alberto Dini e del consigliere di minoranza di Parella, Massimo Iaretti (Progetto Parella aderente a Movimento Progetto Piemonte – MPP di cui è presidente) si è deciso di portare, in tempi brevi all’approvazione dei rispettivi consigli comunali lo Statuto dell’Unione. Commenta il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti: “Il lavoro di mesi dei 4 sindaci e, di riflesso, dei 4 consigli comunali, dei consulenti che hanno dato il loro contributo ad uno statuto equilibrato e che guarda in prospettiva non poteva essere vanificato. I quattro comuni hanno fatto prevalere le ragioni del territorio rispetto ad una decisione presa a tavolino senza ponderare bene quelle che sarebbero state le ricadute. Come MPP abbiamo sempre detto in tutte le occasioni che la strada dell’aggregazione, dell’associazione, della collaborazione tra enti locali deve partire dal basso, altrimenti c’è il rischio che venga imposta, come dimostrano le recenti vicende romane, da burocrati senza volto, con buona pace per i principi democratici del decentramento e dell’autonomia delle comunità locali. E un’altra grande minaccia incombe, ancora più insidiosa ed è quella della riforma delle circoscrizioni giudiziarie che rischia di cancellare piccoli tribunali (con meno di 15 magistrati in carico) e uffici del giudice di pace. Se passasse così come è stato ventilato sarebbe veramente una disgrazia per tutti i cittadini e non solo per le categorie o gli enti direttamente coinvolti”.

Casale Monferrato, 3 settembre 2011

martedì 30 agosto 2011

Anche il sindaco De Mori alla convocazione Stati Generali del Monferrato proposta dal Movimento Progetto Piemonte

Fonte: Localport, Quotidiano del Canavese http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=78322

Politica - Chivasso - 29/08/2011

di Annarita Scalvenzo

Il sindaco di Chivasso, Gianni De Mori, è stato invitato da Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte, alla convocazione degli Stati Generali del Monferrato.
Una ragione storica è alla base di questo coinvolgimento della città nel progetto di questo soggetto politico, poiché Chivasso fu, per un certo periodo, residenza dei Marchesi del Monferrato. Secondo Iaretti, i recenti provvedimenti del Governo in merito all’abolizione delle Province, se venissero mantenuti nella forma originariamente annunciata, comporteranno dei notevoli cambiamenti nel territorio piemontese. Si aprono, pertanto, per gli enti territoriali della nostra regione degli scenari completamente nuovi che introducono a un futuro che sarà decisamente diverso da quanto è stato sino ad oggi. «E’ un’occasione unica per ripensare il territorio – dice Iaretti -, anche a prescindere dalla creazione di nuove province, nate dall’aggregazione di più territorio. L’occasione che mi pare debba essere colta è che un territorio, possa ritrovare un ruolo di primo piano che sempre nel passato ha avuto nel Sistema Piemonte. L’ambito territoriale cui mi riferisco è quello del Monferrato, al quale Chivasso ha significativamente appartenuto, essendo stata peraltro sino al 1435, anno della perdita a favore dei Savoia, residenza preferita dei Marchesi». Di qui, prosegue il Presidente del Movimento Progetto Piemonte, la necessità di un’azione politica forte per riaffermare la centralità del Monferrato nel Piemonte del Terzo Millennio, rispetto a un territorio che coinvolga gli antichi centri ducali e marchionali come Casale Monferrato, Acqui Terme, Moncalvo, Nizza Monferrato,Trino Vercellese, Canelli, Alba, Valenza, ed anche Asti, che è stata residenza dei Marchesi sia pure per un breve periodo.
«La strada, secondo il nostro modesto punto di vista, è quella della convocazione degli Stati Generali del Monferrato, allargati alle realtà amministrative, socio – economiche, sindacali, del mondo della cultura e del volontariato esistenti sul territorio. In quella sede si potrebbero individuare le strategie per un coinvolgimento di tutto il territorio di un percorso e di iniziative comuni che potrebbero avere sicuramente una ricaduta decisamente ampia». Per l’MPP, esiste infatti una convinzione forte e radicata che se questi territori interagissero attraverso un collegamento organico, attraverso una sorta di patto di governo del territorio stesso, il Monferrato così descritto potrebbe giocare un ruolo di primo piano all’interno del Sistema Piemonte e non solo, con notevoli potenzialità sotto l’aspetto turistico, agricolo, di tutela del territorio, socio – produttivo, culturale. E di qui si parte con tutta una serie di proposte: perché non valutare ad esempio l’ipotesi di una Università del Monferrato che raccolga le diverse realtà che già ci sono sul territorio? Perché non offrire pacchetti turistici omogenei o fare una promozione dei prodotti agricoli e una difesa dei produttori agricoli in modo sinergico?

domenica 28 agosto 2011

Parella (Torino), l'Unione di quattro comuni è bloccata dall'articolo 16, prenderà il nome di Terre del Chiusella

Fonte: Atnews Quotidiano on line della provincia di Asti http://www.atnews.it

La manovra aggiuntiva rischia di fare "il passo del gambero". Ma lo Statuto delle "Terre del Chiusella", unione di quattro Comuni canavesani, verrà approvato
A volte i provvedimenti scritti dalla sera alla mattina, come l’articolo 16 rischiano di fare compiere il classico “passo del gambero” a processi che sono giunti ormai alla fine e che stanno per dare esiti positivi.
Quattro Comuni canavesani, Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello, con una popolazione complessiva di circa 1600 persone, stavano infatti per portare a termine la costituzione di una Unione di Comuni chiamata “Terre del Chiusella” con già definita la bozza dello Statuto.
Questa iniziativa doveva essere esaminata in una riunione convocata al Municipio di Parella (Comune che sarà la sede legale dell’Unione quando partirà) l'altro ieri, 23 agosto. E il testo era, ed è, il risultato di un lavoro svolto dai Sindaci e dal loro consulente nell’arco dei mesi e maturato dopo un confronto costruttivo tra tutti i Comuni, anche all’interno dei singoli consigli comunali.
Le novità introdotte dalla manovra aggiuntiva che eliminano, nei Comuni al di sotto dei 1000 abitanti la giunta ed il consiglio comunale, e stabiliscono l’obbligo per questi di costituirsi in unioni municipali, dove il Comune è rappresentato dal solo sindaco, rischiano però di vanificare un processo costruito nel tempo e di far fare un passo indietro.
Contro questa impostazione, però, sindaci, assessori e consiglieri comunali delle quattro municipalità, si sono espressi negativamente al punto che, dietro sollecitazione del vice sindaco di Colleretto Giacosa, Alberto Dinie, del consigliere di minoranza di Parella, Massimo Iaretti (Progetto Parella aderente a Movimento Progetto Piemonte – MPP di cui è presidente), hanno ritenuto di dover comunque sottoporre, in tempi brevi all’approvazione dei rispettivi consigli comunali lo Statuto dell’Unione.
Poi si attenderà a procedere alla costituzione formale dell’Unione dei Comuni, auspicando che la manovra stabilita dal Governo, su questo punto possa trovare dei correttivi in Parlamento.
Insieme allo Statuto è stato proposta l’approvazione di una delibera o di un ordine del giorno che faccia presente che tutto era stato fatto in tempi brevi e nel rispetto delle leggi per arrivare al traguardo dell’Unione e che l’articolo 16, così come concepiro, comporta il rischio di vanificare del lavoro svolto, peraltro egregiamente.
Inoltre statuto e delibere approvate verranno trasmesse a tutte le più alte cariche dello Stato e sarà richiesto un incontro alla Regione Piemonte per affrontare nel merito le problematiche emerse.

mercoledì 24 agosto 2011

Stati Generali del Monferrato, partite le lettere ai sindaci.

Stati Generali del Monferrato, partite le lettere ai sindaci

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index

Prosegue l'iniziativa del Movimento Progetto Piemonte, dopo che la manovra finanziaria ha messo in discussione le province

Il Movimento Progetto Piemonte torna sull’idea di convocare gli Stati Generali del Monferrato e compie un passo formale. Subito dopo ferragosto è stata inviata una lettera (in allegato) ai sindaci di Acqui Terme, Alba, Asti, Canelli, Casale Monferrato, Chivasso, Moncalvo, Nizza Monferrato, Trino Vercellese e Valenza nella quale si chiede di attivare tutte le procedure per arrivare alla convocazione degli Stati Generali di Monferrato.

“La manovra aggiuntiva che tocca province e comuni in modo non marginale, anche se i tempi di attuazione non saranno poi così stretti – dice il presidente Massimo Iaretti – offre l’occasione per ripensare i territori del Piemonte, andando al di là di quelle che saranno le configurazioni provinciali”. Di qui l’idea di mettere a confronto città che in passato hanno avuto un legame attraverso il Monferrato storico e che potrebbero costituire un territorio omogeneo.

“Gli Stati Generali, nelle nostre intenzioni dovranno mettere a confronto enti territoriali e locali, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, mondo della cultura e del volontariato, organi dell’informazione e da tale confronto potranno nascere delle line guida per il territorio, questo a prescindere dall’appartenenza ad un ambito provinciale o ad un altro”.

Secondo il Movimento Progetto Piemonte, quindi, la strada non è tanto quella di pensare prioritariamente a nuove province o ad aggregazioni di province in questa o in quella direzione, ma di mettere le basi con un metodo di confronto diretto le istituzioni e chi vive nei territori, per il riequilibrio territoriale di una regione da sempre torinocentrica ed oggi anche con una forte spinta novaracentrica. “Siamo disponibili ad incontrare tutte le amministrazioni che lo riterranno e a confrontarci con esse nel merito” conclude il presidente dell’MPP che preannuncia anche l’invio della richiesta a tutti i comuni che nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, Vercelli e Torino fecero parte dell’antico Marchesato di Monferrato.

Redazione On Line

lunedì 22 agosto 2011

Piccoli Comuni a rischio: il Movimento Progetto Piemonte propone la creazione della Provincia del Monferrato

Fonte: Buone Notizie http://www.buonenotizieonline.it

Il Movimento Progetto Piemonte ha deciso di convocare gli Stati Generali del Monferrato. Motivo? Ripensare l’attuale Provincia e i comuni che ne fanno parte, mettendo a confronto le varie realtà per ridisegnare e equilibrare una parte del piemonte legata storicamente al Monferrato. L’idea nasce anche come reazione alla manovra economica in discussione in questi giorni in Parlamento e che, se approvata, porterebbe alla soppressione degli enti provinciali che amministrano un territorio con una popolazione inferiore ai trecentomila abitanti e i comuni al di sotto dei mille residenti.
Il Movimento, subito dopo ferragosto, ha inviato una lettera ai sindaci di Acqui Terme, Alba, Asti, Canelli, Casale Monferrato, Chivasso, Moncalvo, Nizza Monferrato, Trino Vercellese e Valenza nella quale si chiede di attivare tutte le procedure per arrivare alla convocazione degli Stati Generali di Monferrato. “Gli Stati Generali – dice il presidente Massimo Iaretti- nelle nostre intenzioni dovranno mettere a confronto enti territoriali e locali, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, mondo della cultura e del volontariato e organi dell’informazione. Da tale confronto potranno nascere delle linee guida per il territorio, questo a prescindere dall’appartenenza ad un ambito provinciale o ad un altro”. Secondo il MPP quindi, la strada non è tanto quella di pensare prioritariamente a nuove province o ad aggregazioni di province in questa o in quella direzione, ma di mettere le basi con un metodo di confronto diretto le istituzioni e chi vive nei territori, per il riequilibrio territoriale di una regione da sempre torinocentrica ed oggi anche con una forte spinta verso Novara. “Siamo disponibili a incontrare tutte le amministrazioni che lo riterranno e a confrontarci con esse nel merito” conclude il presidente dell’MPP che preannuncia anche l’invio della richiesta a tutti i comuni che nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, Vercelli e Torino fecero parte dell’antico Marchesato di Monferrato.

venerdì 19 agosto 2011

Il sindaco di Asti Galvagno è stato invitato a partecipare agli Stati Generali del Monferrato

Fonte: Atnews Quotidiano on line della provincia di Asti http://www.atnews.it

Pubblichiamo la lettera che il presidente del Movimento Progetto Piemonte, ha inviato anche ai sindaci di: Casale Monferrato, Acqui, Moncalvo, Alba, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Valenza Po, Trino Vercellese

Egr.Sig.
Dott. Giorgio Galvagno
Sindaco del Comune di
14100 - Asti

Residenza Municipale
OGGETTO: Richiesta convocazione Stati Generali del Monferrato

Signor Sindaco,
i recenti provedimenti del Governo in merito alla abolizione delle Province, che dovranno essere ovviamente validati dal Parlamento, se venissero mantenuti nella forma originariamente annunciata, comporteranno dei notevoli cambiamenti nel territorio piemontese . Si aprono, pertanto, per gli enti territoriali della nostra regione degli scenari completementi nuovi che introducono ad un futuro che sarà decisamente diverso da quanto è stato sino ad oggi.
Non volendo entrare nel merito di cambiamenti ancora tutti da venire, mi permetto, però, di evidenziare che è un’occasione unica per ripensare il territorio, anche a prescindere dalla creazione di nuove province, nate dall’aggregazione di più territori. Sarebbe questa, peraltro, una operazione aritmetica volta a salvaguardare questo o quell’ambito amministrativo.
L’occasione che mi pare debba essere colta è che un territorio, e lo ribadisco indipendentemente dall’appartenenza ad una o ad un’altra realtà provinciale, possa ritrovare un ruolo di primo piano che sempre nel passato ha avuto nel Sistema Piemonte.
L’ambito territoriale cui mi riferisco è quello del Monferrato al quale Asti ha significativamente appartenuto, essendo stata luogo di soggiorno dei Marchesi sia pure per un breve periodo.
Di qui la necessità di un’azione politica forte per riaffermare la centralità del Monferrato nel Piemonte del Terzo Millennio, rispetto ad un territorio che coinvolga gli antichi centri ducali e marchionali come Casale Monferrato, Acqui Terme, Valenza Po, Nizza Monferrato,Chivasso, Canelli, Moncalvo, Trino Vercellese, Alba.
La strada, secondo il nostro modesto punto di vista, è quella della convocazione degli Stati Generali del Monferrato, allargati alle realtà amministrative, socio – economiche, sindacali, del mondo della cultura e del volontariato esistenti sul territorio. In quella sede si potrebbero individuare le strategie per un coinvolgimento di tutto il territorio di un percorso e di iniziative comuni che potrebbero avere sicuramente una ricaduta decisamente ampia.
E’ in noi convinzione forte e radicata che se questi territori interagissero attraverso un collegamento organico, attraverso una sorta di patto di governo del territorio stesso, il Monferrato così descritto potrebbe giocare un ruolo di primo piano all’interno del Sistema Piemonte e non solo, con notevoli potenzialità sotto l’aspetto turistico, agricolo, di tutela del territorio, socio – produttivo, culturale.
Perché non valutare ad esempio l’ipotesi di una Università del Monferrato che coagula le diverse realtà che già ci sono sul territorio? Perché non offrire pacchetti turistici omogenei o fare una promozione dei prodotti agricoli ed una difesa dei produttori agricoli in modo sinergico?
Tanto Le trasmetto e richiedo in qualità di presidente di Movimento Progetto Piemonte, movimento politico, nato il 24 giugno del 2009 a Casale Monferrato, che nel suo Statuto ha posto tra le priorità la valorizzazione e l’esaltazione del ruolo del Piemonte e delle sue componenti territoriali.
E il Monferrato, per il ruolo che ha avuto nei secoli è una di queste.
Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento e/o delucidazione, porgo I miei più cordiali saluti.
Casale Monferrato, 16 agosto 2011

Lettera di analogo contenuto viene inviata ai sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Moncalvo, Alba, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Valenza Po,Trino Vercellese
IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti