domenica 30 dicembre 2012

E' nata l'Associazione Culturale Carta di Chivasso

Associazione Culturale Carta di Chivasso
Recapito – via Settimo 12 – 10034 – Chivasso (TO)
Tel. 370/3017529


Nei locali del Centro Otelli a Chivasso
E’ nata l’Associazione Culturale “Carta di Chivasso”
L’obiettivo: mantenere vivi i contenuti della
Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” del 19.12.1943 a sessant’anni dalla sottoscrizione


Si chiama “Associazione Culturale Carta di Chivasso” ed è nata con l’obiettivo di divulgare le idee, i principi e i contenuti della “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, sottoscritta il 19 dicembre del 1943, nel pieno della tragedia della seconda guerra mondiale, a conclusione di un convegno clandestino che si tenne a Chivasso, Emile Chanoux, Ernesto Page, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel, M.A. Rollier, Osvaldo Coisson. Questa dichiarazione è stata poi universalmente conosciuta come “Carta di Chivasso”. E proprio a questo documento, ed all’attualità dei suoi contenuti, si sono richiamati i promotori dell’iniziativa, che ha preso in via il 19 dicembre scorso, al Centro Otelli di via Paleologi. Luogo e data scelti non sono casuali: il 19 dicembre era il cinquantanovesimo anniversario della sottoscrizione della Dichiarazione e il Centro Otelli si trova a poche decine di metri da dove si tenne il primo dei convegni clandestini che portarono poi alla Carta. A promuovere la nascita dell’Associazione, che è assolutamente apartitica, è stato il Movimento Progetto Piemonte (che nel suo Statuto si richiama esplicitamente alla Dichiarazione) ma vi è stata l’adesione anche di cittadini provenienti da diverse località del Piemonte. La riunione ha visto anche l’elezione del presidente nella persona di Massimo Iaretti, consigliere comunale di Parella, e di due consiglieri che dovranno gestire la prima fase di crescita dell’Associazione, Luigi D’Alessandro di Verolengo che si occupera dell’organizzazione e Michelangelo Bocchio di Torrazza che avrà il ruolo di referente culturale. “E’ nostra intenzione avviare una serie di iniziative – dice Massimo Iaretti – rivolte non solo alla cittadinanza di Chivasso ma dell’intero territorio regionale, per fare conoscere, sotto l’aspetto storico e culturale questo documento che è molto attuale quando parla di autonomia politico – amministrative, autonomie culturali e scolastiche, autonomie economiche. Per raggiungere questo obiettivo intendiamo avviare un percorso di incontri, dibattiti, convegni, seminari, ed è nostra intenzione coinvolgere le amministrazioni locali e quelle scolastiche, in modo da arrivare al termine di questo cammino lungo un anno il 19 dicembre del 2013, quando ricorreranno i sessant’anni dalla sottoscrizione di questo storico documento. E’ anche allo studio la realizzazione di un supporto multimediale che possa rimanere come traccia dell’attività che verrà svolta, tutta su base volontaristica.”. L’iniziativa intende avere un valore prettamente culturale ed è finalizzata ad una operazione di recupero della memoria di una parte importante della storia recente piemontese (ma non solo) che altrimenti rischia di rimanere nel dimenticatoio collettivo, mentre i suoi valori democratici sono tuttora attuali.

Casale Monferrato, 29 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Associazione Culturale
Carta di Chivasso
Cell. 370/3017529


venerdì 14 dicembre 2012

Un anno di iniziative per i 60 anni della Carta di Chivasso e la nascita della Consulta dei Popoli del Piemonte

Mercoledì 19 dicembre 2012 alle ore 18.15
Un anno di iniziative per i 60 anni della Carta di Chivasso e la nascita della Consulta dei Popoli del Piemonte

Il 19 dicembre del 1943, nel pieno della tragedia della seconda guerra mondiale, a conclusione di un convegno clandestino che si tenne a Chivasso, Emile Chanoux, Ernesto Page, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel, M.A. Rollier, Osvaldo Coisson, elaborarono una “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine”, che sarebbe poi passata alla storia come “Carta di Chivasso”. L’importante documento, che attestava come le idee di identità dei popoli, autonomia, federalismo, fossero ben presenti sin da allora, nonostante la Patria stesse attraversando una notte, lunga e buia, molto buia. E tali idee e principi appaiono tuttoggi attuali, nonostante siano passati quasi sessant’anni. Poiché proprio nel 2013, saranno trascorsi ben sei decenni dalla sottoscrizione dello storico documento, il Movimento Progetto Piemonte intende proporre il via ad una serie di iniziative per ricordare l’evento.
E il ricordo della” Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine” non poteva prescindere dalla città dove la Carta è nata, ovvero Chivasso-
Mercoledì 19 dicembre 2012, alle ore 18.15, verrà illustrata dal presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti l’idea di un percorso celebrativo dei sessant’anni della “Carta di Chivasso” che culminerà il 19 dicembre del 2013 con un convegno di carattere storico sull’argomento.
E anche la sede dell’incontro, che è aperto agli organi di informazione ed alla cittadinanza, ovvero il Centro Paolo Otelli di via Paleologi 2 a Chivasso, che è stato gentilmente messo a disposizione per l’evento, è fortemente simbolica perché si trova a non grande distanza dal luogo dove il Documento venne sottoscritto. E tra le iniziative collegate c’è, in primo luogo, la nascita di un circolo culturale che si chiamerà appunto “Carta di Chivasso” per mantenerne sempre vivi il nome e lo spirito.
Nella stessa occasione, come in un collegamento ideale, sarà presentata anche la Consulta dei Popoli del Piemonte, organo consultivo previsto dallo Statuto dell’MPP, ma aperto al contributo di tutti coloro che si riconoscano nei principi dell’autonomia e della democrazia contenuti nello Statuto stesso, anche appartenendo ad altre realtà politiche od associative. La Consulta sarà finalizzare ad elaborare progetti ed iniziative per il mantenimento dell’identità piemontese, sia sotto l’aspetto culturale che politico.
Casale Monferrato, 14 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


Un interessante articolo di Roberto Gremmo
Le necessità di una identità e di una autonomia piemontese
Iaretti: “Il Movimento Progetto Piemonte ha come obiettivi prioritari lo Statuto Speciale della Regione
e la tutela della montagna, della collina, dell’agricoltura”

Il 27 novembre scorso il quotidiano Il NORDOVEST ha pubblicato un intervento dello storico Roberto Gremmo al titolo “La mancanza di un’identità – Né Catalogna, né Insubria, ma soltanto Piemonte”. Lo riportiamo integralmente accompagnandolo da un commento:
A Torino c’è chi sostiene che il Piemonte “deve fare come la Catalogna” e a Novara qualcuno replica che la Regione deve perdere un pezzo che finirebbe per diventare colonia del Varesotto in una mai esistita “Insubria”. Finché il dibattito politico resta compresso tra queste due ipotesi non solo ha ben poco di federalista ma finisce inevitabilmente sul binario morto.
Noi Catalani ?
Certamente sono molte le affinità tra la Regione che da sempre si oppone al centralismo di Madrid e la nostra “piccola patria” ai piedi del Monviso. Lo abbiamo scritto noi per primi, quando stampammo a Biella nel 1973 il giornale “Informazione Catalana” con cui spiegavamo che le rivendicazioni partite da Barcellona per l’indipendenza trovavano ragioni forti nella realtà imprenditoriale di un Paese che pagava la sudditanza politica e fiscale allo stato centralista. Dicevamo allora, e lo ripeto adesso, che il Piemonte aveva gli stessi motivi di protesta dei catalani perché i suoi guai derivavano dall’enorme salasso di risorse che gli imponeva il regime centralista di Roma.
Ma allora, perché non fare i Catalani ?
L’impresa è difficile, se non impossibile, soprattutto perché a noi manca un’anima. Mentre i Catalani hanno preservato la loro lingua, i costumi, le tradizioni, in una parola la “nazionalità”, il Piemonte non ha saputo “piemontesizzare” le ondate migratorie, non ha minimamente tutelato la propria lingua e, dunque, non ha oggi una identità forte.
E’ una “Fiat land” senza speranza e non sarà nessun referendum indetto a freddo che potrà dagli il fuoco di libertà che anima i Catalani. Senza spirito unitario le spinte “scissioniste” sono inevitabili. Tuttavia negli anni Settanta, una realtà come quella dell’Unione Ossolana per l’Autonomia era positiva, perché richiamava il “torinocentrismo” a più miti consigli, le ipotesi che circolano adesso di tagliare una fetta del Piemonte e farla diventare terreno di caccia del Varesotto non è e non può essere accettata.
E allora ?
Meglio, in qualche modo, il “Limonte”, una naturale sinergia tra Piemonte se non con la superba Genova almeno con in Ponente Ligure, quell’Alpazur che da decenni sogna l’unione della Provincia di Imperia con quella di Cuneo ed il rilancio di Savona come porto naturale delle intere Alpi Occidentali. Altra opportunità: Novara grande capoluogo di una riscoperta “Provincia del riso” che inglobi non solo il Vercellese, ma anche la Lomellina, già piemontese sino all’Unità d’Italia.
E poi una struttura amministrativa a più velocità che preservi le vallate dalla pianurizzazione e dall’egemonia dei grandi centri urbani.
Con buona pace di Saitta, mio vecchio collega alla Provincia quand’era giovane democristiano di grandi speranze, una “Città Metropolitana” ove prevalgano gli interessi della “Grande Torino” delle opere faraoniche, delle banche e degli affari, sarà sempre nemica prima della rinascita economica delle piccole comunità montane e contadine.
L’obiettivo dovrebbe essere il Piemonte davvero federalista al suo interno ed autonomo da Roma, con cui dovrebbe stringere solo un accordo nei termini di reciproco e mutuo appoggio simili a quelli che tengono da secoli uniti i cantoni elvetici, sovrani a casa propria e in buona armonia tra loro, soprattutto perché nessuno di loro vive alle spalle degli altri. C’è un domani per il regionalismo piemontese che non sia in ginocchio davanti a nessuno ?
L’intera classe politica regionale non sembra interessata. Ed è la solita occasione perduta.

Roberto Gremmo

Questo il commento del Presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti, apparso come lettera sul quotiiano Il NORDOVEST del 13 dicembre 2012: “In sintesi il ragionamento di Roberto Gremmo manda, tra i tanti, due messaggi molto chiari. Innanzitutto meglio il Limonte, ovvero un rapporto forte con la Liguria, piuttosto che correre dietro alle farfalle di improbabili (ed antistoriche) Marco Regioni del Nord, che altro non sono che il tentativo di resuscitare una (mai esistita) Padania. In secondo luogo la necessità di avere una realtà regionale che superi il “Torinocentrismo” ed il “Fiatcentrismo” (tra l’altro oggi assolutamente retrò nel momento in cui l’amministratore delegato Marchionne sogna, un giorno si e l’altro si di fare traslocare tutto armi e bagagli Oltre Atlantico) attraverso una struttura amministrativa che preservi la montagna dall’egemonizzazione dei grandi centri urbani. Sono le cose per cui Movimento Progetto Piemonte è nato tre anni fa, sono le cose che Movimento Progetto Piemonte dice e scrive da 3 anni. Con Gremmo non concordiamo in tutto e per tutto, ma il suo articolo contiene spunti di riflessione che la classe politica piemontese, oggi troppo intenta a litigare ed a tappare buchi, dovrebbe fare. La strada da perseguire è quella dello Statuto Speciale, della difesa delle autonomie locali (sia pure in un momento di fortissima spinta centralista), quando questa non è un ventaglio per coprire altri sprechi, dell’introduzione di energie e di idee nuove in un momento politico – quello piemontese come quello italiano – dove l’odore di vecchiume (non solo anagrafico, ma nei comportamenti) è fortissimo. E siccome “A ciascuno il suo”, come MPP . E siccome “A ciascuno il suo”, come MPP presenteremo il 19 dicembre prossimo a Chivasso , nel celebrare i 59 anni della Carta, attiveremo la Consulta dei Popoli del Piemonte, strumento di dialogo tra le varie realtà autonomiste. Per non dimenticare e per non recriminare soltanto, ma per guardare avanti con un obiettivo: il Piemonte.


Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte


venerdì 7 dicembre 2012

Elezioni Amministrative di Ivrea, Dichiarazioni di Massimo Iaretti

Elezioni Amministrative di Ivrea:
Dichiarazioni di Massimo Iaretti (MPP – Progetto Ivrea)
su alleanze ed obiettivi comuni con Bruno Tegano

Il 5 settembre scorso, nel quartiere San Giovanni, insieme a Bruno Tegano, il Movimento Progetto Piemonte – MPP ha iniziato un cammino denominato “Un Progetto per Ivrea”. E con Bruno Tegano continueremo questo cammino e questo progetto sino alle elezioni ed oltre. Degli incontri e dei contatti con il Pdl eporediese, Bruno mi aveva correttamente informato, come pure degli sviluppi, e tali incontri come Portavoce della costituenda lista Progetto Ivrea e presidente MPP, ho approvato pienamente. Il nostro obiettivo comune, il nostro “Progetto per Ivrea” è quello di costituire un fronte, che sia il più ampio possibile, a quello che da sempre è espressione del potere politico della Città. Uno schieramento allargato a lista civiche che, come le nostre, siano espressione del cuore della Città e del sentire dei Cittadini e che partano dai quartieri che sono la base di confronto più diretta con i bisogni della gente. Proprio attraverso un confronto con queste realtà, e dalla istituzione di un tavolo comune, dovrà derivare la scelta del candidato Sindaco che dovrà guidare l’alleanza. Da questo principio non ci si dovrà scostare, ma questo non esclude che si guardi con attenzione ad un confronto, con alcune forze politiche, anche differenti tra loro, ma che potrebbero sedere al tavolo di confronto di cui ho appena detto.
Casale Monferrato, 5 dicembre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte