mercoledì 31 ottobre 2012

MPP vicino al popolo del Tibet. Un appello a tutti i movimenti autonomisti per essere vicini ad un popolo oppresso




E’ stato in visita a Torino venerdì 26 ottobre

Dal primo ministro del Tibet Lonsang Sangay un grande esempio di dignita nel rappresentare un Popolo che soffre

Iaretti: “MPP vicino al popolo del Tibet. Un appello a tutti i movimenti autonomisti per essere vicini ad un popolo oppresso”

La visita del primo ministro del Governo in esilio del Tibet, Lobsang Sangay a Torino, realizzata con l’impegno della Regione Piemonte e dell’Associazione peri il Tibet ed il diritti umani è stata l’occasione dell’incontro e della conoscenza con il capo del governo di un Paese che in questo momento si trova dal 1950 occupato sotto il piede di un occupante straniero che ne ha sigillato le frontiere. Particolarmente toccante è stato il momento pubblico, svoltosi venerdì nella sede del Museo di Scienze Naturali in via Giolitti a Torino. Lobsang Sangay ha ricordato di essere stato eletto con il voto di tutti gli appartenenti alle comunità tibetane all’estero e che le schede per le votazioni sono state portate a dorso di yak in luoghi dove la temperatura arriva sino a meno quaranta gradi ed in altri luoghi dell’India dove invece supera i quaranta gradi. Il primo ministro ha poi esposto un episodio che dovrebbe fare riflettere: sul finire della campagna lui e l’altro competitore in corsa per il premierato dovevano tenere due confronti, uno a Delhi e l’altro a Dharamsala. Poiché vi sono 12 ore di auto tra i due posti ed essendo il taxista che li portava letteralmente stremato, si sono fermati in un albergo e, viste le poche stanze disponibili, ne hanno divisa una entrambi. Immaginarsi se in Italia facessero la stessa cosa Bersani e Renzi o Berlusconi e Fini o Grillo ed uno dei precedenti …

Sulla situazione attuale del Tibet, Lobsang Sangay, che è si è laureato ed è docente ad Harvard, ha detto che “è estremamente seria e grave. La bandiera tibetana è proibita, chi l’ha finisce immediatamente in carcere. Essere trovati in possesso di una foto del Dalai Lama può portare delle conseguenze serissime ed il carcere”. Il premier tibetano in esilio ha ricordato il voto del Parlamento italiano dell’8 febbraio di quest’anno a favore dell’indipendenza, della libertà e della democrazia in Tibet. “I Tibetani in Tibet sanno che c’è un forte sostegno in Italia, come in non molti altri Paesi quali gli Stati Uniti, l’Unione Europea il Giappone dove c’è stata una mozione di oltre 100 parlamentari. Lobsang Sangay ha ricordato anche i 59 (nel frattempo sono diventati 60) tibetani che si sono immolati col fuoco per la libertà nel loro Paese, dei quali 43 (ora diventati 44) soltanto quest’anno. Poi ha tracciato un parallelo con i bonzi che si davano fuoco ai tempi della guerra del Vietnam, con Jan Palak a Praga ai tempi dell’invasione sovietica del 1968, con chi si è dato fuoco in Tunisia e la nascita della “Primavera Araba”. Alle due sostanziali richieste, ovvero che il Dalai Lama, guida spirituale di tutti i tibetani, possa tornare in Tibet e che i tibetani possano essere liberi, il Governo cinese ha reagito con una repressione ancora più dura. E ha citato le parole di uno studioso cinese. “Oggi a Lhasa ci sono più cinesi che tibetani, più fucili che lampade, più videocamere di sorveglianza che finestre, più militari che monaci”. Turisti e giornalisti non possono entrarvi, BBC e CNN si sono visti minacciare del ritiro del visto, l’associazione Giornalisti senza frontiere ha detto che la situazione è peggio che in Corea del Nord, dove almeno c’è un giornalista straniero.

Il premier del Tibet ha poi insistito sul fatto che quello che il suo popolo chiede è un’autonomia reale all’interno della Cina, e che nella sua responsabilità di primo ministro vi è il compito di andare ovunque nel mondo per condividere la sofferenza tibetana. “Questa è la realtà, così è come stanno le cose”.

All’incontro pubblico al Museo di Scienze naturali ho preso parte come consigliere comunale di Parella (TO) e dell’Unione delle Terre del Chiusella e fatto presente che Parella ha aderito, con circa altri 200 enti locali piemontesi alla campagna di sensibilizzazione per la libertà e la democrazia del Tibet, suo tempo effettuata, e che nella sala consigliare c’è la bandiera tibetana la quale verrà rimossa soltanto quando il popolo tibetano avrà la sua libertà. Personalmente mi ha colpito la dignità di chi sta viaggiando all’estero perorando la causa di un popolo che è sotto l’ultimo piede coloniale, anche se l’epopea delle decolonizzazioni è ormai consegnata alla storia (non, però, delle dipendenze economiche, ma questa è un’altra storia ancora in fase di scrittura). Il Movimento Progetto Piemonte, proprio perché il Piemonte è una terra che da sempre ha dato nella storia grandi esempi di libertà e di democrazia, basati sull’autodeterminazione, si farà portatore, da solo o con altre forze ed associazioni, in tutte le sedi dove è presente e dove ha degli amici o sostenitori di iniziative a favore del Tibet e del popolo tibetano affinché anche in quella lontana terra la sua bandiera possa sventolare libera. E si appella a tutti i movimenti veramente autonomisti per coordinare le proprie forze a questo obiettivo, nobile, senza secondi o terzi fini, nella vicinanza ad un popolo veramente oppresso.

Casale Monferrato, 28 ottobre 2012

Massimo Iaretti

Presidente Movimento Progetto Piemonte


mercoledì 24 ottobre 2012

Mpp: 'Gli stati generali del Monferrato non siano limitati ai soli sindaci'

POLITICA

Fonte: Casale News http://www.casalenews.it/index
 

Il Mpp: 'Gli stati generali del Monferrato non siano limitati ai soli sindaci'

Prosegue la discussione sulla proposta, dopo l'apertura del sindaco Demezzi

A proposito della dichiarata disponibilità del sindaco di Casale Giorgio Demezzi, di convocare gli “Stati Generali del Monferrato”, dietro sollecitazione rivoltagli dal consigliere della lista civica Nuove Frontiere Massimo De Bernardi, il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti afferma: “Le dichiarazioni di Giorgio Demezzi in risposta alle sollecitazioni di De Bernardi sono un fatto assolutamente positivo in quanto è nella direzione della proposta che MPP ha più volte avanzato negli ultimi 2 anni di convocare gli Stati Generali del Monferrato”.
“Nel corso del dibattito in consiglio comunale a Casale Monferrato sui nuovi assetti territoriali, sia il Sindaco, sia il consigliere De Bernardi, avevano nei loro interventi ribadito la bontà di questo nostro metodo, riconoscendone esplicitamente la paternità”.
“Come movimento di territorio faremo la nostra parte per un appuntamento che, auspichiamo, non si debba limitare a coinvolgere solo i Sindaci, ma debba essere esteso, innanzitutto a tutti i consiglieri comunali, alle forze sociali ed economiche, il mondo dell’associazionismo e gli organi di informazione i quali non dovranno, a nostro avviso, avere un ruolo di osservatori, essere coinvolti come “antenne” delle diffusione delle istanze del territorio, in modo che il dibattito sia il più allargato possibile”.

sabato 20 ottobre 2012

Il disco verde agli Stati Generali del Monferrato. Un punto di partenza per i futuri assetti del territorio


Dopo il Forum dell’Associazione Nuove Frontiere
Iaretti: “Il disco verde agli Stati Generali del Monferrato.
Un punto di partenza per i futuri assetti del territorio”
Ma occorrerà non limitarli ai Sindaci e i mezzi di informazione dovranno avere un ruolo non solo da spettatori

A proposito della dichiarata disponibilità del Sindaco di Casale Giorgio Demezzi, di convocare gli “Stati Generali del Monferrato”, dietro sollecitazione rivoltagli dal consigliere della lista civica Nuove Frontiere Massimo De Bernardi, il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti dichiara:
Le dichiarazioni di Giorgio Demezzi in risposta alle sollecitazioni di De Bernardi sono un fatto assolutamente positivo in quanto è nella direzione della proposta che MPP ha più volte avanzato negli ultimi 2 anni di convocare gli Stati Generali del Monferrato. Nel corso del dibattito in consiglio comunale a Casale Monferrato sui nuovi assetti territoriali, sia il Sindaco, sia il consigliere De Bernardi, avevano nei loro interventi ribadito la bontà di questo nostro metodo, riconoscendone esplicitamente la paternità.
Come movimento di territorio faremo la nostra parte per un appuntamento che, auspichiamo, non si debba limitare a coinvolgere solo i Sindaci, ma debba essere esteso, innanzitutto a tutti i consiglieri comunali, alle forze sociali ed economiche, il mondo dell’associazionismo e gli organi di informazione i quali non dovranno, a nostro avviso, avere un ruolo di osservatori, essere coinvolti come “antenne” delle diffusione delle istanze del territorio, in modo che il dibattito sia il più allargato possibile”.
Casale Monferrato, 20 ottobre 2012
Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

lunedì 8 ottobre 2012

MPP: Patria Piemontese in pericolo, ci vuole lo statuto speciale

MPP: Patria Piemontese in pericolo, ci vuole lo statuto speciale  

di MASSIMO IARETTI* 

Fonte: Il Fatto Quotidiano  http://www.ilfattoquotidiano.it

L'Indipendenza - Quotidiano Online

 
La Patria Piemontese è in pericolo. Questo non vuole essere 
un inutile allarmismo, ma un dato di fatto. Da un lato c’è la spinta verso la realizzazione di una Macroregione del Nord, fortemente voluta da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dall’altro c’è la mozione sulla Comunità Autonoma del Nord che, come evidenziato su “La Padania” del 25 settembre scorso sta sostenendo la Lega Nord in tutte le Regioni, Piemonte compreso. Dall’altro ancora  c’è una spinta neo – centralista favorita dal “verminaio” politico che si  sta venendo a scoperchiare in questi giorni con le inchieste della Magistratura. In una recente trasmissione Rai del mattino è stato citato un sondaggio (c’è da chiedersi come mai sia stato commissionato e chi l’abbia commissionato così tempestivamente) nel quale una percentuale piuttosto alta di italiani si sarebbe espressa in modo contrario alle Regioni ed una altrettanto alta avrebbe proposto degli accorpamenti in entità ancora maggiori. Sotto quest’ultimo aspetto si starebbero aprendo le danze per un balletto analogo a quello messo in scena per le Province: non potendo abolirle del tutto perché previste dalla Costituzione come enti territoriali, si svuotano con la legge ordinaria dalle loro funzioni di ente di area vasta e le si diminuiscono accorpandole. E qui la regia potrebbe mandare in scena il medesimo spettacolo.  E in questo quadro la Macroregione del Nord o la Comunità Autonoma di Regioni che sia, aprirebbe la strada ad un accorpamento di Regioni nel nome di una inesistente Padania (che non è proprio il caso di dire “si bella e perduta” perché si perde una cosa che esiste, non una che non è mai esistita, se non nella mente di qualcuno).  In un quadro del genere il Piemonte rischierebbe – tra l’altro governato da un presidente di formazione lombarda, di visioni lombarde e di presenza lombarda e romana – di diventare una entità territoriale secondaria al traino della locomotiva lombardo – veneta con la quale non avrebbe alcuna attinenza. La storia e la vocazione europea del Piemonte e del sistema Lombardo – Veneto sono da sempre stati diversi, uno volto alle Alpi ed alla Francia ed alla Svizzera,  l’altro al sistema bavarese e dell’Alpe Adria.
Come Movimento Progetto Piemonte – MPP lo abbiamo detto e scritto moltissime volte nel recente passato ed in tutte le sedi nelle quali siamo presenti, ed in tutte le tribune nelle quali abbiamo diritto e possibilità di parola: la strada da seguire è quella dello Statuto Speciale, o comunque di una profonda revisione dello Statuto che permetta una maggiore autonomia alla comunità regionale piemontese ed alla salvaguardia del suo ambiente, del suo territorio, delle sue tradizioni, e ultimo (ma non per questo meno importante, anzi) del suo tessuto socio – economico, compreso quello agricolo, con la possibilità di trattenere il regione almeno il 90% di imposte e tasse. Per questo il nostro Movimento convocherà nel prossimo mese di novembre una tavola rotonda nella quale verranno invitate tutte le forze interessate ad uno sviluppo del ragionamento sul percorso da intraprendere per lo Statuto Speciale  (con un occhio di particolare riguardo a quelle autonomiste e statutariste)  o, quanto meno, per una profonda revisione dell’attuale carta statutaria piemontese, prevedendo una serie di riforme reali della politica e non soltanto di facciata.
I piemontesi, del resto, sono persone concrete e preferiscono passi fatti con la gamba piuttosto che pericolose fughe in avanti verso concentrazioni che, al di là dello slogan, non si sanno dove possano portare. E soprattutto vogliono essere loro a determinare il proprio futuro e non farlo determinare da chi vive e opera a Roma o a Milano.

*Presidente Movimento Progetto Piemonte

LA PATRIA PIEMONTESE E’ IN PERICOLO



Lettera Aperta ai Cittadini Piemotesi

LA PATRIA PIEMONTESE E’ IN PERICOLO
MPP: Lo Statuto Speciale per salvare il Piemonte
contro il neo – centralismo e la Padania che non c’è

Cittadini del Piemonte,
la Patria Piemontese è in pericolo. Questo non vuole essere un inutile allarmismo, ma un dato di fatto. Da un lato c’è la spinta verso la realizzazione di una Macroregione del Nord, fortemente voluta da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dall’altro c’è la mozione sulla Comunità Autonoma del Nord che, come evidenziato su “La Padania” del 25 settembre scorso sta sostenendo la Lega Nord in tutte le Regioni, Piemonte compreso. Dall’altro ancora c’è una spinta neo – centralista favorita dal “verminaio” politico che si sta venendo a scoperchiare in questi giorni con le inchieste della Magistratura. In una recente trasmissione Rai del mattino è stato citato un sondaggio (c’è da chiedersi come mai sia stato commissionato e chi l’abbia commissionato così tempestivamente) nel quale una percentuale piuttosto alta di italiani si sarebbe espressa in modo contrario alle Regioni ed una altrettanto alta avrebbe proposto degli accorpamenti in entità ancora maggiori. Sotto quest’ultimo aspetto si starebbero aprendo le danze per un balletto analogo a quello messo in scena per le Province: non potendo abolirle del tutto perché previste dalla Costituzione come enti territoriali, si svuotano con la legge ordinaria dalle loro funzioni di ente di area vasta e le si diminuiscono accorpandole. E qui la regia potrebbe mandare in scena il medesimo spettacolo. E in questo quadro la Macroregione del Nord o la Comunità Autonoma di Regioni che sia, aprirebbe la strada ad un accorpamento di Regioni nel nome di una inesistente Padania (che non è proprio il caso di dire “si bella e perduta” perché si perde una cosa che esiste, non una che non è mai esistita, se non nella mente di qualcuno). In un quadro del genere il Piemonte rischierebbe – tra l’altro governato da un presidente di formazione lombarda, di visioni lombarde e di presenza lombarda e romana – di diventare una entità territoriale secondaria al traino della locomotiva lombardo – veneta con la quale non avrebbe alcuna attinenza. La storia e la vocazione europea del Piemonte e del sistema Lombardo – Veneto sono da sempre stati diversi, uno volto alle Alpi ed alla Francia ed alla Svizzera, l’altro al sistema bavarese e dell’Alpe Adria.
Come Movimento Progetto Piemonte – MPP lo abbiamo detto e scritto moltissime volte nel recente passato ed in tutte le sedi nelle quali siamo presenti, ed in tutte le tribune nelle quali abbiamo diritto e possibilità di parola: la strada da seguire è quella dello Statuto Speciale, o comunque di una profonda revisione dello Statuto che permetta una maggiore autonomia alla comunità regionale piemontese ed alla salvaguardia del suo ambiente, del suo territorio, delle sue tradizioni, e ultimo (ma non per questo meno importante, anzi) del suo tessuto socio – economico, compreso quello agricolo, con la possibilità di trattenere il regione almeno il 90% di imposte e tasse. Per questo il nostro Movimento convocherà nel prossimo mese di novembre una tavola rotonda nella quale verranno invitate tutte le forze interessate ad uno sviluppo del ragionamento sul percorso da intraprendere per lo Statuto Speciale (con un occhio di particolare riguardo a quelle autonomiste e statutariste) o, quanto meno, per una profonda revisione dell’attuale carta statutaria piemontese, prevedendo una serie di riforme reali della politica e non soltanto di facciata.
I piemontesi, del resto, sono persone concrete e preferiscono passi fatti con la gamba piuttosto che pericolose fughe in avanti verso concentrazioni che, al di là dello slogan, non si sanno dove possano portare. E soprattutto vogliono essere loro a determinare il proprio futuro e non farlo determinare da chi vive e opera a Roma o a Milano.
Casale di Sant’Evasio (Casale Monferrato), 8 ottobre 2012

IL PRESIDENTE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

venerdì 5 ottobre 2012

No alla centrale a biomasse a Torrazza Piemonte


Decisa presa di posizione del Movimento Progetto Piemonte
No alla centrale a biomasse a Torrazza Piemonte
Iaretti (MPP): “Occorre coinvolgere anche i Comuni confinanti. Si al ricorso al Tar delle Associazioni Ambientaliste”

Il Movimento Progetto Piemonte, come ha già fatto in occasione di alcuni incontri promossi dalle associazioni ambientaliste, ribadisce il suo no deciso alla realizzazione di una centrale a biomasse nel territorio di Torrazza Piemonte. Per fare un’analogia con la Provincia di Vercelli, che in materia di energia ha “già dato” e che è stato alla base del diniego per un impianto analogo a Cigliano, anche il territorio del Chivassese, e di Torrazza in particolare, ha già dato. Pertanto è assolutamente giusta e sacrosanta l’opposizione delle Associazioni Ambientaliste, che troverà concretizzazione in particolare in un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte. Altresì l’auspicio è che l’Amministrazione Comunale di Torrazza, al di là dell’opposizione in Conferenza dei Servizi rompa gli indugi e depositi anch’essa un ricorso al Tar Piemonte. Per quanto MPP sia distante milioni di anni luce dal modo di fare politica del Movimento 5 Stelle, tuttavia non può non condividere la richiesta di una moratoria espressa dal Consigliere regionale Davide Bono sugli impianti a biomasse, in attesa che venga normata una legislazione chiara e trasparente, a tutela degli interessi dei cittadini e dell’ambiente, in quanto proposta che si basa sul buon senso.
MPP – Movimento Progetto Piemonte inoltre evidenzia la necessità di un coinvolgimento attivo dei Comuni confinanti, anche se interessati marginalmente, quali Verolengo, Rondissone e Chivasso, per quanto di sua competenza, essendo fondamentale la consapevolezza che il problema di un Comune non è solo di quel Comune, ma dell’intero territorio.
Casale Monferrato, 3 ottobre 2012

Massimo Iaretti
Presidente Movimento Progetto Piemonte

Luigi D’Alessandro
Fiduciario MPP di Verolengo