lunedì 30 novembre 2009

Riscopriamo la Massa Cristiana e la Vandea Piemontese

MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE
Casella Postale 11 - 15033 Casale Monferrato
Tel. 349/8773769

Ricordare la "Massa Cristiana" e quella che fu una vera e propria "Vandea Piemontese", con l'intitolazione di una via, di una strada, di una piazza, di un corso. o l'organizzazione di un momento culturale. E' la richiesta che il neonato Movimento Progetto Piemonte ha rivolto in una lettera a Domenico Chiamparino, sindaco di Torino, Massimo Giordano, sindaco di Novara, Carlo Della Pepa, sindaco di Ivrea, Donato Gentile, sindaco di Biella, Bruno Matola, sindaco di Chivasso, Gilberto Caneva, sindaco di Santhià e Franco Berra, sindaco di Pontestura. La "Massa Cristiana" è un movimento spontaneo nato nelle campagne piemontesi, iniziato nel 1799 e sviluppatosi quindi nel periodo napoleonico, su ispirazione e comando del maggiore austriaco di famiglia lombarda Branda de' Lucioni. Molte furono le vittime della repressione che ne seguì, tra le quali 423 persone ghigliottinate a Torino, in piazza Carlina. Fu, dunque, una vera e propria "Vandea Piemontese" come l'ha definita in un suo libro Vittorio Messori. La nascita avvenne in concomitanza con l'offensiva svolta all'inizio del 1799 dalle truppe austro - russe, approfittando dell'assenza di Napoleone impegnato in Egitto. Il Branda de' Lucioni, autodefinitosi "comandante dell'Ordinata Massa Cristiana" fu, con altri, alla guida di artigiani e contadini che, alla testa delle loro colonne, alzavano gli stendardi delle confraternite religiose. L'attività della Massa è stata segnalata a Novara, Biella, Ivrea, Santhià, Chivasso, Pontestura e il 25 maggio 1799 la "Insorgenza" costrinse addirittura i francesi ad abbandonare Torino. Poi, la storia prese un corso diverso quando, il Branda de' Luicioni, inviso ai capi dell'esercito irregolare, venne destituito e la Massa Cristiana invitata a sciogliersi. Il Movimento Progetto Piemonte è nato il 24 giugno scorso, festa di San Giovanni Patrono di Torino, a Casale Monferrato, antica Capitale del Monferrato. L'obiettivo è il conseguimento dello Statuto Speciale per la Regione Piemonte sul modello di quelli esistenti e previsti dalla Carta costituzionale che ne costituisce il punto di riferimento insieme ai valori espressi dalla Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943. "Oltre all'obiettivo politico che si porterà a presentare liste nelle prossime elezioni amministrative - dice il portavoce Massimo Iaretti - è per noi prioritaria una azione di valorizzazione della storia e della cultura subalpina. Per questo chiediamo alle amministrazioni dei centri interessati di voler effettuare una riflessione sul passato, anche perché la storiografia ufficiale sembra essersi dimenticata di questo episodio. Napoleone in Piemonte non vuole dire soltanto Marengo".
Della "Massa Cristiana" si è occupato anche uno storico e profondo conoscitore delle vicende delle vallate alpine quale il biellese Gustavo Buratti.
Casale Monferrato, 29 novembre 2009
Massimo Iaretti

mercoledì 18 novembre 2009

Lettera aperta ad alcuni Sindaci piemontesi per ricordare ed onorare la "Massa Cristiana"

MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE. Lettera aperta ad alcuni Sindaci piemontesi per ricordare ed onorare la "Massa Cristiana" che è stata una sorta di "Vandea Piemontese"

Egr.Sig. Dott. Sergio CHIAMPARINO
Sindaco del Comune di TORINO

Egr.Sig. Avv. Massimo Giordano
Sindaco del Comune di NOVARA

Egr.Sig. Dott. Carlo Della Pepa
Sindaco del Comune di IVREA

Egr.Sig. Dott. Donato Gentile
Sindaco del Comune di BIELLA

Egr.Sig. Sig. Bruno Matola
Sindaco del Comune di CHIVASSO

OGGETTO: richiesta intitolazione e commemorazione “Massa Cristiana”
Il Movimento Progetto Piemonte è un Movimento Politico aperto, laico ed aconfessionale, nato per iniziativa di un gruppo di cittadini piemontesi a Casale Monferrato, antica Capitale del Monferrato il 24 giugno 2009, festa del Santo Patrono di Torino.
Il suo obiettivo prioritario è il conseguimento dello Statuto Speciale per il Piemonte sul modello di quelli già esistenti e previsti dalla Carta Costituzionale che costituisce il punto di riferimento fondante del Movimento, insieme ai valori di libertà ed autonomia contenuti nella Carta di Chivasso.
Fatta questa indispensabile premessa occorre sottolineare che è anche intesa come importante la valorizzazione della storia e della cultura subalpina, affinché le nostre radici piemontesi non vadano dimenticate in un mondo sempre più globalizzato, pur nel totale rispetto dell’evolversi della storia dei popoli e delle genti.
In questa ottica si vuole richiedere alla Amministrazione in indirizzo di voler intitolare una via, una strada, un corso, un luogo, alla “Massa Cristiana”.
Si tratta di un movimento spontaneo nato nelle champagne piemontesi, iniziato nel 1799 e durato per l’intero periodo napoleonico, su ispirazione e comando del maggiore austriaco di famiglia lombarda Branda de’ Lucioni.
Vittime della repressione che ne seguì furono molte di più delle 423 persone ghigliottinate a Torino in piazza Carlina. Insomma fu una vera e propria “Vandea Piemontese”, come l’ha definita lo scrittore e e giornalista Vittorio Messori nel suo libro (scritto con Aldo Cazzullo) “Il Mistero di Torino”.
La “Ordinata Massa Cristiana” nacque quando – nell’ambito dell’offensiva che le truppe austro – russe effettuarono all’inizio del 1799 approfittando dell’assenza di Napoleone impegnato in Egitto – il maggiore Branda de’ Lucioni si trovò al comando delle colonne dirette in Piemonte.
In territorio subalpino il Branda de’ Lucioni, autodefinitosi “comandante dell’Ordinata Massa Cristiana”, fu, insieme con altri, per usare le parole di Messori “alla guida di artigiani e contadini che, alla testa delle loro colonne, alzavano gli stendardi delle confraternite religiose e le statue dei loro patroni ed andavano all’assalto con il Rosario al collo”.
L’attività della “Massa” è stata segnalata, tra l’altro, a Novara, Biella, Ivrea, Santhià, Chivasso ed il 25 maggio 1799 la “Insorgenza” costrinse addirittura i francesi ad abbandonare Torino. Poi la storia prese un corso diverso.
Poiché di tali vicende storiche, che furono affatto marginali nel Piemonte di allora, la storiografia ufficiale sembra essersi dimenticata, a differenza della resistenza ai francesi opposta dai Tirolesi o delle sanguinose “Pasque Veronesi”, si richiede al Signor Sindaco di voler tenere in conto di questa nostra richiesta, inserendola all’ordine del giorno della commissione toponomastica competente e, se lo riterrà, di contribuire alla riscoperta di un momento storico che ha visto il popolo piemontese padrone delle sue sorti, rimasto finora nel dimenticatoio dei polverosi archivi della storia subalpina.
In questo modo si metterebbe in atto una semplice, quanto profonda, azione di riscoperta della vita piemontese a cavallo tra l’Ancien Regime e l’occupazione napoleonica.
A disposizione per ogni chiarimento, rimanendo in attesa di conoscere le Sue determinazioni, porgo i miei più distinti saluti.
IL PORTAVOCE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

Lettera aperta per il Sindaco di Moncestino (AL), sulla viabilità in Regione Ganoia

Egr.Sig. Sindaco del Comune di Moncestino (AL)
OGGETTO: Lettera aperta sulla viabilità in Regione Ganoia
Egregio Signor Sindaco,
venerdì 7 agosto u.s., mentre percorrevo la strada provinciale che dalla Piagera di Gabiano porta in direzione di Verrua Savoia/Torino alla velocità inferiore al limite dei 70 km/h, vedevo nello specchietto retrovisore incalzarmi una autovettura ed un autocarro che sopraggiungevano a velocità decisamente superiore. La vettura mi sorpassava e, in accelerazione, attraversava la Regione Ganoia, territorio del Comune di Moncestino, ad una velocità molto superiore al limite dei 50 km/h. L’imbecille alla guida dell’autocarro (perché non merita altro titolo che questo) invece, dopo avere rinunciato in un primo tempo a superarmi per non travolgere un gruppo di ciclisti che arrivava in senso opposto, dopo avermi invitato a farmi da parte suonando il clacson, sorpassava, inveendo nei miei confronti, nel tratto rettilineo ed entrava nella Regione Ganoia ad una velocità almeno superiore del doppio a quella stabilita.
Ho riportato tutto questo per evidenziare, una volta di più, la necessità di un intervento radicale di messa in sicurezza della strada, con particolare riferimento all’abitato. Approfitto, in questa sede, per riproporre l’installazione - già contenuta nel mio programma elettorale (poi le cose sono andate come andate ma non è questa la sede per recriminare, il pronunciamento degli elettori è sovrano) - di due semafori intelligenti, uno per ogni senso di marcia, che, qualora l’autovettura in avvicinamento, superi il limite previsto, facciano scattare il rosso. Il tutto supportato da una rilevazione semaforica delle infrazioni che comporterebbe una penalizzazione di 10 punti al automobilista indisciplinato, oltre alla sanzione amministrativa pecuniaria.
Si tratta di una soluzione già adottata, con successo, a Cerrina, a Bieno in provincia di Verbania, a Borgosesia, che potrebbe essere utilizzata, con altrettanto successo, anche a Moncestino.
Ringraziandola per l’attenzione, porgo cordiali saluti
Casale Monferrato, 10 agosto 2009
IL PORTAVOCE
Movimento Progetto Piemonte
Dott. Massimo Iaretti

domenica 15 novembre 2009

CINQUE DOMANDE PER SAPERE COSA E’ M.P.P.

MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE
Casella Postale 11 - 15033 Casale Monferrato
Tel. 349/8773769

CINQUE DOMANDE PER SAPERE COSA E’ M.P.P.

Chi siamo ?

Cittadini del Piemonte organizzati in un Movimento Politico aperto, cioè laico e aconfessionale, senza pregiudizi nei confronti di nessuno, pronti al confronto con le idee di tutti, purché in un ambito civile e democratico e soprattutto chiaro, diretto e non politichese.

Perché siamo nati ?

Il nostro obiettivo prioritario è lo Statuto Speciale per il Piemonte sul modello di quelli già esistenti e previsti dalla Carta Costituzionale. Vogliamo che tutte le regioni italiane possano essere autonome perché, pur considerando l’identità nazionale e territoriale , siano in grado di affrontare la sfida dell’Europa e della globalizzazione con i mezzi idonei, senza dover combattere con una mano legata dietro la schiena.

Dove siamo ?

Siamo nati a Casale Monferrato, antica capitale del Monferrato, il 24 giugno 2009, festa del Santo Patrono di Torino. La nostra sede è lì, in via dei Fiori 62 - Casella Postale 11, ma intendiamo essere in tutti comuni piemontesi. Dove ci sarà anche solo un simpatizzante, là sarà il Movimento Progetto Piemonte.

Con quali mezzi agiamo e come vogliamo agire ?

Con la nostra volontà e con il contributo di tutti coloro che vorranno sostenerci. Intendiamo agire portando al più presto una nostra presenza nelle Istituzioni e utilizzando tutti gli strumenti di partecipazione che le leggi, nazionali e regionali, e gli statuti provinciali e comunali ci consentono

Cosa vogliamo fare per il Monferrato ?
Lavorare, insieme a chi vive in Monferrato, a costruire un progetto per la valorizzazione di questo territorio, attraverso la tutela degli agricoltori che lo presidiano, la salvaguardia della sicurezza di chi vi abita, il suo effettivo lancio turistico, la tutela delle piccole e piccolissime attività economiche e la difesa dell’occupazione in una zona che altrimenti rischia di diventare realmente depressa.

Presentato il Movimento Progetto Piemonte ad Angrogna in Val Pellice

MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE
Casella Postale 11 - 15033 Casale Monferrato
Tel. 349/8773769

Presentato il Movimento Progetto Piemonte ad Angrogna in Val Pellice
“La montagna piemontese una delle nostre priorità”

E’ stato presentato ad Angrogna, in Val Pellice, il Movimento Progetto Piemonte, neo - costituita formazione politica (è nata la sera del 24 giugno, festa di San Giovanni Patrono di Torino a Casale Monferrato antica capitale del Ducato di Monferrato) che ha come obiettivo primario il raggiungimento dell’autonomia speciale subalpina sul modello di quella valdostana o trentina.
All’incontro hanno preso parte soprattutto agricoltori, pastori, pensionati e cittadini comuni della zona ed è intervenuto Massimo Iaretti che in questa fase costituente ricopre l’incarico di portavoce.
“La scelta di Angrogna, in una valle alpina piemontese - dice - non è stata casuale, in quanto il nostro Movimento che è autonomista, ma si riconosce perfettamente nella Carta Costituzionale, nasce con un particolare occhio di riguardo alle montagne ed alle colline che del territorio piemontese costituiscono una parte fondamentale, nonché all‘agricoltura, all‘artigianato ed al piccolo commercio che ne sono l‘asse economico portante”.
L’M.P.P. - questa la sua abbreviazione in sigla - intende dunque fare politica, nel senso più alto del termine, dalla base, ed è aperto al confronto ed al rapporto di collaborazione con tutti i movimenti, liste civiche, comitati civici, associazioni che ne condividano le proprie linee statutarie.
“Il Movimento Progetto Piemonte - dice ancora Iaretti - riconosce ed adotta, inoltre, tutte le iniziative per sostenere le minoranze linguistiche all’interno della Regione Piemonte (franco - provenzali, occitane, walser) favorendone lo studio e la ricerca letteraria, come pure la valorizzazione della lingua, della storia e delle tradizioni piemontesi”.
Ma non è una “cosa nostra” per i soli originari del Piemonte, anzi. Massimo Iaretti ha chiarito che, nello stesso statuto del Movimento, è specificato che gli obiettivi “devono essere comuni a tutti coloro che hanno vissuto o vivono, hanno lavorato o lavorano in Piemonte, anche se originari di altre regioni o di altri Stati, ma che con la loro opera hanno contribuito e contribuiscono al progresso ed al benessere del Piemonte”.
Nell’occasione è stato annunciato che l’M.P.P. avrà, a partire dal mese di settembre una serie di incontri sul territorio, specificamente in Val Pellice, in Val Germanasca, in Val Chisone, per presentare le proprie linee guida e raccogliere suggerimenti dai cittadini per la stesura di un articolato documento di programma specifico sull’agricoltura e la montagna.
“Queste devono essere scritte dai cittadini, dagli agricoltori, da chi vive in montagna, non calate dall’alto in modo asettico e senza nessuna conoscenza dei problemi del posto e del vivere in montagna” ha concluso Iaretti, annunciando anche la prossima costituzione e presentazione di un sindacato dei contadini e degli allevatori piemontesi.

Casale Monferrato, 7 settembre 2009

Statuto del Movimento Progetto Piemonte (MPP)

MPP - MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE

STATUTO

ARTICOLO 1 Principi
1 - Il Movimento politico denominato “Movimento Progetto Piemonte” abbreviato con la sigla MPP si fonda sul rispetto dei diritti fondamentali della persona umana e dei diritti civili e politici come espressi dalla Costituzione della Repubblica Italiana ed opera nell‘ambito territoriale regionale del Piemonte ed a beneficio della comunità piemontese.
2 - Il Movimento Progetto Piemonte identifica come proprio obiettivo prioritario per la sua azione il rafforzamento e l’ampliamento dello Statuto della Regione Piemonte e la concessione alla stessa dello status di Regione a Statuto Speciale, riconoscendosi nella tradizione autonomista piemontese, a partire dai principi enunciati dalla Carta di Chivasso del 19.12.1943, diretta allo sviluppo sociale, culturale ed economico della comunità piemontese ed alla salvaguardia del suo territorio, montano, collinare, fluviale, lacuale, di pianura
3 - Il Movimento Progetto Piemonte riconosce ed adotta tutte le iniziative per sostenere le minoranze linguistiche all’interno della Regione Piemonte (franco provenzali, occitane, walser), ne favorisce lo studio e la ricerca storico - letteraria, come pure la valorizzazione della lingua, della storia e delle tradizioni piemontesi.
4 - Il Movimento Progetto Piemonte opera per creare un benessere diffuso e reale per tutti gli appartenenti alla comunità piemontese, garantendo maggiore sicurezza per tutti - in senso di tutela dell’individuo ed economico - attraverso azioni e proposte concrete, perseguendo una migliore qualità della vita e dell‘ambiente, e assicurando sempre pari opportunità di fronte alla legge ed accesso ai servizi pubblici , pur nelle differenze imposte dalla normativa vigente.
Particolare attenzione viene riservata alla tutela e salvaguardia della montagna e della collina, dei laghi, dei fiumi e dei torrenti, delle attività agricole, artigianali, industriali che da sempre costituiscono, rispettivamente, l’ambiente e il tessuto socio - economico nel quale la società piemontese si è sviluppata nel corso dei secoli e le attività sociali e solidali da sempre caratteristica delle genti subalpine.
5 - Per realizzare gli interessi superiori del Movimento , in tutte le sedi istituzionali, possono aderire al Movimento Progetto Piemonte i movimenti, i partiti politici, le associazioni ed i singoli cittadini i cui principi ed idealità siano basati sul rispetto della democrazia e delle autonomie locali e le cui finalità, principi o ideali non contrastino con le finalità proprie del Movimento Progetto Piemonte

ARTICOLO 2 Simbolo
1 - Il simbolo del Movimento Progetto Piemonte è un cerchio nel quale, su fondo bianco, sono iscritte in colore nero, in maiuscolo le lettere MPP e sottostante la scritta Movimento Progetto Piemonte.

ARTICOLO 3 Adesione
1 - Sono aderenti al Movimento Progetto Piemonte i movimenti, i partiti politici, le liste civiche, i comitati, le associazioni , ivi comprese le comunità piemontesi all’estero nelle loro forme organizzate, ed i singoli cittadini che, maggiori di anni 18, sottoscrivano i principi politico - programmatici di cui all’articolo 1.
2 - L’adesione al Movimento Progetto Piemonte avviene con richiesta indirizzata al Presidente dello stesso, avanzata direttamente o depositata presso la sede o il fiduciario territoriale che ne curerà l’inoltro.
3 - L’adesione è sempre e solo a titolo individuale. L’adesione di un movimento, partito politico, lista civica, comitato, associazione conta una unità e non comporta l’adesione automatica dei suoi aderenti.
4 - L’iscrizione, una volta accettata, comporta l’iscrizione al Registro dei Soci Aderenti ed al rilascio della tessera.
Il Segretario Organizzativo, di seguito specificato, cura la tenuta e l’aggiornamento del Registro. L’adesione comporta il versamento della quota associativa annuale, secondo le indicazioni del Comitato di Gestione.

ARTICOLO 4 Diritti degli aderenti
1 - L’adesione da diritto di partecipare alle attività e di contribuire alle decisioni del Movimento Progetto Piemonte con diritto di elettorato attivo e passivo, secondo le norme di questo Statuto.
2 - Possono ricoprire le cariche elettive all’interno del Movimento soltanto coloro che hanno sottoscritto l’adesione entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno precedente, con l’esclusione di coloro che appartengono alla categoria dei Soci Fondatori, ovvero coloro che hanno sottoscritto l‘atto costitutivo e questo Statuto.

ARTICOLO 5 Doveri degli aderenti
1 - Ogni aderente è tenuto all‘osservanza dello Statuto e delle decisioni degli organi statutari e concorrere alla loro attuazione ed a quella del programma e della linea politica.
2 - In particolare è tenuto a:
a) partecipare attivamente assolvendo i compiti affidatigli;
b) astenersi da comportamento o azioni che possano causare danno al Movimento Progetto Piemonte;
c) tenere nei confronti degli altri aderenti e comunque di tutti indistintamente comportamento improntato al rispetto della dignità della persona e dell‘ambiente
d) versare il contributo minimo fissato dal Comitato di Gestione
3 - La qualità di aderente cessa per:
a) ritiro volontario dell‘adesione, da comunicarsi sempre per iscritto;
b) espulsione a seguito di azioni o comportamenti che arrechino pregiudizi al Movimento Progetto Piemonte. Avverso il provvedimento di espulsione, che a firma del Presidente o di un suo delegato, viene notificato all‘interessato, lo stesso può ricorrere, entro e non oltre giorni 15 dalla notifica, alla Commissione di Garanzia, con atto scritto adeguatamente motivato, a pena di decadenza
4 - Gli eletti e coloro che ricoprono incarichi proposti e designati dal Movimento Progetto Piemonte sono tenuti a versare una quota a favore del Movimento nella misura stabilita dagli organi dirigenti.

ARTICOLO 6 Organi del Movimento Progetto Piemonte
1 - Il Movimento Progetto Piemonte si articola in organi centrali e periferici
2 - Sono organi del Movimento:
a) il Congresso Regionale
b) il Presidente
c) il Comitato di Gestione
d) le Sezioni Provinciali
e) le Delegazioni Comunali
f) le Sezioni di Comunità Montana e di Unione Collinare
g) i Fiduciari Comunali
h) la Consulta dei Popoli del Piemonte




ARTICOLO 7 Congresso Regionale
1 - Il Congresso Regionale è l‘organo sovrano del Movimento Progetto Piemonte.
2 - Il Congresso Regionale si riunisce in seduta ordinaria ogni 2 anni per il rinnovo degli organi dirigenti del Movimento. Partecipano al Congresso tutti gli aderenti di cui all’articolo 3 dello Statuto con diritto di voto. Per partiti politici, movimenti, liste civiche, comitati, associazioni aderenti viene computato un voto espresso attraverso il legale rappresentante degli stessi.
3 - Il Congresso nomina a maggioranza e con voto palese il Presidente del Movimento Progetto Piemonte e, con votazione separata n° 5 componenti del Comitato di Gestione.
Sia per l’elezione del Presidente che del Comitato di Gestione sono consentite la presentazione di più candidature concorrenti.
4 - Il Congresso può essere convocato in seduta straordinaria su iniziativa del Presidente, del Comitato di Gestione (con votazione a maggioranza semplice), di almeno la metà più uno delle Sezioni Provinciali e per richiesta della Consulta del Popolo Piemontese, ogniqualvolta ci siano da prendere decisioni sulla linea politica del Movimento Progetto Piemonte.

ARTICOLO 8 Presidente
1 - Il Presidente è eletto dal Congresso, rappresenta legalmente ed istituzionalmente il Movimento Progetto Piemonte, fungendo da garante dei principi statutari e di indirizzo del Movimento.
2 - Il Presidente convoca e presiede il Comitato di Gestione e ne attua operativamente le direttive.
3 - Il Presidente, anche a mezzo di delegati all’uopo da Lui incaricati per iscritto, tiene rapporti con le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, gli organismi e le istituzioni politiche, sociali ed economiche, regionali, nazionali ed europee
4 - Il Presidente decade per dimissioni o per una mozione di sfiducia presentata da almeno 2/3 dei componenti del Comitato di Gestione o congiuntamente dalla totalità delle sezioni provinciali e conseguente ad una delibera votata con i 2/3 della Consulta del Popolo Piemontese.

ARTICOLO 9 Comitato di Gestione
1 - Il Comitato di Gestione è l‘organismo deliberante del Movimento Progetto Piemonte. E‘ composto dal Presidente, da n° 5 componenti eletti dal Congresso del Movimento, dai responsabili delle sezioni provinciali, dal Presidente della Consulta dei Popoli del Piemonte, dal Presidente della Commissione di Garanzia, che non ha diritto di voto.
2 - Alla prima riunione il Comitato di Gestione nomina, tra i 5 componenti eletti dal Congresso, un vice presidente (che ha anche la delega per i rapporti con gli enti locali), un responsabile per l’organizzazione, un responsabile amministrativo.
3 - Il Comitato di Gestione, su indicazione delle Sezioni Provinciali nomina n° 3 componenti effettivi ed un supplente la Commissione di Garanzia, la quale elegge a sua volta il Presidente.
4 - Il Comitato di Gestione delibera, sentita preventivamente la Commissione di Garanzia, sull’adesione al Movimento di nuovi partiti, movimenti, associazioni.
5 - Il Comitato di Gestione può costituire apposite Commissioni o Gruppi di lavoro per effettuare studi o ricerche connessi all’attività statutaria del Movimento, come pure per organizzare eventi temporanei deliberati dagli organi del Movimento, ai vari livelli, per attività di comunicazione, marketing o tesseramento.
6 - In caso di assenza del Presidente che si protragga per oltre 15 giorni, le funzioni sono assunte in via temporanea dal Vice Presidente .






ARTICOLO 10 Decentramento sul territorio
1 - Gli aderenti al Movimento Progetto Piemonte costituiscono sul territorio, a livello provinciale le Sezioni ed eleggono il loro Presidente Provinciale che è, di diritto, componente del Comitato di Gestione del Movimento.
2 - Compito principale delle Sezioni Provinciali è quello di svolgere l’attività politico - amministrativa a livello di Provincia, rappresentando le istanze territoriali del Movimento.
3 - Le Sezioni Provinciali sono autonome per quanto riguarda la propria organizzazione interna, con il compito di riunirsi almeno 4 volte all’anno nella propria Provincia e di aggiornare regolarmente il Comitato di Gestione sulle attività in fase di svolgimento e sull’operato amministrativo.
4 - In caso di prolungata inazione e di mancata ottemperanza a quanto contenuto nel capoverso che precede, il Comitato di Gestione, su proposta del Presidente o della metà più uno dei suoi componenti potrà disporne il commissariamento delle stesse.
5 - Al fine di incentivare il processo di decentramento e di partecipazione degli aderenti a tutti i livelli amministrativi, e data la particolare conformità del territorio piemontese questo Statuto prevede che:
gli aderenti al Movimento Progetto Piemonte costituiscano sul territorio:
- a livello comunale le Delegazioni, dandone comunicazione alla Sezione Provinciale della Provincia a cui appartengono ed al Comitato di Gestione ed eleggono il loro Delegato Comunale che deve essere ratificato dalla Sezione Provinciale di appartenenza. Ogni Delegazione Comunale per essere tale deve avere almeno 10 aderenti
- a livello di Comunità Montana e di Unione Collinare con le Sezioni di Comunità Montana e di Unione Collinare, dandone comunicazione alla Sezione Provinciale della Provincia di appartenenza ed al Comitato di Gestione ed eleggono il loro Presidente che deve essere ratificato dal Presidente, sentito il Comitato di Gestione. Ogni Sezione di Comunità Montana o di Unione Collinare per essere tale deve avere almeno 5 aderenti.
- a livello comunale, ove non vi sia la Delegazione o altro organismo decentrato è previsto il Fiduciario del Movimento Progetto Piemonte, attivista, che agisce per delega scritta diretta del Presidente, sentita la Sezione Provinciale. Un fiduciario può operare su più comuni, ove non si siano altre realtà decentrate del Movimento Progetto Piemonte. In questo caso dovrà essere munito di singole deleghe.


ARTICOLO 11 Consulta dei Popoli Piemontesi
1 - La Consulta dei Popoli Piemontesi è un organismo consultivo al quale appartengono senza il Presidente ed i componenti del Comitato di Gestione, il Presidente della Commissione di Garanzia e i rappresentanti di tutti i partiti politici, movimenti, associazioni, oltre che i consiglieri e gli assessori, comunali, provinciali, regionali, nonché i parlamentari eletti in Piemonte che aderiscano al Movimento Progetto Piemonte e tutti i cittadini che, pur non intendendo tesserarsi per il Movimento Progetto Piemonte, ne condividano le finalità e gli scopi.
Nella Consulta, inoltre, viene garantita particolare attenzione alle presenze ed alla rappresentanza di tutte le componenti sociali, economiche, etniche, religiose, linguistiche della comunità piemontese, essendo ferma convinzione che l’essere cittadino piemontese non è una peculiarità di genere o razza, che viene comunque bandita e condannata, ma tutti coloro che, a prescindere dalle loro origini, hanno contribuito e contribuiscono con il loro operato e la loro azione allo sviluppo della comunità subalpina.
Nella prima riunione la Consulta elegge nel suo seno, a maggioranza dei presenti, un Presidente, un Vice Presidente e un Segretario.
Le deliberazioni della Consulta sono obbligatorie, quando richiesto dallo Statuto, ma mai vincolanti per gli organi direttivi del Movimento Progetto Piemonte.


ARTICOLO 12 Commissione di Garanzia
1 - La Commissione di Garanzia è composta da n° 3 componenti effettivi ed 1 supplente nominati dal Comitato di Gestione su indicazione delle Sezioni Provinciali, compreso il Presidente che viene eletto al suo interno.
2 - Esso ha competenza in merito:
a) all’esame dei ricorsi presentati dagli aderenti
b) all’adozione di misure disciplinari nei confronti di comportamenti non conformi allo Statuto, ai regolamenti ed alle decisioni degli organi statutari
3 - Le misure disciplinari sono:
a) il richiamo
b) la sospensione
c) l’espulsione

ARTICOLO 13 Finanze e Patrimonio
1 - Il Movimento Progetto Piemonte non ha fini di lucro.
Il patrimonio sociale è costituito:
a) dalle entrate, nelle quali sono ricomprese le quote di partecipazione degli associati ed i contributi e versamenti effettuati dagli stessi;
b) da tutti i beni, mobili ed immobili a qualunque titolo acquisiti dal Movimento
c) dai fondi derivanti da eventuali eccedenza di bilancio
d) dalle elargizioni, donazioni, lasciti posti in essere da privati cittadini e/o enti in genere nonché dalle raccolte pubbliche di fondi;
e) da proventi di iniziative sociali, (senza che queste abbiano carattere di operazione commerciale), disposizioni testamentarie, contributi di persone e di enti pubblici e privati, italiani e stranieri, contribuzioni, rimborsi elettorali e finanziamenti pubblici e privati nel rispetto delle leggi vigenti in materia.
f) da ogni altra entrata, provento o reddito che concorre ad incrementare il patrimonio sociale.
2 - Il Movimento Progetto Piemonte risponde dei propri debiti e delle obbligazioni assunte ed amministra il proprio patrimonio sociale sulla base delle deliberazioni adottate dal Comitato di Gestione.
L’esercizio sociale inizia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Le quote di iscrizione degli aderenti al Movimento,le quote di partecipazione degli eletti ed amministratori saranno stabilite con apposita deliberazione del Comitato di Gestione.
Gli organi centrali del Movimento non sono destinatari né sono responsabili in alcun modo della gestione dei fondi provinciali o territoriali provenienti dal tesseramento o da altri privati contributi incassati direttamente in sede locale.
Gli obblighi assunti ad ogni livello territoriale non impegnano a nessun titolo e per nessun motivo il livello nazionale, né si verifica alcuna successione contrattuale.

ARTICOLO 14 Rinvio
1 - Per tutto quanto non indicato e disciplinato da questo Statuto valgono le disposizioni di legge in materia con esplicito richiamo agli artt. 14 e ss. del titolo II del Codice Civile.