lunedì 24 ottobre 2011

Stati Generali del Monferrato e Tribunali minori

Fonte: Alessandria News http://www.alessandrianews.it/lettere-al-direttore/stati-generali-monferrato-tribunali-minori-3915.html

Egregio direttore,
i recenti, qualificati, interventi in materia di nuovi assetti del territorio monferrino, mi danno spunto per alcune riflessioni e per puntualizzare la posizione del Movimento Progetto Piemonte.

Innanzitutto sulla questione della Provincia del Monferrato o di Casale che dir si voglia, questa per MPP non è LA soluzione, bensì UNA delle possibili soluzioni, sempre che il Governo ed il Parlamento non facciano retromarcia sulla avventata decisione di sopprimere le Province, senza prima avere riordionato l’assetto degli enti locali. Come Movimento, sin da agosto, abbiamo proposto una strada: la convocazione degli Stati Generali del Monferrato, ovvero delle realtà che lo costituivano storicamente (a questo proposito una lettera è stata inviata ai sindaci sindaci di Casale Monferrato, Acqui Terme, Alba, Asti, Chivasso, Nizza Monferrato, Canelli, Moncalvo,Valenza Po, Trino Vercellese e una serie verrà inviata per sensibilizzare quelle degli altri centri territorialmente coinvolti), quindi enti locali, realtà socio – economiche, culturali, associative ed organi di informazione. E, a tal proposito, sottolineo proprio l’importanza del ruolo che possono avere i mass media come termometro dei desiderata dalla popolazione, lungi comunque da me l’idea che si venga a creare un Partito dei Giornalisti. E dico questo a scanso di facili fraintendimenti o strumentalizzazioni. Gli Stati Generali dovrebbero poi valutare, tramite il confronto delle varie realtà, quali potrebbero essere gli elementi di unione o di disunione di questo territorio per arrivare alla stesura di uno o più patti territoriali su tematiche di area vasta.
A titolo di esemplificazione questi potrebbero riguardare il turismo (per una promozione unitaria del territorio), la cultura (perché non pensare ad una “Università del Monferrato), l’agricoltura, il commercio, l’industria attraverso i distretti, i trasporti (la tanto discussa rivitalizzazione dell’Asti – Casale, con il suo prolungamento verso Nord potrebbe passare di qui). E non posso che registrare con soddisfazione il passo dei sindaci di Casale e di Asti ed i contatti avviati quest’estate con il momento della presenza del primo cittadino di Casale al Palio di Asti ed il suo incontro con i sindaci dell’Astigiano al Teatro Alfieri.

Tale processo, infatti, deve partire dai Comuni di maggiori dimensioni, come Asti e Casale e, a questo proposito, Casale deve avere metodi e strumenti per farsi valere ed apprezzare come Capitale del Monferrato, al di là del loghi o delle richieste di co – capoluogo di Provincia a seconda del girar del vento, richieste che rischiano di essere ormai soltanto un abbaiare alla luna.
Lo strumento, come contenuto in una lettera indirizzata al sindaco di Casale ed all’assessore competente, potrebbe essere quell’Agenzia di Sviluppo di cui il Comune di Casale si sta dotando, tavolo tecnico e politico di confronto tra le varie realtà. Non ci sarebbe nessuna sovrastruttura nuova da edificare, si tratterebbe soltanto di dotarlo della funzione specifica di tavolo tecnico e politico di coordinamento degli Stati Generali.

Per quanto riguarda il metodo, sia in questo caso, come nel caso della recente riunione dei tribunali a rischio di chiusura che si è svolta a Casale, l’MPP ritiene altamente positivo l’impegno del Sindaco Demezzi di cercare di coordinare e di governare – in accordo con gli altri Comuni coinvolti e con gli Ordini degli Avvocati – un processo ed un confronto non facile. La strada da seguire era, è e rimarrà questa.
Vorrei fare però alcune ulteriori riflessioni:
Per Casale la perdita del Tribunale (sotto forma di soppressione sic et simpliciter o di aggregazione ad altra entità) sarebbe non soltanto un ulteriore passo verso la desertificazione degli uffici pubblici, in nome di una lotta agli sprechi che non sempre e tale e che spesso è specchietto per le allodole , ma anche un sonoro ceffone in faccia alla Città ed al territorio. Questo perché non solo perderebbe il Tribunale ma sarebbe l’unica a perdere una Corte d’Assise, tuttora esistente anche se negli ultimi anni non attiva (questa, però, è un buon segno, vuole dire che non si sono verificati reati cruenti da motivarne l’avvio di un giudizio).
La perdita o un drastico ridimensionamento del Tribunale devono generare, ad avviso dell’MPP, una mobilitazione di TUTTA la città, non soltanto la presa di posizione del Consiglio Comunale o degli Ordini professionali che ne sono più direttamente coinvolti perché tale venir meno sarebbe una disgrazia per tutti i cittadini e per le varie categorie sociali ed economiche.
E’ auspicabile che questo messaggio arrivi alla popolazione e porti ad una “Santa Alleanza” tra i Casalesi ed il Monferrini di tutte le parti politiche e sociali, come è avvenuto in altri territori e per altre situazioni, anche nel recente passato, dalla sanità ai problemi del dopo alluvione.
Se questo si otterrà vorrà dire che il territorio avrà dato una risposta in termini di cui il Ministero della Giustizia non potrà non tenerne conto nel tirare le somme.
Vorrei, infine, per completezza su questo argomento fare una ulteriore considerazione che a qualcuno potrà anche non piacere: che il Tribunale di Casale fosse a potenziale rischio lo si diceva già negli anni Novanta. Nell’ormai lontanissimo inverno 1997/1998 prima della riforma che soppresse le Preture, in Consiglio comunale il consigliere Giorgio Barbano presentò una proposta di ordine del giorno – all’epoca ideate e sostenuta da una serie di movimenti che oggi non ci sono più – che ipotizzava la revisione della circoscrizione giudiziaria del Tribunale di Casale mediante l’accorpamento con gli Uffici giudiziari di Chivasso (territorio con il quale la continuità geografica è assicurata mediante la Valcerrina). Quest’idea, peraltro, ricalcava una vecchia ipotesi formulata dall’Ordine degli Avvocati di Casale.
Il Consiglio Comunale di allora lo approvò nel senso di cercare, da allora, soluzioni alternative. Poi questa impostazione venne abbandonata perché si preferì la ricerca con il retino da farfalle della seconda Corte d’Appello del Piemonte (il progetto era bello ed intelligente e sicuramente l’attribuzione della seconda Corte d’Appello piemontese avrebbe dato giustizia alla Città delle perdite di uffici pubblici registrate in tutti questi anni, ma la vera competizione non era tra Casale ed Alessandria, bensì tra Novara e Busto Arsizio/Legnano) tralasciando di valutare le indicazioni contenute in quel documenti approvato pochi anni prima. Forse, se si fosse seguita questa strada alternativa, difficile ed impegnativa certamente, oggi il rischio soppressione non ci sarebbe.
Cordialmente
24/10/2011
Massimo Iaretti - Presidente Movimento Progetto Piemonte

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