domenica 4 settembre 2011

Dopo la manovra aggiuntiva che tocca Province e Comuni. Le “Terre del Chiusella verso l’Unione”

Iaretti (MPP) “Il passo è positivo ma attenti alla riforma delle circoscrizioni dei Tribunali, perché se passa così come è stata concepita sarebbe una disgrazia”

E’ stato il consiglio comunale di Parella il primo dei 4 comuni della Pedanea (gli altri sono Colleretto Giacosa, Quagliuzzo e Strambinello) ad approvare all’unanimità lo Statuto dell’Unione di comuni “Terre del Chiusella”. Venerdì sera il sindaco di Parella Roberto Comitini, nel sottolineare come sia stato compiuto un passaggio “storico” – gli altri 2 comuni dovranno approvare anch’essi lo statuto dell’Unione a stretto giro di posta – ha anche informato che mercoledì sarà a Torino, insieme ai colleghi sindaci di Colleretto Giacosa (Paola Gamba), Quagliuzzo (Domenico Ferraro) e Strambinello (Ersalda Caserio), per illustrare all’assessore regionale agli enti locali Elena Maccanti le ragioni del passaggio che è stato compiuto e per avere certezze in merito al futuro dell’Unione. I 4 comuni, infatti, dopo avere approvato gli statuti formalizzeranno, nei rispettivi consigli comunali, l’adesione alle “Terre del Chiusella”; una volta che sarà superata la fase di grande incertezza determinata dalla recente presentazione della manovra aggiuntiva che, con in provvedimento scritto dalla sera alla mattina come l’articolo 16 (quello che stabilisce la nascita delle unioni municipali e l’abolizione dei consigli comunali e delle giunte sotto i mille abitanti ma per il quale non è stata ancora scritta la parola fine sulla versione definitiva), aveva rischiato di avere una battuta d’arresto. In una riunione informale, svoltasi il 23 agosto, però i rappresentanti delle 4 municipalità, avevano deciso – anche dietro proposta del vice sindaco di Colleretto Giacosa, Alberto Dini e e del consigliere di minoranza di Parella, Massimo Iaretti (Progetto Parella aderente a Movimento Progetto Piemonte – MPP di cui è presidente)

A volte i provvedimenti scritti dalla sera alla mattina, come l’articolo 16 rischiano di fare compiere il classico “passo del gambero” a processi che sono giunti ormai alla fine e che stanno per dare degli esiti positivi. Quattro comuni canavesani, Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello, con una popolazione complessiva di circa 1800 persone, stavano infatti per portare a termine la costituzione di una Unione di comuni chiamata “Terre del Chiusella” con già definita la bozza dello Statuto. Questa avrebbe dovuto venire esaminata in una riunione convocata al municipio di Parella (comune che sarà la sede legale dell’Unione quando partirà) martedì 23 agosto. E il testo era, ed è, il prodotto di un lavoro svolto dai sindaci e dal loro consulente nell’arco dei mesi e maturato dopo un confronto costruttivo tra tutti i Comuni, anche all’interno dei singoli consigli comunali. E per non perdere quanto era stato, dietro sollecitazione del vice sindaco di Colleretto Giacosa Alberto Dini e del consigliere di minoranza di Parella, Massimo Iaretti (Progetto Parella aderente a Movimento Progetto Piemonte – MPP di cui è presidente) si è deciso di portare, in tempi brevi all’approvazione dei rispettivi consigli comunali lo Statuto dell’Unione. Commenta il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti: “Il lavoro di mesi dei 4 sindaci e, di riflesso, dei 4 consigli comunali, dei consulenti che hanno dato il loro contributo ad uno statuto equilibrato e che guarda in prospettiva non poteva essere vanificato. I quattro comuni hanno fatto prevalere le ragioni del territorio rispetto ad una decisione presa a tavolino senza ponderare bene quelle che sarebbero state le ricadute. Come MPP abbiamo sempre detto in tutte le occasioni che la strada dell’aggregazione, dell’associazione, della collaborazione tra enti locali deve partire dal basso, altrimenti c’è il rischio che venga imposta, come dimostrano le recenti vicende romane, da burocrati senza volto, con buona pace per i principi democratici del decentramento e dell’autonomia delle comunità locali. E un’altra grande minaccia incombe, ancora più insidiosa ed è quella della riforma delle circoscrizioni giudiziarie che rischia di cancellare piccoli tribunali (con meno di 15 magistrati in carico) e uffici del giudice di pace. Se passasse così come è stato ventilato sarebbe veramente una disgrazia per tutti i cittadini e non solo per le categorie o gli enti direttamente coinvolti”.

Casale Monferrato, 3 settembre 2011

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