venerdì 7 gennaio 2011

Articolo de La Sentinella del Canavese: 'Referendum? Sciocchezze'. Il Movimento Progetto Piemonte contro i secessionisti

Fonte: La Sentinella del Canavese http://lasentinella.gelocal.it

VALLE ORCO. Spostare i confini tra Valle d'Aosta e Piemonte non risolve i problemi, ma semplicemente li sposta. Se Ceresole e Locana entrassero nella Vallée, vi sarebbero nuovi Comuni confinanti, definiti di "seconda fascia", che vivrebbero i medesimi disagi e lo stesso succederebbe nelle zone dove vi sono simili rivendicazioni.
La soluzione, invece, è chiedere che anche il Piemonte diventi una regione autonoma. Lo sostiene il Movimento Progetto Piemonte, giovane formazione politica che ha indirizzato una lettera aperta a Renzo e Giovanni Bruno Mattiet, sindaci di Ceresole Reale e Locana, esprimendo grande perplessità riguardo la loro adesione all'ultima azione promossa dall'Associazione Comuni confinanti con le province e le regioni autonome e con la Svizzera.
Fondato a Casale Monferrato, il 24 giugno del 2009, il Mpp ha come scopo proprio il conseguimento dello statuto speciale per il Piemonte e finora è stato presente soprattutto nell'alessandrino, nel vercellese, e nella zona del Cusio Ossola. Alle comunali dello scorso anno si è presentato in vari Comuni, tra cui Parella, con liste in cui era candidato anche il presidente, Massimo Iaretti.
Lo stesso che ha firmato la lettera inviata ai due primi cittadini della Valle Orco che nelle scorse settimane avevano dichiarato di condividere la protesta indetta dall'Ass.Com.Conf, che di fronte alla cancellazione dei finanziamenti statali per i Comuni confinanti, ha sollecitato i suoi aderenti ad avviare l'iter per il referendum a scaglioni di dieci ogni mese, in Piemonte, Lombardia e Veneto. Entrambi i sindaci si erano infatti dichiarati disponibili a fare altrettanto anche loro, suscitando subito irritazione tra i leghisti locali,i quali, alcuni anni fa, si erano visti rifiutare dagli stessi la loro proposta di indire il referendum per l'annessione alla Valle d'Aosta.
Reazioni indignate anche dai sindaci di Noasca, Pier Sergio Cucciatti, che invece il referendum lo aveva indetto, e da quello di Carema, dove i cittadini hanno votato a larga maggioranza per diventare valdostani, il quale ha rimproverato all'associazione di fare un uso strumentale di una questione seria come un referendum popolare. Adesso, un'altra voce si unisce a questo coro. Quella, per l'appunto, del Mpp. «Non è spostando la linea di demarcazione tra il Piemonte e la Valle d'Aosta che si risolve il problema - afferma infatti il suo presidente -. Purtroppo, non lo si risolverà neanche in sede romana, visto il taglio netto operato al Fondo di solidarietà per le aree disagiate e depresse. La risposta passa attraverso un confronto aperto e leale, anche aspro se necessario, ma sempre civile e costruttivo, con le istituzioni piemontesi, Regione e Province interessate, affinché le soluzioni possano essere trovate dal territorio e sul territorio e non attendendo la carità romana, coinvolgendo non solo il mondo della politica ma anche gli operatori economici e le realtà sociali che vi lavorano e vivono. Sarebbe un primo passo verso lo statuto speciale del quale il Piemonte ha tutti i requisiti per potersene fregiare». (o.d.p.)

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