Agli Organi di Informazione
OGGETTO:
dimissioni Sindaco e Consiglieri Alfiano Natta. Unione dei Comuni
del Monferrato
Egregio
direttore,
le recenti dimissioni del Sindaco di Alfiano
Natta e dell’intero Consiglio Comunale non possono fare passare
sotto silenzio la gravità del problema dell’amministrare
quotidiano di un piccolo o di un piccolissimo Comune, problema
generalizzato in tutto il Piemonte. Non vogliamo fare qui alcuna
considerazione nel merito del gesto che ha costretto Sindaco e
Consiglieri Comunali a “gettare la spugna” anzitempo, quanto
piuttosto evidenziare che si tratta dell’ennesima conferma che le
dimensioni della maggior parte dei comuni piemontesi, segnatamente
quelli delle aree collinari e montane, non consentono più una
libertà di manovra tale da poter amministrare con dei margini di
discrezionalità. D’altro canto il legislatore sta andando nella
direzione di costringere i Comuni, piccoli e piccolissimi, ad
aggregarsi in nuove entità. Come Movimento Progetto Piemonte, da
sempre, riteniamo che oggi l’unica strada che un Comune deve
seguire per poter avere prospettive di sopravvivenza e margini di
manovra, sia quella di anticipare i tempi nella direzione di una
prospettiva che preveda aggregazioni anche più ampie di quelle
attuali. Questo perché se gli Amministratori oggi vogliono essere
protagonisti di un cambiamento e non soltanto destinatari passivi di
direttive che passano sopra la loro testa, devono cercare di
precorrere i tempi, di guardare in prospettiva non al domani, ma al
giorno dopo domani, quando i trasferimenti saranno ulteriormente
diminuiti e quando le Province, quali enti intermedi, non saranno più
tali. La risposta è, a nostro sommesso avviso, è quella delle
Unioni di Comuni che siano rappresentative di realtà non piccole, ma
che vadano a coprire una popolazione di almeno 50mila abitanti,
perché in questo modo si potrebbero, effettivamente affrontare i
problemi in una dimensione di area vasta ed il Monferrato Casalese
potrebbe effettivamente avere un ruolo maggiore all’interno del
Sistema Piemonte. Questa affermazione non è apodittica o estranea
alla realtà: in Provincia di Torino, si è recentemente costituita
l’Unione dei Comuni del Ciriacese e del Basso Canavese che ha una
dimensione di 50mila abitanti, uno dei temi del dibattito politico ad
Ivrea è quello della “Grande Ivrea”, ovvero della città che
vada ad allargare lo spettro della sua influenza e dei sui servizi ai
comuni della sua cintura (una quindicina in tutto) arrivando a
raggiungere analoga dimensione di popolazione. Nel Casalese, invece,
purtroppo, non si va in questa direzione: anzi la normativa regionale
ha avuto un effetto diverso sulle Unioni già esistenti. Emblematico
è quello dell’Unione Collinare del Monferrato con sede ad Ozzano
Monferrato: raggruppava 8 Comuni con una popolazione di circa 7000
abitanti, che potevano essere una buona base di partenza. Il
risultato è che da una le Unioni sono diventate due. Il campanile
qui è ancora forte, troppo forte, e se da un lato è un bene
l’attaccamento alle tradizioni, alla propria comunità (che nel
caso delle Unioni di Comuni non verrebbe meno, anzi correrebbe il
rischio sotto un certo aspetto di essere valorizzato) dall’altro
l’impressione è che non ci si renda conto che il tempo è poco, la
crisi corre, la politica ha oggi tempi di reazione e di decisioni che
non sono quelli di ieri. In sostanza riteniamo che certi processi o
vanno avviati ora, immediatamente e democraticamente dal basso,
oppure si correrà il rischio domani, magari dopo domani, di vedersi
imporre decisioni sgradite e prese altrove semplicemente tirando una
riga su una carta geografica. Come è avvenuto per la vicenda dei
giudici di pace. Ma su questo e sul fatto che, ad esempio, l’ufficio
del giudice di pace di Moncalvo, avrebbe dovuto, e potuto, venire
mantenuto, torneremo un’altra volta. Certamente, ne siamo
consapevoli, nel Canavese e nella Provincia di Torino, i Comuni
hanno dimensioni differenti rispetto al Monferrato Casalese, ma
vorremmo ricordare le concentrazioni di Comuni esistenti nelle
Comunità Montane, prima, e nelle Unioni dei Comuni montani oggi,
molti dei quali assolutamente inferiori per popolazione ai comuni
monferrini.
Come
Movimento Progetto Piemonte ribadiamo che per il Monferrato Casalese
la strada da seguire sia quella dell’unica Unione dei Comuni che
abbia Casale Monferrato come capofila e che consenta (questa è la
vera sfida) a tutti i comuni di avere di mantenere la propria
identità e le proprie peculiarità, in un’ottica di servizi messi
in rete. Ma per fare questo occorre sapere guardare al di là del
proprio orizzonte che, sovente, e lo dimostrano i fatti è ancora
troppo limitato.
Come
forza autonomista riteniamo che la difesa del “focolare” e della
tradizioni sia prioritaria, ma la strada da seguire non sia quella
dell’attendere secondo la tradizione del piemontese “bugia nen”,
né quella del continuare a recriminare cosa eravamo come eravamo,
quanto piuttosto quella di cercare di prevenire gli eventi,
ovviamente quando e se sia possibile
Casale Monferrato, 13 maggio 2013
Massimo
Iaretti
Presidente
Movimento Progetto Piemonte
Consigliere
comunale Parella (TO)
Consigliere
Unione dei Comuni Terre del Chiusella (TO)
Piermassimo
Guarnero
Coordinatore
Movimento Progetto Piemonte
Consigliere
comunale Parella (TO)
Graziana
Perin
Consigliere
comunale Parella (TO)
Marco
Zatti
Consigliere
comunale Casorzo (AT)
Fabrizio
Iaretti
Consigliere
comunale Casorzo (AT)
Consigliere
Unione dei Comuni Colli DiVini (AT)
Giovanni
Cornalea
Consigliere
comunale Casorzo (AT)
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